L'EDITORIALE - MESSAGGIO AI NAVIGANTI: L’ARABA FENICE BIANCONERA È RISORTA DALLE PROPRIE CENERI

 


Di Filippo Vagli

Il mercato appena conclusosi ha segnato il canto del cigno per quanto riguarda i parametri zero ma anche soprattutto una svolta epocale in casa Juventus. Riguardo ai parametrio i casi di Hermoso, Hummels, Martial, testimoniano come da questo punto di vista il vento stia cambiando. Per non parlare di Adrien Rabiot il quale dopo essere offerto a tutti i più prestigiosi club europei, se vorrà continuare a giocare dovrà accontentarsi di un ingaggio decisamente più basso rispetto a quei 7,5 milioni offerti da Giuntoli e rifiutati da mamma Veronique. Ma ciò che più interessa a noi, popolo bianconero è la svolta che questo mercato ha segnato in chiave Juventus e quindi la fine della sciagurata epoca rappresentata dagli ultimi sei anni. Sei stagioni zeppe di scelte schizofreniche, senza un minimo di logica tecnico – gestionale, vedi le operazioni usa e getta di Sarri e Pirlo solo per fare due esempi macroscopici. La nuova dirigenza bianconera ha ereditato un fardello particolarmente pesante dalla precedente ed ecco perché non dobbiamo illuderci ma essere consapevoli che il percorso di risanamento sarà lungo e irto di insidie. Ci porteremo ancora a lungo appresso il “cadavere” di Arthur, l’operazione più folle a livello tecnico finanziario della storia del nostro club. Quello scambio con Miralem Pjanic che segnò l’inizio della fine, trasformando la Vecchia Signora da società modello a club che, causa l’aver fatto il passo più lungo della gamba, si è trovata costretta ad operare artifici bilancistici “discutibili”. Quelle plusvalenze a specchio le quali oltre a consegnare su un piatto d’argento il club (quotato in borsa) nelle mani della “ingiustizia” sportiva italiana hanno appesantito enormemente i bilanci producendo costi di ammortamento talmente elevati che 2023 portarono la Juventus ad avere oltre 833 milioni di debiti nonostante tre aumenti di capitale da 700 milioni più uno successivo da 200 milioni. Operazioni lecite a livello legale (non esiste il reato di plusvalenza) ma totalmente fallimentari da un punto di vista gestionale, che hanno indirizzato il club a quel collasso finanziario che in assenza di un grippo come Exor alle spalle avrebbe portato al fallimento dello stesso. Ma al di là del “caso Melo”, il più eclatante, se pensiamo all'altro esubero che a tutt'oggi ci è rimasto in casa (Filip Kostic) non possiamo esimerci dal constare che un contratto di 2,5 milioni netti più bonus per quattro anni fatto ad un ventinovenne non si è rivelata essere un’operazione particolarmente lungimirante. Oggi il giocatore, a 31 anni suonati, è pienamente consapevole che nessun'altro club potrà garantirgli lo stesso ingaggio e pertanto pur di non guadagnare meno è disposto a rimanere seduto in tribuna per l’intera stagione. E a noi rimane solo da aspettare nel miracolo saudita. Da quello che abbiamo visto in questa campagna acquisti è evidente come la nuova gestione bianconera sia tornata a ragionare con l’intento di unire competitività e sostenibilità. Oggi, fortunatamente, siamo tornati ad avere una gestione virtuosa e degna di un club con la storia della Juventus. A partire dalla nuova politica riguardo gli ingaggi dei nuovi acquisti di gran lunga inferiori ai 10 milioni di Rabiot, ai 12 di Alex Sandro, ai 13 di Szczesny, ai 3,9 di Kean, e potrei continuare. Non solo: l'operazione Koopmeiners (costosissima, per carità) è stata finanziata attraverso il risparmio dell’ingaggio lordo di Rabiot (10 milioni), Alex Sandro (12 milioni lordi), Chiesa (9,5), Moise Kean (3,9) di quello legato alla rescissione di Szczesny e alle quote di ammortamento risparmiate per Chiesa (circa 11-12 milioni) e per Kean. Un totale di 52/57 milioni: esattamente quanto è costato Teun Koopmeiners. Ecco perché credo che Giuntoli si meriti un bel 9 in pagella: 10 non lo do mai perché come ci ha insegnato uno dei nostri padri fondatori “una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio” mentre 9,5 glielo avrei attribuito qualora fosse riuscito nell’impresa di liberarsi sia di Arthur che di Kostic. Quel che è certo è che questo mercato rappresenta la miglior risposta possibile ai vari Ceferin, Gravina, Chine, Marotta, Lotito, De Laurentis. Con il messaggio lanciato da Torino che, qualsiasi angheria verrà studiata in futuro nei confronti della Juventus (sono certo che succederà), Madama sarà capace non solo di reagire ma di rialzarsi, forte come e più di prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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