IL RITORNO A CASA DELLA VECCHIA SIGNORA
Finalmente!!!
Dopo dodici lunghissimi mesi di astinenza forzata ci troviamo a poche ore dal ritorno
della Juventus nel massimo palcoscenico continentale: la nuova Champions
League. L’appuntamento è per questo pomeriggio all'Allianz Stadium quando alle 18.45
i bianconeri di Thiago Motta affronteranno gli olandesi del PSV Eindhoven. Sfida
tutt'altro che banale dal momento che i biancorossi del nord Europa non solo provengono
da un'annata record ma hanno iniziato la nuova stagione a vele spiegate. Da quando
in panchina siede il tecnico ungherese Peter Bosz l'Eindhoven si è qualificata agli
ottavi di Champions League dopo otto anni dall'ultima volta e ha vinto il
campionato olandese dopo sei anni con 91 punti sui 102 disponibili. Miglior difesa
del torneo con appena 21 reti al passivo ma anche miglior attacco con la
bellezza di 111 gol messi a segno. Come detto pocanzi anche in questo inizio di
stagione gli uomini di Peter Bosz stanno impressionando e in Eredivisie sono al
primo posto con 15 punti in 5 partite con 20 goal fatti e appena 3 subiti. Come
sistema di gioco il Psv Eindhoven alterna il 4-2-3-1 al 4-3-3, giocando un
calcio sì di possesso ma con fulminee verticalizzazioni e una fase di non
possesso basata su una riaggressione immediata della pala con la squadra che si
accorcia, alza la linea difensiva in modo da ridurre di gran lunga lo spazio di
manovra per la squadra avversaria. Diversi i singoli interessanti ma Luuk de
Jong all’alba dei suoi 34 anni sta vivendo una seconda giovinezza ed è la
stella incontrastata della squadra. Numeri impressionanti per lui nella passata
stagione con 29 gol e 15 assist in Eredivisie. Più lento il suo avvio a livello
realizzativo in questo campionato con 1 solo gol in 4 gare, ma con ben 4 assist
forniti ai compagni. Ma al di là del valore dell’avversario quale sarà il ruolo
che la Vecchia Signora potrà recitare in questa Champions League? È evidente
che la Juventus parta in posizione defilata anche se quando ti chiami Juventus
devi sempre giocare per vincere. Ciononostante, deve esserci in tutto l’ambiente
la consapevolezza che il momento che stiamo vivendo rappresenta solo i primi
mesi di un progetto triennale e che ci troviamo al cospetto di un gruppo
squadra cambiato in gran parte: dallo staff tecnico al parco giocatori. Ecco perché
è importante che La Juventus approcci questa competizione senza quell'ossessione
che la Champions era diventata nell’epoca Andrea Agnelli. Assillo che in buona
sostanza aveva fatto perdere al club la visione d'insieme facendogli compiere il
passo più lungo della gamba con l’acquisto di chi si pensava potesse portare la
Coppa dalle grandi orecchie a Torino. Quel Cristiano Ronaldo il cui acquisto fece
letteralmente esplodere i costi di
struttura (anche a causa della pandemia) portando in buona sostanza Madama ad
un dissesto economico finanziario ripianto solo grazie all’aiuto di mamma Exor.
Altro errore da non commettere è quello dei continui paragoni sia fra “quelle”
Juve e quella di oggi, così come tra i calciatori di quelle squadre e gli
attuali. Continuare a paragonare Vlahovic ai vari Tevez, Higuain Cristiano Ronaldo
credo sia la cosa più dannosa in assoluto per un calciatore che sicuramente
deve migliorare dal punto di vista tecnico, della serenità mentale e riguardo
la egli episodi, dal momento che da grandi stipendi derivano inevitabilmente grandi
responsabilità. Ma i cui miglioramenti devono arrivare anche dagli altri, da
chi gioca alle sue spalle così come ai suoi lati perché come recita Thiago
Motta a calcio si gioca in undici e le difficoltà di uno devono essere compensate
dalla bravura degli altri. A Dusan
dobbiamo chiedere sì grandi prestazioni ma senza farlo diventare il capro espiatorio
di ogni passo falso della squadra perché un Vlahovic tranquillo può essere determinante
per questa Juventus così come proprio la Champions League può rappresentare per
lui la grande occasione per compiere quello step che ancora gli manca per
essere annoverato tra i grandi “nove” del panorama internazionale.



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