THIAGO MOTTA A LEZIONE DI JUVE TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

 


Di Filippo Vagli

Adoro lo Juventus Museum, il luogo nato nel 2012 per celebrare la storia e i trionfi della Juventus così come poter godere riassaggiando le esultanze e le festosità che la tradizione vincente della Juventus ha regalato ai propri tifosi nel corso della sua storia ultracentenaria. Il fatto che proprio nella travagliata stagione 2022/2023, quella delle dimissioni del CDA e della penalizzazione di Chinè, il JMuseum abbia stabilito il record di presenze rappresenta la prova del nove che da un lato nulla può cancellare i fasti e la maestosità di un club così esimio, come dall’altro ogni viaggio che parte dal passato per arrivare al presente può essere enormemente proficuo. Un viaggio ad alto contenuto emozionale quello che realizza chi transita per il JMuseum, proprio come quello compiuto ieri da Thiago Motta con la sua passeggiata nel luogo che per eccellenza rappresenta la storia bianconera, il suo DNA. Comprendere l’importanza dei colori di un club per il quale si lavora rappresenta la pietra angolare per la buona riuscita di ogni impresa. Tutto ciò che non capì Maurizio Sarri, e non a caso, la sua esperienza alla Continassa durò un solo anno. Ecco perché ritengo un passaggio estremamente importante per la  nascita della nuova Juventus, e non un qualcosa appartenente alla retorica, il “tour” compiuto ieri dallo staff tecnico di Madama con la passeggia tra i miti bianconeri, compenetrandosi con l’ultracentenaria storia di questo leggendario club. Un vero e proprio corso accelerato di juventinità. “Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e comprenderò” diceva Confucio per spiegare l’importanza dell’’esperienza vissuta e sperimentata. Esattamente ciò che ieri ha compiuto Motta, con questa full immersion nella storia della Vecchia Signora. Uomo di calcio quest’ultimo che avendo giocato in grandi club quali Barcellona, Inter, Paris Saint Germain sarà senza ombra dubbio a conoscenza di cosa significhi militare in un club di grande tradizione. Ciononostante, credo che l’esser stato messo di fronte a celebrità del passato, così come ai più rilevanti “feticci” bianconeri, gli abbia  fatto toccare con mano l’enorme responsabilità gravante sulle sue spalle, ma non solo. Mi riferisco allo smisurato stimolo che sono certo risuonerà nella testa di Motta fin da quando dirigerà il primo allenamento da allenatore della Juventus: l’avere in futuro un posto al JMuseum, regalandosi anch’esso la sua fetta di perennità. Non sarà impresa semplice riuscire ad infondere alla sua nuova Juventus la mentalità che trasuda da quelle stanze ma sono certo che l’essere cosciente che il fare qualcosa di rilevante in questo club significhi realizzare qualcosa di perenne, che il tempo non potrà mai spegnere, moltiplicherà in lui forze e impegno.


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