L’EDITORIALE – JUVENTUS: AVVIO DI STAGIONE DA BICCHIERE QUASI PIENO
Di Stefano Dentice
I tre indizi raccolti in tre
match, in questo inizio di stagione della Juventus, fanno una buonissima
prova. 7 punti in tre gare, frutto di due vittorie e un pareggio, segnando sei
gol e subendone zero, rappresentano un’importante iniezione di fiducia e
ottimismo per il prosieguo dell’annata. La Vecchia Signora targata Thiago
Motta ha radicalmente cambiato pelle con ben nove acquisti che, in modo
graduale, si stanno inserendo nello scacchiere tattico dell’allenatore
italo-brasiliano. Le prime due partite, entrambe vinte 3-0 contro Como e
Verona, hanno mostrato una Juve assai brillante sotto tutti i
punti di vista: tecnico, tattico, fisico, atletico e caratteriale. La squadra
bianconera vista invece con la Roma ha fatto un passo indietro
soprattutto sotto l’aspetto della prestazione, un match in cui la qualità
tecnica individuale, prima di ogni altra cosa, è stata assente. Nonostante ciò,
il bilancio è senza dubbio positivo. Eccezion fatta per il mezzo passo falso
contro i giallorossi, Madama sta dimostrando pian piano di acquisire
un’identità tecnico-tattica ben definita. Per quanto concerne la fase di
possesso, il camaleontico 4-2-3-1 di Motta si trasforma spesso in un
3-2-4-1 in costruzione dal basso, dove tutti gli interpreti si interscambiano
anche per non concedere troppi punti di riferimento all’avversario. Nello
sviluppo, invece, si va sovente alla ricerca dell’ampiezza, del fraseggio corto
e fluido a metà campo, delle sovrapposizioni interne ed esterne e della
costante occupazione degli spazi, oltre ad alzare parecchio la linea difensiva
in impostazione. Mentre nella fase di non possesso, ciò che balza subito agli
occhi è la ferrea volontà di recuperare palla nelle transizioni negative
attraverso il gegenpressing, cioè quella riaggressione volta a rimpossessarsi
immediatamente del pallone specie negli ultimi 20-25 metri. Altra
caratteristica della fase di non possesso, in cui i bianconeri si schierano
tendenzialmente con un 4-3-3, è l’alternanza di un pressing ultraoffensivo allo
schieramento di dieci uomini che si abbassano dietro la linea della palla per
creare un blocco unico e per chiudere le linee di passaggio. Ed è proprio
questo atteggiamento che permette a Gatti e compagni di garantire una
solidità difensiva che, in queste prime tre uscite, è certamente l’arma in più
della Juventus. Soffermandosi sui singoli, la sensazione avuta sino a questo
momento è che Douglas Luiz, su tutti, potrà davvero rappresentare presto
un valore aggiunto per la Juve di Thiago Motta. Infatti, pur entrando sempre
nella ripresa, il brasiliano infonde tranquillità alla linea mediana e
all’intera squadra, giocando sempre a testa alta, con personalità, temperamento
e sicurezza nella scelta di determinate giocate. Tutto l’ambiente è
galvanizzato sia per l’arrivo dell’ex tecnico del Bologna che per gli
acquisti mirati a suscitare un palpabile entusiasmo purtroppo smarrito negli
ultimi tempi. Questa è una squadra in costruzione che il «risulchista» Motta
sta assemblando con sapienza, pazienza e lungimiranza. Con ogni probabilità,
dopo lo 0-0 contro la formazione di Daniele De Rossi, qualche tifoso
juventino “illuminato” si starà sfogando sui social lamentandosi già del
mercato, dell’allenatore e dei giocatori. Ma se è vero che la mamma dei cretini
è sempre incinta, è altrettanto vero che quella degli ignoranti è assai
fertile, magari geneticamente predisposta a parti gemellari. I fatti, invece,
testimoniano che la Juventus 2024-2025 ha decisamente una marcia in più
rispetto alla scorsa stagione, in tutti i sensi. Non mancheranno momenti
difficili, periodi in cui Thiago dovrà dimostrare di avere le spalle larghe per
gestire lo spogliatoio a livello mentale. Però, i prodromi per assistere a
un’annata di alto profilo ci sono tutti. Un punto casalingo racimolato con la
Roma non può e non deve cancellare gli ottimi risultati e le buonissime
prestazioni viste nelle due partite precedenti. Avere i piedi ben saldi a terra
è doveroso. Ma perdere l’entusiasmo e smarrire l’ottimismo è da psicolabili.



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