JUVENTUS TRA CHAMPIONS LEAGUE E RIVOLUZIONE: LA DOPPIA SFIDA PER IL FUTURO BIANCONERO

 


Di Filippo Vagli

Per la Juventus, la qualificazione alla Champions League rappresenta un traguardo irrinunciabile. Al termine della stagione, sono previsti cambiamenti a tutti i livelli: dalla società, alla panchina, fino a più componenti dell’attuale rosa. Ecco perché la squadra bianconera si trova a gestire una doppia sfida: ottenere l’accesso alla Champions League e pianificare il proprio futuro in ogni dettaglio. Sabato è in programma un importante scontro diretto sul campo della Lazio, una partita che potrebbe rivelarsi decisiva, considerando che dopo restano solo gli incontri con Udinese e Venezia. Nonostante le assenze che peseranno sull’organico, la Juventus non può permettersi distrazioni o cercare alibi. L’incertezza che avvolge l’allenatore e alcuni giocatori, il cui destino rimane sospeso, rischia di creare ulteriori difficoltà. Per questo motivo è fondamentale mantenere alta l’attenzione, evitando cali di concentrazione, come quello visto contro il Parma, che potrebbero risultare fatali. Tudor avrà sicuramente lavorato sull’aspetto mentale dei suoi giocatori, ma non può compiere miracoli in poco tempo, soprattutto con un gruppo che ha mostrato fragilità psicologica dopo la precedente gestione e che manca di leader capaci di trascinare la squadra nei momenti più difficili. Ora, però, è necessario andare oltre e dare il massimo per raggiungere l’obiettivo. Parallelamente, la Juventus guarda già al futuro, che resta avvolto nell’incertezza. Per quanto riguarda Tudor, il rinnovo scatterà automaticamente in caso di qualificazione in Champions, ma la società si è riservata la facoltà di interrompere il rapporto entro il 30 luglio, pagando una penale. Resta molto concreta l’ipotesi di affidarsi a un top allenatore, un coach di primo livello, capace di ricostruire e riportare la squadra a vincere subito, o almeno a competere per traguardi importanti, nel solco della tradizione bianconera. Il nome in cima alla lista è sempre quello di Conte, protagonista della rinascita post-Calciopoli e figura simbolo della mentalità vincente juventina. Anche i giocatori dovranno essere in perfetta sintonia con il tecnico: la qualità tecnica è fondamentale, ma prima di tutto servono uomini veri, pronti a reggere la pressione di una maglia unica come quella della Juve. Il mantra resta quello di lottare fino all’ultimo. Sul fronte societario, è in programma una valutazione approfondita del lavoro di Giuntoli, al suo secondo anno da dirigente juventino, con un bilancio finora negativo. Restano infatti ben impresse le eliminazioni premature da Champions League e Coppa Italia, così come la scelta di Motta e la mancata reazione ai primi segnali di crisi, sia nei risultati che nei rapporti tra tecnico e squadra. Anche il mercato è stato oggetto di critiche, sia per alcune cessioni discusse, come quella di Danilo, considerato l’ultimo punto di riferimento carismatico dello spogliatoio, che per acquisti “fantasiosi” quale quello di Kelly. Secondo alcune indiscrezioni, la posizione del direttore tecnico sarebbe persino a rischio, con Tognozzi, Massara e Sartori tra i possibili sostituti, ciascuno con un diverso grado di difficoltà per l’ingaggio. Nel frattempo, sembra ormai certo il passaggio di Chiellini nell’area sportiva, per aggiungere ulteriore spirito juventino all’organizzazione. Un nuovo passo verso una Juventus più autentica e competitiva.

 


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