LA LETTERA DI CEFERIN

 



Di Filippo Vagli


"Se dovesse essere adottato e reso esecutivo nella sua formulazione originale, o anche in una nuova con sostanzialmente gli elementi trattati, non ci sarebbe altra scelta che sottoporre la questione agli organi competenti per l'esame di misure, inclusa un'eventuale sospensione della FIGC. Che tra l'altro renderebbe incompatibile l'Italia quale Paese co-ospitante della fase finale del Campionato Europeo UEFA 2032". Questa lettera congiunta di FIFA e l’UEFA ha rivelato (qualora ancora ve ne fosse bisogno) il terrore di perdere i privilegi di cui godono ancora le due organizzazioni che gestiscono il calcio europeo e mondiale. Il sentir venire meno di quel potere non solo assoluto ma pure indiscutibile di detenere il diritto di vita e di morte sia su squadre di club che riguardo le rappresentative nazionali. Facoltà di decidere che in assenza di un minimo di lungimiranza è sfociata nella saturazione dei calendari con tornei assurdi mettendo quindi a repentaglio la salute degli atleti. Ma d’altra parte se nel governo del calcio esistesse quantomeno una parvenza di democrazia l’avvocato sloveno che regna a Nyon (alla pari del suo alter ego Infantino in ambito Fifa), preso atto della sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso dicembre che ha sancito l’abuso di posizione dominante da parte di UEFA e FIFA, avrebbe dovuto presentare le dimissioni quanto meno come puro atto di dignità. Ovviamente ciò non è avvenuto. Ma d’altra parte la dove tiranneggia il denaro, non bisogna sorprendersi di nulla, specialmente se chi tira i fili di questo teatro delle marionette per citare Michel Platini  sono “Usurpatori di poltrone che pensano solo a incassare più soldi”. Il continuo ricorso all’arma del ricatto, come si evince da questa lettera, rappresenta di norma l’inizio delle fine dei regimi dittatoriali quando gli stessi iniziano a sgretolarsi. E così come quando arrivano gli tsunami ogni cosa viene travolta, quando ciò accadrà per il calcio inizierà una nuova storia.

 


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