L’EDITORIALE – JUVENTUS: IL RODAGGIO TECNICO-TATTICO È ANCORA LUNGO

 



Di Stefano Dentice

A tre giorni dal debutto in campionato, all’Allianz Stadium contro il Como (lunedì 19 agosto alle 20:45), è tempo di tracciare un bilancio in casa Juventus relativo alle amichevoli estive. Nel complesso, tutt’altro che esaltanti le quattro sfide disputate dalla Juve in vista della nuova stagione: sconfitta 3-0 con il Norimberga, 2-2 con il Brest, vittoria 4-0 con la Next Gen e l’ultimo match perso 2-0 contro l’Atletico Madrid. 6 gol realizzati e 7 subiti per Danilo e compagni, dati che devono necessariamente indurre a una riflessione. La Vecchia Signora targata Thiago Motta, in fase di possesso, ha mostrato a tratti un buonissimo calcio, basato su scambi veloci palla a terra, anche a due tocchi, oltre a un interessante e soprattutto camaleontico 4-2-3-1 che diventa un 4-1-4-1 e, addirittura, un intrigante 3-2-4-1 in fase di costruzione e di sviluppo. Ma al momento, ciò che preoccupa davvero, sono i buchi difensivi che somigliano a quelli di uno scolapasta. Certo, questo dipende senza dubbio anche da un atteggiamento difensivo diverso, spesso volto a tenere una linea di quattro tendenzialmente più alta anche a costo di coprire 40-45 metri di campo alle spalle e di rischiare imbucate fatali. Ma questo è l’aspetto su cui si deve lavorare alacremente. A proposito dell’idea di calcio di Thiago Motta, l’allenatore italo-brasiliano si è espresso così ai microfoni di Sky: «Io, per bel gioco, intendo avere un equilibrio di squadra che sappia difendere molto bene. Una squadra che difende insieme, che ha la voglia di avere la palla, una squadra che attacca insieme. Bel gioco vuol dire tante cose: un grande sforzo mentale, fisico e tecnico in campo per poter fare il bel gioco». Novantadue minuti di applausi per l’ex tecnico del Bologna per questo concetto che, purtroppo, alcuni tifosi non riescono a comprendere nemmeno con un disegnino o con i sottotitoli. I supporter bianconeri che sperano di vedere una squadra costantemente a trazione anteriore, in pressing asfissiante per almeno settanta minuti, dimostrano di stare al calcio e alla tattica come Antonio Cassano sta al Dolce stil novo. Motta, più che giustamente, vuole una formazione in cui l’equilibrio regni sovrano, pretende un undici compatto, stretto, corto, pronto ad alzare il baricentro e a difendere con un blocco basso in base alle variazioni del copione tattico di ogni singola partita nell’arco dei novanta minuti. In fase di possesso, invece, il suo obiettivo principale è quello di riempire gli spazi, di far inserire a fari spenti i centrocampisti in zona gol, di sfruttare l’ampiezza e di creare superiorità numerica specie sugli esterni. Ma chi pensa che il nuovo mister bianconero sia un integralista del calcio champagne, è meglio che smetta di berlo, lo champagne. In attesa che Cristiano Giuntoli completi l’organico con Koopmeiners e Nico González, i due nomi più gettonati per il centrocampo e l’attacco che permetterebbero a Madama di compiere un altro notevole salto di qualità, bisogna concentrarsi sull’esordio casalingo con la matricola Como. Partire con il piede giusto sarebbe salutare per tutto l’ambiente, anche per evitare i primi «MottaOut» sui social da parte dei soliti sapientoni che non hanno mai giocato a calcio neppure sulla spiaggia di Coccia di Morto. Ormai è giunta l’ora di fare sul serio. L’entusiasmo c’è, l’ambizione pure. Ma il rettangolo verde, come sempre, resta l’unico depositario della verità.


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