JDENTITA' BIANCONERA. PROCURA, FIGC, COVISOC: ESISTEVA PER L'INTER IL REQUISITO DELLA CONTINUITA' AZIENDALE?

 


Di Filippo Vagli


Tu vuò fà l’americano, cantava Renato Carosone nel lontano 1956.

E chissà che l'Inter voglia fare “l’americana” passando al fondo Oaktree e chiudendo una volta per tutte l’era Zhang, il rampollo della famiglia Suning che con la Suning Holdings Group opera in più nei settori: immobiliare, media, intrattenimento, investimenti, sport e servizi finanziari.

Proprietà cinese arrivata a Milano sponda nerazzurra dopo un altro “patron” straniero, l’indonesiano Thohir che nel 2013 aveva acquistato l’Inter per 250 milioni di euro.

Al di là dele originai della proprietà ciò che tutti si chiedono è se nello scenario che viene dipinto in questi ultimi giorni l'Inter avesse le carte in regola per iscriversi al campionato, così come se nei prossimi mesi le avrà per fare mercato.

Ma ancor prima se la Covisoc ha vigilato a dovere o meno.

Se la risposta fosse negativa nessuno dovrebbe stupirsi se l’attuale governo nazionale decidesse di sostituire la Covisoc con un'agenzia indipendente che controlli i conti del calcio.

Il mondo del calcio e dello sport, con Gravina in testa, osteggiano questa possibilità gridando “all'attentato” della propria autonomia.

Ma se autonomia significasse barare, ci troveremmo al cospetto di qualcosa di ben diverso di indipendenza e libertà. In realtà la partita è ben più ampia e in gioco essendoci sul tavolo potere e soldi.

Con l'esposto del 5 aprile la Fondazione Jdentità Bianconera aveva inviato alla Covisoc e alle Procure competenti un carteggio relativo alla situazione della controllante dell’Inter, la Grand Tower, società con sede in Lussemburgo che garantirebbe (a detta del club nerazzurro) la sostenibilità della società grazie alla sua liquidità.

Questa mattina la Fondazione Jdentità Bianconera si è fatta nuovamente sentire riguardo la situazione finanziaria dell'Inter con una nota ufficiale con cui annuncia un’ulteriore richiesta di chiarimenti al Collegio Sindacale dell’Inter e contestualmente alla Procura Federale e alla Covisoc.  

La Fondazione Jdentità Bianconere chiede lumi riguardo la sussistenza dei presupposti delle condizioni minime della continuità aziendale, requisito imprescindibile per una società di calcio in base alle normative vigenti.

La non obbligatorietà della presentazione di bilanci pubblici e l’enunciazione di numeri che raccontano di una situazione debitoria dell’Inter al 30 giugno 2023 (compresi quelli tributari, società di calcio e fornitori) pari a 807,4 milioni di euro, gettano più ombre riguardo ai requisiti di iscrizione ai campionati da parte della squadra milanese.

Se non esistessero problemi di liquidità perché l’attuale proprietà non riesce a restituire al fondo Oaktree il prestito contratto quattro anni fa?

Se il gruppo Suning, tramite Grand Tower, come indicato nei bilanci del club, possiede la liquidità necessaria a disposizione per il club, perché non estingue il prestito con il rischio di perdere di fatto la proprietà dell’Inter?

Domande a cui presto si avrà risposta dal momento che domani, martedì 21 maggio, è l’ultimo giorno utile a Zhang per rifondere il prestito ottenuto da Oaktree e poter tenersi il controllo sull’Inter.

Altrimenti mercoledì 22 maggio rappresenterà primo giorno della nuova proprietà dei nerazzurri, quella di Oaktree.

Eventualità che oltre ad aprire una nuova era per l’Inter spalancherà un contenzioso fra il fondo e Suning visto che Oaktree aveva di fatto garantito il prestito a Grand Tower, controllata con cui gli Zhang detengono il 69% delle quote dell’Inter. Circostanza da dipanarsi nelle aule di tribunale

Ma al di là di queste beghe giudiziarie che lasciamo volentieri ai principi del foro, a pochi giorni dalla fine del campionato la domanda che si dovrebbe porre ogni persona di buon senso è la seguente: i neocampioni d’Italia avevano i titoli necessari per iscriversi ai campionato 2023/2024?

Sono attese risposte dagli enti preposti.

Arriveranno?

Me lo auguro, ma senza sperarci troppo.


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