LA SQUADRA FUORI DAL CAMPO. QUELLA CHE TORNERA’ A FARE GRANDE LA JUVENTUS
Di Filippo Vagli
Ho sempre pensato che dietro ad ogni grande squadra ci debba necessariamente essere una grande società. E le grandi società sono formate da uomini forti, proprio come lo è Cristiano Giuntoli. Quello che dopo i vari Allegri, Sarri, Pirlo, Paratici, Nedved, Andrea Agnelli, poi nuovamente Allegri, Scanavino e John Elkann, si era trasformato nel bersaglio grosso da parte di quella frangia di tifoseria bianconera che per potersi dare una parvenza di esistenza deve mettere costantemente nel mirino del proprio fucile un tesserato bianconero. Giuntoli da uomo scafato ed intelligente è entrato in punta di piedi alla Continassa. Un primo semestre da “apprendista” per studiare l’ambiente, capire il complesso ecosistema bianconero, valutare con la massima attenzione chi meritasse un’ulteriore chances e chi invece andava ceduto. Il tutto senza cadere in sentimentalismi; senza fare prigionieri. E poi, da gennaio, la partenza. A fari spenti, sottotraccia, come si conviene ad un grande Dirigente. L’idea (giusta o sbagliata, lascio a voi decidere) che il ciclo di Allegri fosse giunto al suo naturale capolinea e la conseguente intuizione di puntare su Thiago Motta. In modo fermo, deciso, credendo ciecamente alle proprie idee. Studiando come poteva autofinanziarsi il mercato in entrata attraverso quello in uscita. Con la stessa pazienza e la medesima astuzia di Penelope, che grazie alla sua tela riuscì a salvare il trono di Itaca. Attraverso la capacità di sviare i suoi reali obiettivi dando in pasto ai media ciò che più faceva comodo alla sua strategia. Certo, da estimatore di Massimiliano Allegri, è dispiaciuto anche e me apprendere come Giuntoli abbia totalmente divelto il tecnico labronico ma purtroppo, era ciò che andava fatto. Quando capisci che per raggiungere il tuo obiettivo devi invertire la rotta a 360 gradi non puoi cedere a sentimentalismi. Ho sempre pensato che la Juventus nel luglio 2023, mettendo sotto contratto Cristiano Giuntoli, avesse compiuto un’operazione equiparabile all’acquisto di un top player. Non solo per la grande capacità di fare mercato ma per ciò che l’ex DS di Carpi e Napoli è capace di apportare a livello di idea di squadra. Un concetto che non si limita al “tirare tutti dalla stessa parte” ma che prevede un aggregato di uomini che condividono lo stesso obiettivo e nel quale esistono ruoli specifici. Nella sua idea di squadra i vari componenti devono saper integrare le loro differenze per creare un solo insieme, una cosa sola, un agglomerato unico, un monolite. Una squadra vince insieme e perde insieme, si muove insieme, gioisce e soffre insieme. Dal Presidente al magazziniere passando dal goleador all’allenatore. Nel creare questa alchimia Giuntoli è bravissimo con la sua capacità di far capire a tutti l’importanza di seguire la “sua” strategia persuadendoli che sia quella vincente. E nel caso qualcuno decidesse di provare a mettersi “di traverso” con il fine di turbare e scompensare l’ambiente verrebbe immediatamente accompagnato alla porta. Chiunque esso sia. Elkann, Ferrero, Scanavino, Calvo, Giuntoli (e i suoi fidati collaboratori) paiono essere "l’altra squadra" (quella fuori dal campo) perfetta per tornare a far volare la Juventus. Professionisti che stanno dimostrando di avere un piano, di saperlo elaborare con dovizia di particolari per poi partire all'attacco. Senza farsi troppi scrupoli e senza applicare l’etica che qualche “fariseo” da strapazzo pontifica in un mondo di squali. Questa è la medicina migliore di cui aveva bisogno la nostra Vecchia Signora per tornare a vestire l’abito della festa. Quello che tornerà a farla diventare la più bella del reame.



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