L'EDITORIALE DI MARCO SANFELICI: NOTIZIE DA NESSUNDOVE di William Morris ovvero LETTERA agli azionisti Juventus

 



La “proprietà” ha tuonato. Oddio, considerare botto tonante la missiva recapitata da Exor agli azionisti (quindi anche a me) è un esercizio che mescola l’eufemismo con il paradosso, per sintetizzare una metafora.

Bando all’ostentazione di figure retoriche, ma l’impressione che si ha al primo impatto è proprio quella di un discorso di circostanza, mutuato da lunga militanza nell’ovvietà aziendale e frequentazione degli amboni da congresso, dietro cui dire tutto il dicibile per non sbilanciarsi.

Andiamo ad analizzare alcuni passaggi.

"Il 2023 ha rappresentato un anno di transizione. Sotto il suo nuovo Consiglio di amministrazione presieduto da Gianluca Ferrero, l'attenzione è stata rivolta alla risoluzione delle vicende che stava affrontando con la Giustizia Sportiva, sia in Italia che in Europa…La stagione 2023/24 è quindi l'"Anno Zero, in cui la società sta ponendo le fondamenta per il suo ritorno, sia dentro che fuori dal campo”.

Ed inizia la lunga sequela di domande che nascono spontanee: se il 2023 è stato un anno di transizione, il 2022 che cosa è stato? E il 2024 che cosa rischia di essere? A proposito di affrontare la Giustizia Sportiva: si è trattato di affrontare o piuttosto di cercare di subirne meno possibile le conseguenze di decisioni prese estemporaneamente, senza  presupposti giuridici fondati e nati in una Procura che non è stata riconosciuta idonea a procede? Dando in mano la società ad un commercialista di sicuro valore, ma di dubbia competenza sportiva? Un Presidente che ora è senza dubbio “ob torto collo” più concentrato  su beghe di eredità della Famiglia che da interesse per il “cortomuso”.

Segue l’elogio a Cristiano Giuntoli. Evviva! Si snocciolano i premi e i riconoscimenti del soggetto, quasi a dire che “di meglio non si poteva fare”, quando a parer mio, più che Thiago Motta, dal Bologna si dovrebbe portare via Giovanni Sartori, costi quel che costi. Il messaggio che passa è quello della solita parata aziendale nella quale si contano le medaglie per determinale le gerarchie.

Siamo immersi nella freddezza della comunicazione manageriale e si fatica a trarre auspici che scaldino il cuore. Perché lo affermo? Perché alla fine, udite udite, la “proprietà” si ricorda dei… clienti, pardòn, dei tifosi. La lettera infatti prosegue:

“"Se conosci i nostri tifosi, i nostri giocatori e il nostro spirito, la frase “fino alla fine” non ti suonerà nuova. Incarna la determinazione del club nel continuare a lottare e superare le avversità, una convinzione propria di Edoardo Agnelli quando fu nominato Presidente il 24 luglio 1923. Da quel momento è iniziata una storia d'amore lunga un secolo tra le famiglie bianconere e la mia famiglia. Un legame che nel 2023 abbiamo celebrato con le generazioni di tifosi in Italia e nel mondo– tutti uniti dall'amore per la Juventus. Forza Juve!!!".

Molto umilmente: se conosci i tifosi della Juve, “fino alla fine” lo canti con loro e lo fai dal 2012, perché prima non risulta che venisse cantato. Circa poi le generazioni eccetera eccetera, alla serata di celebrazione del centenario al Pala Alpitour, è apparso subito evidente il tentativo di invitare chi è gradito o “politically correct”, lasciando a casa tanti che la storia della Juventus l’hanno scritta sul campo e fuori per davvero. Certo, ogni scelta va accettata, ma forse un velo pietoso ogni tanto sarebbe necessario.

E meno male che scappa un “Forza Juve”…

Fuori di dubbio che la Proprietà abbia scucito in tre aumenti di capitale la bellezza di circa 900 milioni di euro (circa, significa che l’8% della somma è dei piccoli azionisti e quindi non di Exor), con mille ringraziamenti e applausi. Forse però una società di calcio ha peculiarità che non vengono esaltate dagli aumenti di capitale, come ad esempio la presenza nelle sedi appropriate, palazzi compresi (chi ha orecchie…); l’attenzione verso chi offende il credo juventino, anziché restare su posizioni di algido silenzio; far sentire ai sostenitori la partecipazione spiccia alle stesse emozioni, come il nonno, come lo zio.

“Il coraggio, se uno non ce l’ha mica se lo può dare” confessava Don Abbondio in presenza del Cardinal Federigo. E non ostante tutti i soldi di questo mondo, anche la “passione” non la puoi comprare. E se non ce l’hai, la Juventus resta uno dei gioielli di famiglia, di cui occuparti per dovere, salvo saltare subito a trattare un diadema più performante, come la Ferrari. Si può appunto intervenire economicamente, ma non è “passione”

Anno zero, tornare ai fasti, ”fino alla fine”… paiono utopie. Non per nulla ho citato “News from Nowhere” di William Morris nel titolo. Una delle pubblicazioni utopiche migliori della letteratura mondiale di tutti i tempi.

E per il futuro in casa Juve? Trattasi di sperare in una dirigenza che risparmi denaro e rinforzi la squadra. È già successo con la triade e ciò che capita una volta, per una legge che regola la storia, potrebbe ricapitare. Per buona pace del portamonete che ho nella tasca dei pantaloni.

 

Marco Sanfelici

 


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