FINALE DI COPPA ITALIA ATALANTA - JUVENTUS, VINCA IL MIGLIORE, "SPEREM DE NO"
Vero
è che mancherebbero un paio di partite di campionato, ma risultano talmente
inutili (Bologna compresa) che si può affermare senza ombra di dubbio che la
stagione finisca in riva al Tevere, al fischio finale del signor Maresca,
designàtor vòluit.
Atalanta
e Juventus si schierano un’altra volta di fronte, come nel 2021, quando la Juve di Pirlo trionfò
grazie alle reti di Kulusewski e Chiesa. Juventus saldamente in testa all’Albo
d’Oro con 14 vittorie, Atalanta ferma all’unica vittoria nel lontano 1963, poco
più di 60 anni fa.
Sulla
carta si direbbe che l’ago della bilancia penda dalla parte dei bianconeri, ma
c’è un grande però. La stagione con i suoi verdetti è sotto gli occhi di tutti,
Juventus qualificata in Champions League, Atalanta che rincorre ancora
l’Europa; Juventus tra le prime quattro, Atalanta che ancora è in piena
rincorsa; ma i però si sprecano.
Perchè
il gioco dei nerazzurri bergamaschi incanta, mentre la compagine di Allegri
stenta spesso e volentieri, come pure l’approccio della vigilia che vede i
Gasperini boys arrivare sulle ali di un confortante risultato ai danni della
Roma, a differenza dello spettacolo deprimente che la Juve ha offerto al
cospetto di una Salernitana già retrocessa.
Allegri
dovrà fare fronte alla mancanza pesante di Locatelli, vittima del solito
cartellino giallo facile facile, leit motif di mesi e mesi. Si prospetta
l’utilizzo di Nicolussi-Caviglia dal primo minuto, dopo soli 200 minuti di
campo in tutta la stagione, oppure l’arretramento di Miretti davanti alla
difesa o qualche altra “allegrata” dell’ultima ora. Anche la squadra di Bergamo
deve fare a meno di un titolare sugli scudi da alcune settimane: come
Locatelli, fermato da una squalifica, non sarà della partita Scamacca e là
davanti, come si suol dire, la mancanza di un “fisicaccio” come quello del
pluritatuato attaccante, si potrebbe far sentire; recupera Toloi, in dubbio
fino a martedì.
Se le
recenti esibizioni in campionato fanno pendere la bilancia dalla parte orobica,
il campo può sempre riservare qualche sorpresa, anche se la Juventus dovrà
superarsi per interrompere la serie impressionante di pareggi collezionati
dalla vittoriosa partita contro la Fiorentina, del 7 aprile, praticamente
un’era geologica fa.
Allegri
alle ultime battute? Siamo proprio così sicuri? Di certo c’è che lasciare
avendo portato a casa un trofeo, seppur minore, equivarrebbe a bissare il primo
“addio” forzato quanto basta. Sarebbe la realizzazione di uno strano destino
dell’attuale mister: quello di andare via da “vincente” replicante.
Gasperini
si trova in un momento storico mai provato nella città del “sopra” e “sotto”.
Dopo la Coppa Italia, anche l’Europa League vedrà l’Atalanta in finale, per una
doppia occasione di fare la storia all’ombra della Cappella del Colleoni.
Ironia della sorte: la facciata del monumento a Bergamo Alta ha forti contrasti
cromatici bianchi e neri, giocati nel rincorrersi delle ombre tra pieni e
vuoti, in mezzo ad un rosa predominante. Quando l’arte si prende una rivincita…
Sono
attesi circa 30 mila juventini da tutto il mondo ad occupare solitamente la
curva sud, terra romanista, mentre pare che non scherzino nemmeno gli
atalantini, forti di circa 23 mila presenze. Della serie: a Bergamo restano
solo vecchi e bambini.
Sale
l’ansia, esplode la trepidazione, vinca il migliore. Viste le recenti partite,
è bene rifarsi alle proverbiali parole del Paron Rocco, a proposito di un
Juventus – Padova di fine anni ‘50: “Allora, Paron, vinca il migliore” disse il
giornalista. “Sperèm de no…” replicò Nereo Rocco. Qualcosa ci dice che nel
popolo bianconero, ci siano notevoli similitudini d’animo come quella volta a
Padova, o no?



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