Il corsivo. "Calciopoli: vent’anni di paura e censura . Quando la verità dà ancora fastidio"
Di Filippo Vagli
Come se non fosse già abbastanza chiaro che quella roba chiamata Calciopoli fu un vero e proprio schifo, ecco che a vent’anni di distanza qualcuno ha ancora il terrore di parlarne. Fabio Ravezzani, direttore di TeleLombardia, ci ha provato con un’inchiesta nuova di zecca, fresca, senza pregiudizi, con interviste esclusive e intercettazioni mai sentite prima, un lavoro che avrebbe dovuto essere una pietra miliare per capire se davvero quella storia fu giustizia o solo un enorme pasticcio. E invece? Prime Video, dopo aver dato l’ok e fissato la data di uscita, fa dietrofront all’ultimo minuto, bloccando tutto per “ragioni di PR” legate ai rapporti con i club di calcio. Insomma, vent’anni dopo, Calciopoli fa ancora così paura da non poter essere mostrata in chiaro? Evidentemente sì. La verità, quella vera, sembra essere un tabù più pesante di qualsiasi scandalo passato. Non è solo un docufilm, è un segnale: in Italia, quando si tocca il calcio e i suoi poteri forti, la censura è sempre dietro l’angolo. Complimenti a chi ha il coraggio di provarci, e un applauso ironico a chi preferisce far finta di niente, perché a quanto pare, quella schifezza chiamata Calciopoli è ancora più schifosa di quanto pensassimo
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