FRANCO LEONETTI: «LA JUVE TARGATA THIAGO MOTTA DEVE MIGLIORARE MOLTO, MA HA TUTTE LE POSSIBILITÀ DI LOTTARE PER I VERTICI»

 

Di Stefano Dentice

Conduttore del programma Ieri&Oggi su Radio Bianconera, ospite di frequente alla trasmissione Diretta Studio in onda sull’emittente televisiva nazionale Telecity Netweek, profondo conoscitore dell’ambiente bianconero, il giornalista Franco Leonetti esprime un giudizio sull’avvio di stagione della Vecchia Signora.

Dopo quattro giornate di campionato la Juventus ha ottenuto 8 punti, frutto di due vittorie e due pareggi, realizzando 6 gol e subendone 0. Convincenti le prime due gare con il Como e contro il Verona, vinte entrambe 3-0. Decisamente al di sotto della sufficienza le prestazioni con Roma ed Empoli, terminate con due scialbi 0-0. A tuo avviso, fino a questo momento, quali sono i pregi e i difetti della nuova Juve targata Thiago Motta?

«Buona la partenza, ma la Juve targata Motta deve migliorare molto e ha tutti i margini per farlo, anche in breve tempo. I principi del mister si basano sull’imporre il gioco agli avversari, il possesso palla attivo con tanti movimenti dei singoli, la riconquista della sfera con aggressività e veloce ripartenza, senza dimenticare l’impermeabilità difensiva: un caposaldo del pensiero mottiano. Alcune cose si sono cominciate a vedere, altre meno. Servirà tempo, pazienza, affinché lieviti la condizione fisica generale della squadra, i nuovi arrivati si inseriscano nei meccanismi e i dettami di Thiago vengano pienamente assimilati. Personalmente sono ottimista».

Al ritorno in Champions la Vecchia Signora ha liquidato il PSV Eindhoven con un netto 3-1, fornendo una buonissima prova sotto tutti i punti di vista. Ti aspettavi un match così brillante da parte dei bianconeri all’esordio nell’Europa che conta?

«Sinceramente lo speravo, anche se dopo lo scialbo pareggio ad Empoli era difficile immaginare una prestazione così corposa, forte e pungente sotto ogni punto di analisi. Una performance di squadra, di collettivo, con alcune crescite individuali e il golazo pazzesco di Yıldız, ma tutti hanno risposto bene alle sollecitazioni dell’appuntamento. Un viatico molto importante per la crescita del gruppo e per l’approccio in Europa. Era fondamentale portare a casa i tre punti al battesimo continentale».

Fra i nuovi acquisti che Motta sta inserendo in modo graduale nel suo scacchiere tattico, sino ad oggi, chi ti ha maggiormente colpito?

«La Juve ha operato un mercato sontuoso, intelligente e brillante dal voto altissimo in pagella: tutti giocatori poliedrici capaci di giostrare in almeno due ruoli, segno che il connubio Giuntoli-Motta ha idee molto chiare. Koopmeiners studia da leader e ha tutte le possibilità di prendere per mano la Juventus per condurla ad alti livelli, lui mi ha colpito molto per come si sta adattando all’ambiente e alla maglia: deve progredire e lo farà. Ottima l’intuizione su Kalulu, giocatore che se sta bene fisicamente è una certezza in ben due ruoli, Thuram è acquisto di qualità e da lui mi attendo molto. E il Nico González visto contro il PSV è apparso esplosivo, con grande corsa e fantasia, mentre ad Empoli era stato largamente insufficiente. Mi aspetto tanto da tutti i nuovi acquisti, ben sapendo che servirà del tempo e un ampio rodaggio».

A proposito di new entry, Giorgio Chiellini è il nuovo Head of Football Institutional Relations. Dal 16 settembre, infatti, lavora a stretto contatto con l’amministratore delegato Maurizio Scanavino. Seppur in un ruolo dirigenziale non da “campo”, il grande ritorno di Chiello a casa Juventus, magari “ufficiosamente”, può rappresentare un valore aggiunto anche per l’allenatore e soprattutto per i calciatori?

«Il ritorno di Chiellini lo ritengo assai importante: colorare di juventinità ed appartenenza la società è sempre cosa giusta ed opportuna. Ma Chiello non sarà solo un ambasciatore e un rappresentante, lavorerà con le competenze che già possiede, ampliandole e studiando per diventare un manager di livello. Entrare in Juventus è un passo notevole, e nonostante il suo ruolo sia distante dalla squadra sono certo che qualche incrocio ci sarà: sarebbe delittuoso non sfruttare le sue grandi capacità di leader dello spogliatoio.  Ufficialmente il suo incarico prevede altro, per il momento, ma l’esperienza e il carisma di Giorgione risulteranno considerevoli per la Juve attuale e dell’immediato futuro».

Nel prossimo turno di Serie A, all’Allianz Stadium, arriverà il Napoli dell’ex Antonio Conte. Sul piano mentale, fisico e tecnico-tattico, quale sarà la chiave di volta di questa sfida per entrambe le squadre?

«La scia lunga del trionfo europeo di martedì è combustibile da sfruttare, sia a livello mentale che fisico in casa bianconera. La Juve troverà un avversario ostico e pericoloso in ogni zona del campo, in special modo nel mezzo e sulle fasce: proprio in quelle zolle di terreno potrebbe decidersi la sfida. Tecnicamente le due squadre possono equivalersi, ma servirà capire quale Juventus scenderà in campo. Quella di Empoli faticherà molto al cospetto di un Napoli che, nonostante il risultato rotondo di Cagliari, in Sardegna ha sofferto molto. Quella di Champions, fatta di scambi veloci, corsa, prestazioni e intelligenza tattica può fare molto bene. La speranza dei tifosi zebrati è che la vera Juve sia ovviamente quella osservata in formato europeo, con tanti miglioramenti mostrati, in tutti gli interpreti e nelle varie zone del campo».

Proiettando la mente al futuro, considerando i nove innesti di qualità messi a disposizione di Thiago Motta dall’eccellente Cristiano Giuntoli, ritieni che la Juventus possa coltivare almeno l’ambizione di vincere lo scudetto?

«Penso che la Juve allestita magistralmente da Giuntoli abbia tutte le possibilità di lottare per i vertici, fino all’ultimo minuto, tornando a fare la Juve: quella vera e fortemente competitiva. In ogni gara in cui sarà impegnata - questa squadra dovrà dire la sua - e gli inizi appaiono confortanti, poi vincere dipenderà da tante componenti che si verificheranno durante la stagione. Non partire con i favori del pronostico, a volte, può risultare un pungolo e uno stimolo in grado di tirare fuori il meglio e il 120% del potenziale. Un nuovo progetto, per decollare, ha sempre necessità di tempo e pazienza, ma nessuno nella Juventus di Thiago Motta intende fare da spettatore. Ambizione e fame sono due peculiarità di questa Juve che possono condurre lontano».