TORINO JUVENTUS 0-0. LE PAGELLE DI MARCO SANFELICI

 


MUCH ADO ABOUT NOTHING (W. SHAKESPEARE) MOLTO RUMOR PER NULLA
TORINO  -- JUVENTUS  0 a 0 

SZCZESNY  7  Niente da fare: da tempo immemore Tek risulta sempre tra i migliori e non è certo un buon segno. Anche oggi, sbarcato sotto la Maratona, si oppone a un paio di tiri centrali in presa sicura, ma compie la parata decisiva su colpo di testa di Sanabria e un altro clean sheet è servito.

GATTI  5,5  nessuno gli può contestare l’impegno e il sudore che profonde. Ma dovrebbe spiegare come si fa a calciare a lato un appoggio semplice semplice a McKennie, dritto per dritto. Dispiace, ma questo è uno degli innumerevoli esempi di scarso valore tecnico di tanti, troppi bianconeri. (ALEX SANDRO  6  Perchè SEI? Perché stramerita un voto buono per tutte le cattiverie e male parole indegne che sopporta da anni senza reagire. E se oltre a lui non ci sono altri esterni bassi in rosa, con chi diavolo dovrebbe Allegri sostituire un esterno? Con il Mago Zurlì?)

BREMER  7,5  Di gran lunga il migliore della Juve. Che non è come dire che la squadra abbia dominato… Comunque a memoria d’uomo non si ricorda un pallone appena passabile giocato da Zapata. Faccio fatica a pensare che sia merito di… Rugani.

DANILO 5,5  Prestazione costellata di tante imperfezioni, di orpelli tecnici non degni di un brasiliano, affanni ingiustificati e ansie gratuite. Magari, in mezzo ad una compagnia di scapestrati, sta disimparando anche lui. Non sia mai.

CAMBIASO  6  Fatica a sciogliere la corsa e ad attaccare lo spazio nel 1° tempo, quando sembra troppo timoroso delle sgroppate di Vojvoda. Dato che l’albanese stuzzica i centrali juventini come un petardo dalla miccia bagnata, Andrea si carica e comincia a battagliare in fascia e in mezzo al campo. Niente di eccezionale, ma anche solo la presenza aiuta. (ALCARAZ  S.V.  Cambio per arrivare alla fine)

McKENNIE  6,5  La sostanza nella Terra di Mezzo. L’unico che sa portare su un pallone con un minimo di senso. Linetty e Ricci se lo trovano tra i piedi continuamente e alla distanza, tutti e due vengono ammoniti. Centrocampista con l’elmetto.

LOCATELLI  5,5  Come può una squadra che ha un facitore di gioco, con mille tentennamenti e duemila indecisioni, avere un po’ di velocità e di gioco accettabile? Può avere più filtro e controllo delle azioni altrui, ma non il gioco per se stessa. Guarda caso, è la fotografia della Juventus. Locatelli perno del gioco, nel bene e nel male (soprattutto la seconda che dico)

RABIOT  5  La versione impresentabile di Adrien le Chignonnaise. Sembra l’Olandese Volante in cerca della pace, solo che non è neppure olandese, ma francese. Abbozza tentativi di supremazia fisica, prova tutto il tempo a dare un senso alla propria partita. Ha tra i piedi l’ultima palla per vincere il derby, ma butta via il pallone concentrandosi sulla margherita che sfoglia profferendo: “ La passo, non la passo”. Non la passa e finisce 0 a 0.

KOSTIC  5,5  Ormai non si trovano tracce dell’ala sinistra che crossava e serviva le teste dei compagni. Eppure in fase di copertura funziona. E Bellanova viene di molto limitato. Verso la metà del tempo iniziale, Kostic si proietta in avanti e lo si vede sulla mattonella preferita, indirizzare in mezzo una palla invitante. I compagni sono momentaneamente a raccogliere i “girasoli” a primavera sbocciata. (ILING JR.  5  Inutile come una banconota da 30 euro. Si perde il granata alle sue spalle che grazia Szczesny mettendo alto. E mi assale la malinconia.

VLAHOVIC  4  Riesce a non realizzare 2 reti già fatte.  Due tiri, due ciofeche. Per lui, il “piatto sinistro” non è una portata con tracce di veleno, ma una tecnica di come colpire il pallone nella maniere più invereconda, con tutta la dedizione possibile. Ridatemi i centravanti della storia juventina… e la malinconia cresce. Il palo che colpisce servito al bacio da un traversone in corsa di Chiesa, ha del comico, del tragico e del surreale. Cambierebbe la partita e forse anche l’umore della domenica. (KEAN  S.V.  Tanto per cambiare una punta con il nulla)

CHIESA  6  Resta vittima della sciagurata conclusione di Dusan: rete fatta e Federico sugli scudi; rete mangiata, Federico nell’anonimato. E’ il primo a pagare di persona l’inconcludenza dei compagni. Gioca un’ora e poi al 60° se ne va aggiungendo altra perplessità a quella accumulata, come si desume dallo sguardo interrogativo che esibisce (YILDIZ  6  Prova con un tiro da fuori e quasi quasi sta per combinare un bel trappolone allo… zio Vanja. La sua gara inizia e finisce lì)

ALLEGRI 5,5 Vita dura per gli allenatori che hanno in rosa gente che regolarmente manda in vacca quello poche occasioni che si presentano. Detto questo, inizia la gara con una parvenza di 4 – 3 – 3, piazzando Chiesa a destra e McKennie quasi sulla stessa linea delle punte. La cosa potrebbe portare a frutti grossi, se solo non si centrasse il palo a distanza zero ed il portiere  avversario da un metro e mezzo. Il Toro si rende pericoloso solo una o due volte nella ripresa, dopo un tempo senza un tiro che uno verso la porta bianconera. Eppure, togliere Federico e Dusan per Yildiz e Kean, sa tanto di cercare il cosiddetto risultato ad occhiali. E buon per noi, che il Bologna non approfitta al cospetto del Monza. Stavolta è il tempo primo a mostrare una Juve discreta. Il secondo tempo è un’azione prolungata ad arrivare al fischio finale. Se non altro il digiuno dei “mulitta” prosegue, ma è pari alla soddisfazione di chi si trova pochi spiccioli in tasca alla vigila del pagamento del mutuo. E se un vecchio torinese come il sottoscritto non ha un sobbalzo che uno in 100 muniti di televisione, significa che siamo giunti in fondo al barile. E cosa vuoi raschiare… 
Si muove la classifica a passetti e la Champions si avvicina. Poi, avremo archiviato il terzo “anno zero” di fila, per lo meno in funzione delle dichiarazioni della Proprietà, en passant, tra una Ferrari e una Stellantis.


                             Marco Edoardo Sanfelici

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