IL POPOLO DELL'AMORE INCONDIZIONATO VERSO MADAMA
È stata una
bella festa quella andata in scena ieri pomeriggio all'Allianz Stadium che per
il secondo anno consecutivo ha aperto le
porte per l'amichevole in famiglia fra Prima Squadra e Next Gen. Certo, Villa
Perosa aveva tutt’un altro fascino, ma i tempi cambiano e noi cambiamo con essi
dal momento che il cambiamento è una
condizione costante e inesorabile dell'esistenza umana. Una giornata di
allegria, sorrisi e applausi, quella vissuta ieri a Torino dal popolo bianconero. Esemplare per dare il miglior abbrivio alle nostre
due squadre che si apprestano ad iniziare la stagione. Stesso finale, come
ai tempi di Villar Perosa, con l’invasione di campo. Nessuno può permettersi di
dare patenti di tifo; sarebbe fuori da ogni logica pensare che tra i tifosi esistano
i buoni o i cattivi, i giusti o gli sbagliati. Anche perchè il tifo è una
pratica irrazionale, che sfugge a qualsiasi logica umana. La squadra del cuore
non la si sceglie; è lei che sceglie noi, di norma nel corso dell’infanzia, e
poi si cresce identificandosi con i suoi miti. Ma quel che è certo è che i trentanovemila
che ieri hanno riempito la casa bianconera rappresentano il simbolo del vero
popolo della Juventus. I tifosi dell'amore incondizionato, quelli che guardano ogni
partita per il solo gusto di star vicini alla propria squadra del cuore,
palesando semplicemente la contentezza di essere lì, anziché cimentarsi in
continui esercizi di critica pretestuosa fatta di continui lamenti. Quelli che ieri
hanno applaudito Locatelli quando qualche genio della lampada ha pensato bene
di fischiarlo dopo uno stop sbagliato. Chi lo ha applaudito non credo lo abbia fatto
perché impazzisce per Manuel quanto perché
il tifo più genuino è quello che sostiene chiunque scenda in campo indossando
la maglia bianconera. Alla stregua di chi la alleni o la diriga fuori dal campo.
La Juventus si ama a prescindere: quando vince e quando perde, quando ti fa gioire
così come quando ti fa soffrire. La si deve amare nonostante tutto, prima,
durante e dopo ogni partita. Ben poco
oggi rimane dello sport inteso come rito, come attesa spasmodica della partita,
inquanto tutto viene sempre più annacquato e stritolato dagli interessi economici
che il business ha imposto al calcio. Quello di buono che resta in questo meraviglioso
sport è proprio rappresentato dal tifoso, da chi tifa una squadra mettendo in
scena liturgie come quella a cui abbiamo assistito ieri pomeriggio. La vita non
si può ridurre al mero utilitarismo, altrimenti non esisterebbero l'arte, il
cinema, il teatro, la musical, lo sport, il calcio stesso. Forme di spettacolo
che contengono un fuoco sacro capace di tenere vivi sentimenti, sensazioni,
passioni, piaceri, divertimenti, e tutta una serie di altre cose che esistono nella
parte più profonda della nostra anima.



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