L'EDITORIALE - MESSAGGIO AI NAVIGANTI: L’ARABA FENICE BIANCONERA È RISORTA DALLE PROPRIE CENERI
Il mercato appena conclusosi ha
segnato il canto del cigno per quanto riguarda i parametri zero ma anche
soprattutto una svolta epocale in casa Juventus. Riguardo ai parametrio i casi
di Hermoso, Hummels, Martial, testimoniano come da questo punto di vista il
vento stia cambiando. Per non parlare di Adrien Rabiot il quale dopo essere
offerto a tutti i più prestigiosi club europei, se vorrà continuare a giocare
dovrà accontentarsi di un ingaggio decisamente più basso rispetto a quei 7,5
milioni offerti da Giuntoli e rifiutati da mamma Veronique. Ma ciò che più
interessa a noi, popolo bianconero è la svolta che questo mercato ha segnato in
chiave Juventus e quindi la fine della sciagurata epoca rappresentata dagli
ultimi sei anni. Sei stagioni zeppe di scelte schizofreniche, senza un minimo
di logica tecnico – gestionale, vedi le operazioni usa e getta di Sarri e Pirlo
solo per fare due esempi macroscopici. La nuova dirigenza bianconera ha ereditato
un fardello particolarmente pesante dalla precedente ed ecco perché non
dobbiamo illuderci ma essere consapevoli che il percorso di risanamento sarà
lungo e irto di insidie. Ci porteremo ancora a lungo appresso il “cadavere” di
Arthur, l’operazione più folle a livello tecnico finanziario della storia del
nostro club. Quello scambio con Miralem Pjanic che segnò l’inizio della fine,
trasformando la Vecchia Signora da società modello a club che, causa l’aver
fatto il passo più lungo della gamba, si è trovata costretta ad operare
artifici bilancistici “discutibili”. Quelle plusvalenze a specchio le quali
oltre a consegnare su un piatto d’argento il club (quotato in borsa) nelle mani
della “ingiustizia” sportiva italiana hanno appesantito enormemente i bilanci
producendo costi di ammortamento talmente elevati che 2023 portarono la
Juventus ad avere oltre 833 milioni di debiti nonostante tre aumenti di
capitale da 700 milioni più uno successivo da 200 milioni. Operazioni lecite a
livello legale (non esiste il reato di plusvalenza) ma totalmente fallimentari
da un punto di vista gestionale, che hanno indirizzato il club a quel collasso
finanziario che in assenza di un grippo come Exor alle spalle avrebbe portato
al fallimento dello stesso. Ma al di là del “caso Melo”, il più eclatante, se
pensiamo all'altro esubero che a tutt'oggi ci è rimasto in casa (Filip Kostic)
non possiamo esimerci dal constare che un contratto di 2,5 milioni netti più
bonus per quattro anni fatto ad un ventinovenne non si è rivelata essere
un’operazione particolarmente lungimirante. Oggi il giocatore, a 31 anni
suonati, è pienamente consapevole che nessun'altro club potrà garantirgli lo
stesso ingaggio e pertanto pur di non guadagnare meno è disposto a rimanere
seduto in tribuna per l’intera stagione. E a noi rimane solo da aspettare nel
miracolo saudita. Da quello che abbiamo visto in questa campagna acquisti è
evidente come la nuova gestione bianconera sia tornata a ragionare con
l’intento di unire competitività e sostenibilità. Oggi, fortunatamente, siamo
tornati ad avere una gestione virtuosa e degna di un club con la storia della
Juventus. A partire dalla nuova politica riguardo gli ingaggi dei nuovi
acquisti di gran lunga inferiori ai 10 milioni di Rabiot, ai 12 di Alex Sandro,
ai 13 di Szczesny, ai 3,9 di Kean, e potrei continuare. Non solo: l'operazione
Koopmeiners (costosissima, per carità) è stata finanziata attraverso il
risparmio dell’ingaggio lordo di Rabiot (10 milioni), Alex Sandro (12 milioni
lordi), Chiesa
(9,5), Moise Kean (3,9) di quello legato alla rescissione di Szczesny e alle quote
di ammortamento risparmiate per Chiesa (circa 11-12 milioni) e per Kean. Un
totale di 52/57 milioni: esattamente quanto è costato Teun Koopmeiners. Ecco
perché credo che Giuntoli si meriti un bel 9 in pagella: 10 non lo do mai
perché come ci ha insegnato uno dei nostri padri fondatori “una cosa fatta bene
può essere sempre fatta meglio” mentre 9,5 glielo avrei attribuito qualora
fosse riuscito nell’impresa di liberarsi sia di Arthur che di Kostic. Quel che
è certo è che questo mercato rappresenta la miglior risposta possibile ai vari
Ceferin, Gravina, Chine, Marotta, Lotito, De Laurentis. Con il messaggio
lanciato da Torino che, qualsiasi angheria verrà studiata in futuro nei
confronti della Juventus (sono certo che succederà), Madama sarà capace non
solo di reagire ma di rialzarsi, forte come e più di prima.



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