JUVENTUS MONZA 2-0. LE PAGELLE BIANCONERE DI MARCO SANFELICI

 



Di Marco Sanfelici

SI TORNA A VINCERE E CON TUTTI GLI OBBIETTIVI RAGGIUNTI


PERIN  S.V.  Raramente il Monza attraversa la linea di centrocampo e quando lo fa, è sterile come Sara prima dell’intervento di Jahvè. Fatto sta che i guantoni restano intonsi. (PINSOGLIO  7  Carlìn del cheur! Esordisce per onor di firma e salva il risultato un paio di volte, compresa una prodigiosa paratona sulla riga, da convocazione in nazionale. Carlìn del mé cheur!)

DANILO 6,5  La muraglia invalicabile. Ferma un paio di baldanzosi brianzoli, con il solo tempismo  degno di un orologio svizzero, senza minimamente scomporsi. Incarna il professionista che continua a crescere infischiandosene della carta di identità. Posto assicurato nella storia della Juve.

RUGANI  6,5  A tratti autoritario, che attribuito a lui, pare di essere sotto l’effetto dell’anestesia. Nessuna sbavatura, pulizia al servizio della difesa. Prolungamento del contratto firmato: e dove si vuole che vada, sta troppo bene qui.

ALEX SANDRO  7  L’ultima partita allo Stadium, l’ultima partita nella Juventus. Non tradisce l’emozione e gioca forse la migliore gara da 9 anni a questa parte. Che non è così scontato. Si concede pure la gioia del goal alla sua maniera, di testa su angolo a fil del primo palo. E poi tanti applausi da un popolo che sul campo non perde la sua identità, il meritatissimo giro a bordo campo, acclamato dagli “scioperanti” della curva. Grazie di tutto ALEX SANDRO LOBO SILVA, che la vita ti arrida. (TIAGO DJALO  6  Tiago senza la “acca”, suggerimento che potrebbe venire utile a breve. Almeno non dovrò più leggere i piagnistei dei lamentosi che lo invocano. Gioca con movenze panteresche, ma quando parte sulla fascia sinistra è una bella locomotiva)

WEAH  6  Un po’ di qui, un po’ di là, pasticcia qui, pasticcia là. Si arrabatta per non sfigurare al gran galà. Onesto pedatore che seduto in tribuna ovest, talvolta tapperebbe qualche buco. Altro non vi saprei dire.

FAGIOLI  8,5  La luce che è mancata per tutta la stagione. Ora capisco perché Allegri ha dovuto ricorrere spesso alla corda con cui avviare il gruppo elettrogeno per rischiarare appena appena il buio profondo. Meritava la rete e non la solita traversa, Fagiolino. “Fasolèn” per chi è emiliano, dato che è la maschera di Parma e Nicolò è piacentino. Dirige a bacchetta la terra di mezzo e quando ha la palla tra i piedi, si avverte subito che qualcosa può accadere. L’esatto contrario di Locatelli, ma Fasolèn si stava curando la ludopatia…  (NICOLUSSI – CAVIGLIA  S.V.  Pura passerella, d’altronde quando entra la partita è abbondantemente finita, ad esclusione del V.A.R. che cerca di inventare rigori inesistenti anche a tempo scaduto dell’ultima partita)

ALCARAZ  6  E questo ragazzone varrebbe quasi 50 milioni? Andiamo, ditemi che siamo su Scherzi a parte… Per carità, è argentino, vero. Ma non è che basta essere nato in Sud America per diventare Maradona, per questioni di proprietà transitiva. Comunque in un primo tempo nettamente positivo per la squadra, emerge talvolta per caparbietà.

ILING JR.  5,5  Boh. Sarà stato distratto, ma non mi sono accorto che sia in campo. Eppure la gioca tutta. Potenza del modulo e di alcuni compagni che rubano la scena, oscurando i lavoranti dell’ordinaria amministrazione. 

CHIESA  7,5  “Eh, visto che avevo ragione, che Chiesa è più adatto a destra?” Voce che grida nel deserto delle idee sbandierate … “a gratis”. Trac! Fede segna da sinistra con un’azione trapanatrice che non dà scampo. Oddio, in mezzo perde anche qualche pallone, ma la sua presenza è fonte di terrore per gli avversari, viatico per incomincia da qualcosa in più dello 0 a 0. Segna in faccia a Izzo, mezzo voto in più.

YILDIZ  7  Tutto bello, tutto da applausi, tutto gioioso. Ma ha un merito extracalcistico: costringe un ex granata (e mi fermo qui, se no rischierei di brutto) a indossare turbante, da squallido Pasqualino Maraja (chi si ricorda di Modugno?), tradendo le sue origini. Le movenze del turchino sono musica, ma un supplemento di concretezza non guasterebbe. (MIRETTI  6  Niente, non ce la fa proprio a segnare. Se ci fosse la specialità del tiro alla traversa, bisognerebbe mandarlo alle Olimpiadi di Parigi!)

MILIK 5,5  A centrocampo dimostra di avere piedi educati e di dialogare raffinatamente con i compagni. Peccato che faccia la punta e più che densità in mezzo all’area non produce. Tiri zero, ma va bene lo stesso, per la posta che c’è in palio (VLAHOVIC  S.V.  “Questa o quella, per me pari sono…” canta il Duca di Mantova. Togli questo, metti l’altro la musica non cambia)

MONTERO  7  Sottolineo che stavolta ci mette del suo. Presenta una squadra con un 3 – 4 – 3 novità assoluta. Modulo che esalta i centrocampisti di mezzo e penalizza i laterali, ma che pare dare maggiore equilibrio in chiave offensiva. Era da tempo immemorabile che non si finiva la prima parte della partita avanti di 2 reti e qualcosa vuol ben dire. Dato che è la gara finale di una breve esperienza sulla panchina juventina, Paolo si gioca le carte a modo suo e il risultato è decisamente rimarchevole. Fa giocare Alex Sandro agli addii e ricava il raddoppio; ha a disposizione un regista trequartista, negato al predecessore per tutta la stagione, e ne ricava un gioco più piacevole e sottolineato da applausi e approvazioni. D’accordo non è la finale di Champions League, ma alcune indicazioni emergono, magari ad uso e consumo di chi si accomoderà sui carboni ardenti della direzione tecnica della squadra. Paolo ritorna nei ranghi, collezionando 4 punti in 2 gare, non male, ben fatto.
Mi si consenta, contrariamente alle mie abitudini, di evidenziare l’arbitraggio di Maria Sole Ferrieri Caputi, precisa, vicina all’azione, perentoria e mai sbruffona. Di gran lunga migliore di tanti colleghi maschi sopportati durante l’annata. Malignamente una signora vicino a me commenta: “Si vede che non l’hanno ancora catechizzata”. Sarà, ma ho l’impressione che l’autorità si guadagni in campo per un atteggiamento “super partes”, che troppo spesso è sembrato discutibile. Chissà, il futuro è delle donne – arbitro, perché no?

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