NOI CE NE ANDIAMO MA VEDRETE I BANDITI CHE VERRANNO DOPO DI NOI



NOI CE NE ANDIAMO MA VEDRETE I BANDITI CHE VERRANNO DOPO DI NOI.

Ho titolato questo articolo con la famosa e profetica frase di Antonio Giraudo, Amministratore Delegato della Juventus dal 1994 al 2006, pronunciata dal manager torinese al momento di lasciare la Juventus.

Locuzione che in queste ultime settimane sta diventando una vera e propria profezia dal momento che mai come in questo momento il calcio italiano più che nel caos lo possiamo definire allo sbando totale ad ogni livello: manageriale, di infrastrutture e di idee.

Basti pensare che alla vigilia della settimana decisiva per la vendita dei diritti tv della Serie A per i prossimi cinque anni, il Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis pare non abbia fatto partire prima della gara interna contro la Fiorentina l'inno della Lega non per errore tecnico ma per scelta.  

Con lo stesso De Laurentiis che sta minacciando di non presentarsi a Riyad per la nuova Supercoppa dopo la decisione di spostare tale manifestazione da inizio gennaio al ventuno dello stesso mese.

Napoli a cui sta facendo eco la Fiorentina di Rocco Commisso con il club gigliato anch’esso perplesso sulla scelta di giocare in Arabia Saudita e pronto a non partire andando contro gli accordi siglati da tempo con il paese arabo con la Lega Calio che minaccia multe salate e questioni da risolvere nelle aule di Tribunale.

Peccato che se sfogliando le prime pagine dei principali quotidiani sportivi troviamo poco o nulla di tutto ciò a differenza di quanto accadde nel corso della scorsa stagione quando i media (categoria che detiene un enorme potere) sparavano a zero sulla Juventus con un accanimento tale da falsare il campionato. Non tanto per Napoli che ha meritato di vincere lo Scudetto, ma per ciò che riguarda il posizionamento riguardante le varie competizioni europee.

Così come non mi pare di leggere articoli allarmistici su quella che risulta essere l’esposizione finanziaria attuale dell’Inter, definita dagli esperti in materia “pesantissima” (oltre 400 mln di debiti). Situazione che la proprietà cinese ha cercato di “pezzare” attraverso iper - rivalutazioni dei beni di proprietà come, ad esempio, le valutazioni di un calciatore come Pinamonti, prestato nel 2019 al Genoa con obbligo di riscatto (plusvalenza da 20 milioni di euro), comprato dai rossoblù l’anno successivo e immediatamente rivenduto nuovamente dai nerazzurri per 22 milioni di euro

Trasferimento “anomalo” quest’ultimo che ha però interessato poco nulla la procura milanese così come la stampa italiana.

Organismi questi ultimi relativamente ai quali è legittimo possano sorgere dubbi relativamente ad un’informazione oggettiva e una giustizia equa.

Insomma, non siamo molto lontani dal 2006, periodo storico guarda caso in cui iniziò il lento ma inesorabile declino del calcio italiano

Come nel 2006 è stato ricostruito quel “sentimento popolare” che, alla fine, pesò come un macigno sulle decisioni della corte federale, come ammesso peraltro pure da qualche giudice.

Sentimento popolare messo in piedi da quei media che si lanciarono come belve affamate su Antonio Giraudo e Luciano Moggi, ignorando ogni deontologia professionale pur di giustificare le condanne nei loro confronti.

Quei media che oggi, pur a distanza di quasi vent’anni, non hanno il coraggio di affrontare l’ex Direttore Sportivo bianconero pubblicamente… chissà perché…

Media che sono i primi responsabili di questo sciacallaggio a senso unico a cui assistiamo ogni giorno spinti dalla necessità di avere un “mostro” chiamato Juventus da sbattere in prima pagina per poter riuscire a sopravvivere.

Buona parte dell’attuale giornalismo italiano è quello che scrive i pezzi facendo un copia incolla delle veline che gli arrivano dalle Procure

Media, magistratura, potere sportivo: tre poteri forti che hanno dato vita ad un mostro che sta sancendo la fine del calcio italiano.

Chiudo citando un virgolettato di Luciano Moggi, nella sua settimanale rubrica su Libero: «Si sta avverando la profezia… …oggi è solo un continuo scontro fra presidenti rei di scelte sbagliate e continue liti per la spartizione dei poteri…. …Avevano promesso di non far passare più gli errori arbitrali come facenti parte di un complotto a favore di qualcuno, ma non hanno resistito: hanno sempre rivendicato i presunti torti, mai i favori, e adesso litigano addirittura per linee che non sono parallele…. …C’è di tutto in questo calcio malato ed è proprio per questo che i tifosi si allontanano. Addirittura, due calciatori giocano regolarmente nonostante siano rei confessi di aver alterato le partite e l’attuale team manager della nazionale è stato condannato dalla Giustizia Ordinaria per aver falsificato un passaporto».

Buon calcio a tutti


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