Paolo Di Canio sui principali temi Juve

 


Paolo Di Canio, ex attaccante, ha parlato a Tuttosport in avvicinamento a Juve-Inter.

VLAHOVIC – «Qualche mese fa, avrei risposto 50 e 50, oggi dico 75% colpa di Vlahovic. 
Se tu sei forte, per quanto tu possa essere frustrato per le poche occasioni da gol, ti devi applicare, ti devi impegnare nella gestione dei pochi palloni che ti arrivano. 
A Firenze era “on fire”, ci credeva sempre perché molto coinvolto, giocava con gioia. 
Con la Juve è ovvio che sia tutto diverso, anche come pressioni, però ho scoperto delle fragilità in lui, nelle scelte, nel non essere intelligente calcisticamente nel momento in cui trova delle difficoltà».

ALLEGRI – «Partiamo da un presupposto: Max lo stimo, lo ammiro molto. 
Io ho spiegato che in Premier le squadre dalla prima all’ultima in classifica propongono un gioco e se andiamo a vedere le prime tre dei sei-sette campionati più importanti in Europa, troveremo tutte formazioni che giocano un certo tipo di calcio. 
La Juventus in questo senso è un’anomalia, molto italiana, ovvero una squadra di vertice che lascia quasi sempre il pallino del gioco agli avversari. 
È un modo legittimo, a me per esempio piace il calcio fatto di sofferenza, non sono per forza un fautore dei giochisti o di Guardiola. 
Per me Allegri, in rapporto a quello che ha a disposizione, sta facendo ottime cose, però contro la Fiorentina, la Juve sembrava una squadra in lotta per salvarsi che all’ultima giornata gioca per strappare almeno un punto: ha fatto le barricate contro una squadra che fatica a fare gol… 
Allegri sta ottimizzando il materiale che ha, penso solo che sia difficile arrivare a maggio solo attraverso questa via».

GIOCO DELLA JUVE – «Se ci soffermiamo ad analizzare la rosa della Juve, non è che ci siano poi tanti elementi di qualità e fantasia. 
Così Max è tornato a lavorare su equilibri tattici che aveva già sviluppato in passato: squadra compatta a 30 metri dalla porta, tutti pronti a interrompere il gioco avversario e ripartire, con forza e verticalità. 
Allegri ha più mediani che ali, più centrocampisti di raccordo che di costruzione e sa di avere difensori fortissimi di testa, granitici nella difesa del limite dell’area, meno in campo aperto, come Bremer. 
Quindi si è adeguato e sta ottenendo il massimo da tutti».

CHIESA – «Come si è visto in nazionale con Spalletti, Federico ha bisogno di spazi, di partire largo. 
Nel 4-3-3 Chiesa è un’eccellenza, nel 3-5-2 puoi metterlo solo da seconda punta e che Chiesa ha segnato i suoi gol, ma in mezzo ogni tanto si perde e non sfrutta la sua velocità». 


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