CEDERE O TENERE I GIOVANI? QUESTO E' IL DILEMMA

 


Di Filippo Vagli

Cedere o tenere i giovani? Questo è il dilemma. È questo più di ogni altro il dibattito che sta tenendo banco tra il popolo bianconero. I due casi più dibattuti sono quelli che riguardano Soulè e Huijsen, due tra i pochi calciatori dell’attuale rosa della vecchia Signora ad avere mercato. In primis l’argentino che con la buona stagione trascorsa in prestito al Frosinone, ha evidenziato di possedere ottime potenzialità. È crudele l’essere costretti a sacrificare non solo giovani giocatori ma potenziali grandi calciatori. Un po’ come quando ci si trova a dover a vendere i gioielli di famiglia per poter tirare avanti. Ma contestualmente è inaccettabile la narrazione secondo  la quale si pensa di poter giocare per vincere in Italia, in Europa e nel Mondo solo ed esclusivamente con i  giovani. In nessun sport di squadra esiste un solo team che abbia conquistato grandi trofei schierando solo giovani promesse. Le squadre forti, quelle che mirano a vincere (così come deve essere l’ambizione di un club come la Juventus)  devono essere costruite su un mix di giocatori pronti, fatti e finiti, messi insieme a giovani dotati di ambizioni, energia e talento. Esattamente come è la Juventus che è nella testa di Cristiano Giuntoli. Non solo. In un momento di grande rivoluzione come quello a cui stiamo assistendo alla Juventus, esiste un estremo bisogno di calciatori che portino esperienza, leadership, abitudine a vincere e mentalità vincente. Ecco perché la ricerca di giocatori quali Koopmeiners, Todibo, magari Sancho, i principali obiettivi del duo Giuntoli – Motta. Calciatori per i quali servono soldi, tanti soldi. Con il tuttocampista olandese la Juve metterebbe la ciliegina su un centrocampo che aspetta solo questo colpo per essere considerato un reparto top. Ingaggiando il difensore centrale francese si troverebbe un perfetto compagno di reparto di Gleison Bremer; con i due che, nel cuore della difesa bianconera, potrebbero costituire una diga alquanto difficile da superare. Infine, un esterno d’attacco alla Sancho, garantirebbe a Thiago Motta quell’estro, quell’imprevedibilità e quell’inventiva negli ultimi venti metri di campo che tanto ha difettato a Madama nel corso delle ultime stagioni. Ecco perché i 30 - 35 milioni che potrebbero giungere a Torino dalla cessione di Soulè o magari da quella di Huijsen diventano necessari. In una situazione di bilancio in attivo, così come si presentava essere la Juventus fino alla metà del decennio scorso, nessuno a Torino si sarebbe immaginato di mettere in vendita giovani talenti come quelli di cui stiamo parlando. Ma sappiano come le casse della Juventus siano ancora in grande sofferenza. Ogni obiettivo complesso per essere raggiunto si accompagna inevitabilmente a qualche sacrificio, più o meno doloroso. Il fine ultimo di ogni scelta, di ogni logica deve essere sempre e solo uno: il bene della Juventus. Ecco perché in questa ottica ritengo un sacrificio senza subbio doloroso ma necessario il dover pensare alla cessione di qualcuno dei nostri gioiellini. Tutto ciò in linea teorica perché poi spetterà sempre al tempo e soprattutto al campo essere l’ultimo e inconfutabile giudice supremo.

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