La storia del Subbuteo
In un’epoca
anteriore alla tv ed alle piattaforme streaming disponibili 24 ore su 24,
quando ci sono solo tre canali tra cui scegliere e i videogames non sono che
fantascienza, per un ragazzo lo strumento più efficace è la sua immaginazione.
Il più delle volte a ispirare l’immaginazione è il gioco del calcio. Con tutti
i passaggi, i tiri, le astuzie tattiche richieste dal gioco. Il Subbuteo è
quanto di più vicino al rumore del cuoio prodotto dagli scarpini tacchettati.
Nella Gran
Bretagna del dopoguerra c’è una sensazione palpabile di sollievo e un autentico
desiderio di tornare a divertirsi. Ovunque le famiglie cercano cose nuove per
occupare le ore di svago e un’ondata di imprenditori inizia ad inventarsi modi
per trarre vantaggio da questa ritrovata spensieratezza.
Peter Adolph,
ornitologo di professione ed appassionato di giochi da tavolo nel tempo libero,
nota l’improvvisa comparsa nei negozi di nuovi giochi rivolti ai bambini e trae
ispirazione da questa nuova tendenza sociale, cercando di sfruttarla
economicamente. E’ così che a pagina 53 del numero di agosto 1946 del giornale
“The boy’s own paper” Adolph mette un annuncio per un prodotto che ha sì
immaginato ma ancora non ha creato. Originariamente Adolph vorrebbe chiamare il
gioco da tavola da lui ideato “The Hobby“, termine inglese traducibile in
“passatempo” ma che designa anche una specie di falco diffuso in Europa, il
falco lodolaio. Dal momento che il termine “Hobby“, secondo l’Ufficio Brevetti
inglese non è registrabile, l’inventore del gioco prende in prestito parte del
nome scientifico: quello di Falco subbuteo. E’ il 9 agosto del 1946, con il
deposito del brevetto nasce il Subbuteo.
Quando appare
l’annuncio Adolph è nel bel mezzo di un viaggio lavorativo negli States per
valutare le uova di qualche uccello raro. Sorprendentemente per lui, e per sua
madre, gli ordini arrivano più in fretta di quanto la Royal Mail riesca a
recapitarli. La madre, presa dal panico, gli invia un telegramma chiedendogli
cosa dovesse farsene delle 7500 sterline di ordini postali che ha ricevuto.
Adolph anticipa il rientro in Inghilterra e con l’aiuto della madre comincia a
creare il primo lotto del gioco. Dagli umili inizi nel 1947, a Tunbridge Wells,
nel Kent, nella rimessa di casa sua, l’ornitologo riesce a sviluppare e
commercializzare il suo prodotto al punto che, al suo apice, il Subbuteo è
giocato in più di 50 paesi da più di dieci milioni di appassionati. Negli anni
’50 Adolph fonda la “Subbuteo Ltd” ed usa la testa del falco lodolaio come logo
della stessa.
Dato l’iniziale
successo l’azienda comincia ad offrire ai propri clienti una vasta gamma di
accessori. I giocatori possono costruire uno stadio, riempirlo di spettatori,
installare riflettori, applicare i cartelloni pubblicitari. E’ l’età dell’oro
del Subbuteo e la figura tridimensionale in scala “00” è la più famosa del suo
genere. Le figure vengono realizzate e dipinte a mano da lavoratori a
domicilio, inizialmente a Tunbridge Wells e nei dintorni, in seguito perfino in
Galles e a Gibilterra. La qualità di fabbricazione è eccezionale, fa venire
voglia di giocare e prendersi cura dei pezzi.
Nei primi anni
si può scegliere la tua squadra da una lista ma in seguito la Subbuteo Sport
Games Ltd mette a punto quello che diventa il metodo di scelta preferito di
tutti gli appassionati, il tabellone delle squadre. E’ indubbiamente
l’introduzione delle diverse squadre che fa aumentare la popolarità ed il
successo del Subbuteo.
