DA 35 ANNI SENZA SCIREA, SCIREA È VIVO
Di Marco Edoardo Sanfelici per FONDAZIONE JDENTITA' BIANCONERA
Furono in molti a dolersi, la sera di quel maledettissimo 3 settembre di 35 anni fa. Soprattutto coloro che decisero involontariamente, per ossequio al dovere professionale, la sorte tragica di Gaetano Scirea o coloro che improvvidamente diedero la notizia terribile, senza verificare se la famiglia fosse già al corrente. Giampiero Boniperti non si perdonò mai di aver inviato Gai in una landa desolata e sperduta della Polonia rurale, per visionare una squadra di onesti dilettanti, opposti alla Juventus in Coppa U.E.F.A. Era consuetudine, ma forse non ne era il caso, col senno di poi. Sandro Ciotti, uomo irreprensibile, confessò un giorno di avere spesso avvertito il senso di colpa di aver fatto apprendere al figlioletto Riccardo della morte del papà dai microfoni della R.A.I.
Nessuno di noi si è chiamato fuori dalla disperazione. Nessuno sportivo si è esonerato. Nessuna persona normale non ha avvertito di essere più povero. Gaetano era di tutti, al di là della maglia bianconera, perché come lui pochissimi altri indossava la maglia della Nazionale come se davvero fosse la maglia di ogni italiano. Gaetano era il sogno incarnato di ogni ragazzo che prometteva bene, magari all’ombra del campanile del paese. Figlio di operai, gente semplice ma tutta d’un pezzo. Onesti come solo chi vive del proprio lavoro. Uno di noi, insomma; senza fronzoli e complicazioni. Chissà quale futuro gli avrebbe riservato il tempo, il destino, Dio. Non lo sapremo mai. Ci piace però azzardare ipotesi, come per esempio vederlo fare il giro del campo, in uno stadio qualsiasi che non sia l’Heysel, con la Coppa dei Campioni vinta dalla Juventus che lui allena o pensarlo esultante per aver guidato gli “azzurri” al quinto mondiale. Perché Gaetano Scirea resta un esempio di come rimanere refrattari agli strali della fama e continuare a vivere dando risalto ai veri valori, non cedendo alla superbia della notorietà. Vincendo e rivincendo. E se ancora oggi, a distanza di anni e facendo spesso solo riferimento a filmati d’epoca, tanti ragazzi hanno un moto di ammirazione per lui, non c’è dubbio: questa di Scirea é la vittoria più bella.



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