IL PRESENTE DELLA JUVENTUS ABITATO DA AUSPICI E ARUSPICI

 



Di Marco Edoardo SANFELICI


Faccio appello ai testimoni che in televisione, a precisa domanda sul destino del mister più vilipeso e contestato della storia juventina, a settembre 2023 risposi: “Questo è l’ultimo anno di Allegri. A meno ché la società gli voglia prolungare il contratto” Quindi la mia veduta d’insieme era già stabilita. Alla faccia di quella nutrita schiera di furbacchioni che mascherano un’ evidente carenza di conoscenze pallonare, con il paravento di un continuo, quasi stucchevole, sicuramente fastidioso pronunciamento contrario all’allenatore, sbandierato come tesserino di “addetto ai lavori”.

E basterebbe solo quanto scritto, senza procedere oltre, per delineare il massimo della sintesi. Se non ché, da settembre scorso ad oggi, i giorni si sono dovuti riempire e di ciò che si è usato vale la pena trarre delle conclusioni.

Domanda cruciale: allora, Allegri finirà con la Juve (a meno di un’improbabile terza chiamata) col mese di maggio o continuerà? Sottodomanda conseguente: siamo davvero convinti che il prescelto Thiago Motta (secondo i soliti beninformati) sia così convinto di farsi carico di un “maldipancia” colossale come allenare la Juventus, in mezzo a mille contrarietà?

Qualcuno che si intendeva di promesse di matrimonio, avrebbe affermato: ai posteri l’ardua sentenza. Ovvio che avrebbe sorvolato sulla vera gloria. Ché non sarebbe il caso…

Nella mia immensa umiltà, aggiungo una domandina piccina picciò: tutto questo schierarsi “un contro l’altro armato”, quasi snobbando la realtà della concretezza delle umane gare sul campo verde e vivendo acriticamente di preconcetti privi di dimostrazione, ma tanto, troppo radicati, ha fatto del bene all’ambiente bianconero, già “incasinato” di suo? A che cosa è servito, remare contro il mister per tutta la stagione? Talvolta sedendosi sulla sponda del fiume, in attesa, in momenti di risultati positivi, che la ruota girasse verso situazioni difficili, per proclamare il proprio diritto all’avere ragione?

Lascio la risposta al cuore di chi legge, la mia è già stampata nel disprezzo di una vita di juventino militante.

Si fa largo una nuova schiera di “addetti ai lavori”, addetti ai lavori di chi sa lavorare, sia ben chiaro, non certo di chi sa parlare, come i soggetti di cui sopra: largo agli aruspici che traggono gli auspici per leggere il futuro di Madama.

Ed è tutto un fiorire di giorni luminosi, di cieli azzurri privi di nubi, di terre nuove piene di messi (intese come mari di spighe d’oro, dato che a Messi non passa la Juve nemmeno per l’anticamera del cervello). Perchè è la legge del pensiero umano: il domani di chi rinnega il presente, è sempre il meglio che possa accadere, con buona pace della ragione e della logica.

San Thiago Motta da Bologna trasformerà la squadra scombiccherata attualmente fonte di dolori inenarrabili, nel miracolo calcistico da raccontare ai nipotini, una sorta di portento da tramandare, una mirabile creatura nella quale specchiarsi. E chi se ne frega se Bologna non è Torino, se qui la società non esiste, mentre sotto gli Asinelli prospera, se Giuntoli ha spiccioli da raccattare per comprare… Weah, mentre in Emilia non si hanno controlli asfissianti della Consob.

Gli aruspici sdoganati dai social non sentono ragioni: via Allegri e dentro una nuova Età dell’Oro. Senza spremitura di meningi. E chi si affida all’esperienza e alla conoscenza di come vadano le cose in occasioni simili, viene zittito di brutto, incapace cronico in fatto di calcio alla Playstation.

Se Allegri saluterà, si realizzerà la mia nemmeno tanto difficile previsione di fine estate. Lo ringrazierò per ciò che ha cercato di fare, magari non riuscendovi, e mi rimetterò a sezionare la realtà dei fatti. Dato che di auspici e di aruspici, non mi cale punto.






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