L’AGONIA DEL SISTEMA CALCIO ITALIANO E L’INCAPACITA’ DEI “DA JUVENTINO” DI GODERE PER LE VITTORIE DELLA JUVENTUS
23 ottobre 2023, una data che verrà
ricordata come l’ennesima sconfitta del sistema calcio italiano con i diritti
di Serie A 2024/29 che rimarranno alla coppia Dazn - Sky per una cifra complessiva
di 900 milioni annui.
Un’offerta al ribasso considerato che
nello scorso triennio era stata di circa 920 milioni di euro.
Si è verificato esattamente ciò che
quel visionario di Andrea Agnelli teorizzava alcuni anni fa, vale a dire che il
nostro calcio senza le opportune riforme sarebbe andato incontro ad una spaventosa
crisi di sistema.
Ciò che sta accadendo oggi con tutti
quei Presidenti della nostra serie A che un tempo criticavano Andrea Agnelli e
oggi si stanno dimostrando totalmente incapaci di ridare impulso al nostro
sistema calcio.
Basti pensare che l’ultimo club di
Premier incassa il 40% della squadra campione d’Italia e il Manchester City nella
stagione 2022/2023 ha portato a casa poco meno di 200 milioni di euro di
diritti tv a differenza di ciò che hanno saputo fare i nostri migliori club,
incapaci di superare i 50 – 60 milioni annui.
Come si fa a non parlare di fallimento
quando i risultati sono questi e quando è sotto gli occhi di tutti come la politica
sportiva del Bel Paese abbia preferito accanirsi cercando di punire per
“plusvalenze lecite” l’unico club capace di fare cospicui aumenti di capitale volti
a sostenere e trainare il sistema nel suo insieme.
In mezzo a tutto questo marasma
cosmico domenica sera il popolo juventino ha vissuto una serata che aspettava
da anni dopo tutte le batoste subite dentro e fuori dal campo.
Ciò che però più mi sconcertato è stata
l’incapacità di tanti tifosi bianconeri di godersi appieno la bellissima vittoria
di San Siro dal momento che per un “gobbo” credo nulla ci sia di più bello che esultare
insieme a tutto il popolo bianconero per i successi di Madama.
E mi spezza il cuore che esista chi
non riesce a capire che questa anedonia sia causata dalla manipolazione messa
in atto da personaggi di bassa lega che in nome del “bel giuoco” portano avanti
una guerra subdola, sporca, volta sia a dividere il popolo bianconero che produrre
per sé stessi insperati guadagni grazie a click o visual.
E che non mi si parli del diritto di
critica. Esistono due tipi di critiche: costruttiva e distruttiva. La
differenza fra critica costruttiva e distruttiva sta nel modo in cui la stessa
viene formulata.
La critica costruttiva va a
evidenziare gli errori commessi e cerca di evidenziare come correggere gli stessi.
Un feedback utile inquanto destinato a ferire, ma a crescere, migliorare,
aiutare, e soprattutto riferito ai contenuti e non alla persona
A differenza della critica
distruttiva che attraverso un attacco diretto e spesso senza contenuti cerca solo
di demolire. Basti pensare come già di per sé, l’aggettivo “distruttivo” dica
già molto. “Distruttivo” deriva dal latino “distruggere” e quindi cercare di
colpire la sensibilità di riceve la critica puntando un suo punto di debolezza.
In questo tipo di critica l’unico scopo è quello di nutrire il proprio ego, screditando
l’altro, esattamente quello a cui stiamo assistendo da tanti “lo dico da Juventino”.
Ben venga la critica volta al bene della
Vecchia Signora ma bisognerebbe anche riuscire ad esultare per una squadra che pur senza capitan Danilo, senza
Pogba, Fagioli, Vlahovic, Chiesa, con tutti i suoi limiti e difetti si è
comunque presentata nella Scala del calcio volenterosi di dare battaglia e
portare a casa un risultato positivo.
Senza esaltazione alcuna, per carità.
Tutti siamo ben consapevoli di come ci sarà da far di necessità virtù per sopperire
alle lacune sia tecniche che numeriche dell’attuale rosa di calciatori, ma l’atteggiamento
visto domenica sera al Meazza è quello giusto.
Questa Juventus è una squadra povera
di campioni e nello sport quando non ci si può basare sulle individualità bisogna
sopperire con il gruppo, capace di diventare squadra. Un insieme dove tutti remano
nella stessa direzione, gregari e capitani, per dare forza ad una nave che
proprio grazie a questa energia può trovare le risorse per andare oltre la sua
stessa forza superando anche squadre magari più forti sulla carta. Proprio ciò
che abbiamo visto contro il Milan.
Continuo a pensare che sia
assolutamente controproducente parlare di scudetto ma quel che è certo è che
vincere aiuta a vincere. Così come vincere contribuisce a creare la cosiddetta mentalità
vincente e quell’autostima che risulteranno essere due ingredienti fondamentali
in vista della partita di sabato con il Verona
Gara da portare a casa ad ogni costo
dal momento che nulla di meglio che tre punti servirebbero alla Vecchia Signora
per poter capitalizzare al massimo ciò che accadrà in una giornata, le decima, con ben tre scontri
diretti: Inter Roma, Lazio Fiorentina e Napoli Milan.



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