Nell’ottobre
1968 il creatore del gioco accetta l’offerta d’acquisto della Subbuteo Sport
Games da parte del gigante dei giochi Waddingtons, noto soprattutto per il
Monopoli, ma resta nominalmente alla guida della Subbuteo. Pochi mesi dopo
l’operazione Adolph è frustrato e manifesta il suo stato d’animo alla
Waddingtons mediante una lettera: “la direzione dipende dalla pianificazione di
coloro che intuitivamente colgono e comprendono i bisogni e i desideri dei
ragazzi”. E’ convinto che la Waddingtons non sia in grado di farlo e così nel
settembre 1970 si dimette. Nello stesso periodo l’export al di fuori del Regno
Unito comincia ad assumere sempre più importanza. La nazione in cui le vendite
vanno meglio è di gran lunga l’Italia. L’agente di commercio di riferimento è
Edilio Parodi. Parodi conosce il Subbuteo dopo aver visto una pubblicità su un
giornale britannico di giocattoli.
Negli anni
Ottanta sono introdotti molti cambiamenti nell’attrezzatura e nelle modalità di
gioco. Su tutti l’Astropitch (panno sintetico che sostituisce quello classico
in cotone) diviene rapidamente la superficie più gettonata nei principali
tornei di Subbuteo. Il gioco è più scorrevole e realistico e i giocatori
possono effettuare lanci lunghi con molta più precisione. Il modo di giocare a
Subbuteo cambia fino a diventare irriconoscibile rispetto ai primi anni.
A metà degli
anni Novanta si verificano due eventi rivoluzionari. La prima è la
fabbricazione di tre figure nere per ciascuna squadra. La seconda è la vendita
della Waddingtons al colosso americano dei giocattoli Hasbro. Il numero delle
squadre disponibili si abbassa a 46, per poi venire ridotto ulteriormente,
comprendendo solo compagini di Premier League. La Hasbro per risparmiare lascia
l’assemblaggio della squadra al cliente, come avveniva nei primi anni di
produzione del gioco. Un’ottima mossa finanziaria ma forse non una brillante
trovata a livello di marketing. Le prospettive comunque non sembrano
particolarmente luminose, per questo quando nel gennaio 2000 la Hasbro annuncia
l’interruzione della produzione del Subbuteo nessuno si sorprende più di tanto.
A seguito di una
protesta lunga e rumorosa degli appassionati però la Hasbro ci ripensa e decide
di concedere al gioco un’altra possibilità. Nel 2002 concede la licenza per
produrre il gioco alla famiglia Parodi, i vecchi amici italiani del subbuteo
che producono (ancora oggi) una propria versione chiamata Zeugo. Nel 2004 la
Hasbro tenta l’ennesimo rilancio del gioco reintroducendo le figure piatte, con
le divise dei 14 maggiori club europei, nel tentativo di conquistare nuove
schiere di giocatori. Il marchio Subbuteo ricompare ufficialmente in Italia nel
2009, grazie ad una collana edita dalla Fabbri Editori su licenza Hasbro e
distribuita nelle edicole.
In Italia esiste
un movimento organizzato, detto Old Subbuteo, che tende a replicare il medesimo
gioco degli anni Settanta ed Ottanta utilizzando materiali dell’epoca oppure
fedeli riproduzioni attuali. Proprio nel Belpaese, negli anni d’oro i tornei di
Subbuteo sono frequentissimi, il sogno dei subbuteisti italiani è indubbiamente
quello partecipare e conquistare il Guerin Subbuteo. Il Guerin Subbuteo,
organizzato per la prima volta nel 1978, è stato per quasi vent’anni la
maggiore manifestazione di Subbuteo a carattere nazionale. Organizzato in
collaborazione tra Parodi e il settimanale calcistico Guerin Sportivo, aperto a
tutti, si svolge attraverso una prima fase di selezione regionale e una fase
finale di carattere nazionale, suddivisa nelle due categorie juniores e
seniores.
Un’ultima cosa
che vale la pena sottolineare è che proprio grazie alla diffusione ed al
concetto alla base del gioco del Subbuteo in Europa ed in Italia dagli anni ’80
si inizia a diffondere anche il calcio da tavolo, considerato l’evoluzione
sportivo-agonistica del gioco del primo. Il calcio da tavolo presenta dei
materiali ed il regolamento diversi rispetto al Subbuteo e nel tempo si è
trasformato in un’attività sportiva codificata e riconosciuta, che fa oggi
riferimento alla FISCT in Italia (Federazione Italiana Sport Calcio da Tavolo)
e internazionalmente alla FISTF (Federation International Sports Table Soccer).
Si può senza dubbio affermare che ad oggi il calcio da tavolo riscuota più
successo e seguito tra gli appassionati ed i neofiti rispetto al suo illustre
genitore.
Di Davide Landi
(Il Calcio a
Londra)
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