RESTA UN RETROGUSTO AMARO JUVENTUS -- ROMA 0 - 0

 


Le pagelle di Marco Edoardo Sanfelici

DI GREGORIO  6  Complessivamente ha parato più a Verona che al cospetto della Roma. Ciò significa che l’assetto difensivo che ha davanti a sé funziona come un orologio svizzero. Unico pericolo, un tiro di Angelino che esce di un nulla. Prese varie, una respinta di pugno e voilà.

SAVONA  6,5  Fa bene Thiago a continuare a preferire la presenza del ragazzo. Presidia la parte destra della metà campo nostra con personalità e concretezza. Il sovraffollamento tattico che ha di fronte, non gli permette di ricavarsi un pizzico di spazio. Va bene così.

GATTI  6,5  Non è ancora Chiellini e forse non lo sarà mai. Però, rinvia pressato, accelera in avanti con impeto e relativo cartellino per Saelemaekers. Per la serie: non mi fa paura niente e nessuno. Il miglioramento tecnico verrà a forza di giocare.

BREMER  6,5  Ha da domare un bell’armadione di nome Dovbyk. Per carità, non è Gerd Mueller, eppure la stazza crea non pochi problemi. Uscito l’ucraino, si concede qualche licenza in avanti per accorciare gli spazi di metà campo. Tanto entra Baldanzi e mica tutte le ciambelle riescono col buco come l’anno scorso con l’Empoli. Non vede biglia.

CABAL  6  Costretto a fare il terzino basso basso e senza licenza alcuna in avanti. De Rossi gli appiccica Soulè che lo impegna nei primi 20 minuti alla massima attenzione. Vero che l’argentino tutto volteggi e veroniche gli va via alla prima azione, ma vero pure che la presenza di Soulè finisce  lì e Cabal può respirare. E pensare che in giro c’è anche gente che voleva dare le chiavi del centrocampo della Juve a questo ectoplasma… (CONCEICAO  6,5  Ah, se Koop lo servisse in velocità, appena entrato, forse staremmo a commentare un risultato diverso! Detto ciò, a destra arrivano i pericoli, perché mi sembra un folletto stortignaccolo, alla maniera di un Nibelungo, che ricorda quelle ali, piccole e sguscianti che tanto facevano ammattire gli “stilosi”. Unico appiglio allo spettacolo di tutta la gara)

FAGIOLI  5,5  Prova opaca, non del tutto per colpa sua. La posizione tattica lo penalizza o per essere più precisi, la mancanza di protezione da parte di un compagno dedicato, gli crea grossi problemi di controllo palla e di visione di gioco. Troppo spesso è annullato da raddoppi e triplicate. (DOUGLAS LUIZ  6  A differenza di Fagioli, sa scappare dalla marcatura, perché dotato di controllo del pallone superiore e riesce quindi a rendersi utile nel cucire il gioco. I compagni impareranno a dettare soluzioni di scarico, nel tempo del suo mantenimento di palla. Allora diverrà la fonte del gioco e la pericolosità aumenterà come il grafico di una gaussiana)

LOCATELLI  6  Si scopre preposto a danzare tra le linee romaniste e la difficoltà a prendere campo delle linee sue. Dà il suo solito contributo, ma non ha mai la spaziatura sufficiente per accendere un’azione fulminante. C’è troppa gente “esteta” nel centrocampo juventino. (McKENNIE  6  Reintegrato con buona pace di entrambe le parti, in tempo per calare la sua fisicità e spostare l’ago di mezzo verso la porta giallorossa. Non sta a lui concretizzare. Fa anche in tempo a prendere una gomitata proditoria di Mancini in piena bocca. Mancini era appena stato ammonito, per la cronaca.)

CAMBIASO  6  Dovrebbe essere l’esterno alto che stringe verso l’area. Patisce pure lui la super presenza di compagni a destra, Savona, Gatti, Yildiz. Così gioca negli ultimi 10 metri, quando vede la palla. Scivola a sinistra con l’ingresso di Conceiçao. Per un attimo solo, dato che spesso occupa la trequarti centrale. Insomma, un uomo per tutti settori del campo, servisse almeno a vincere. 

YILDIZ  5,5  Confeziona l’azione più pericolosa di tutta la partita, servendo a Dusan un traversone basso che il serbo gira sul secondo palo, obbligando Svilar alla paratona. Fine delle trasmissioni. Con Fagioli in mezzo, lui scivola sulla fascia destra e annulla la sua presenza.  Si percepisce ogni tanto il disvelarsi della sagoma traccheggiante del turchino: fino allo sfinimento. Andava sostituito lui e non Vlahovic, con Nico.

MBANGULA  5,5  L’asticella si alza. Non basta più l’entusiasmo, l’esaltazione, l’incoscienza. Spesso si trova costretto a ripiegare perché Celik e Cristante lo schiacciano senza pietà. La battaglia di centrocampo spesso scarica le munizioni e diventa difficile servirlo con cambi di gioco e palle profonde. Capita. (KOOPMEINERS  S.V.  E dagliela quella palla a Conceiçao, “TESTEUN”. Rivedibile)

VLAHOVIC  6,5  Sissignori, 6,5. Se lo togliete, la squadra perde un buon 40% di profondità. La sua presenza è garanzia di terminale. Come quando si corre verso una meta, sapendo di trovarla. Non certo una gara memorabile, ma Dusan deve stare dentro sempre. Infatti averlo tolto, ha privato la squadra del forcing finale e consentito alla Roma addirittura di diventare pericolosa oltre misura. (NICO GONZALEZ  S.V.  Fa la conoscenza con l’erba dell’Allianz. Per la palla, aspetta la ripresa del campionato.)

THIAGO MOTTA  5  Questa volta si sono concretizzate tutte, diconsi tutte, le perplessità che chi scrive aveva alla vigilia. Quando le gare hanno la caratteristica della predominanza tattica e divengono autentiche partite a scacchi, Thiago mostra qualche crepa. Lui è un trascinatore, un motivatore, un “cissatore della maraja” si dice a Torino. Se poi arriva De Rossi che dispone la Roma a specchio e presidia la terra di mezzo incollando due uomini su Loca e Fagiolino, si manifesta la difficoltà ad uscire dall’empasse. Mi permetto di dissentire dalla concomitante presenza di Fagioli e Yildiz insieme. O uno o l’altro. Senza “fasulèn” il turchino occupa la sua posizione naturale e non finisce ai margini della linea laterale. Senza Yildiz, Fagioli ha campo allargato davanti a sé. Punto secondo: a 10 muniti dalla fine, alla terza giornata, avere 6 punti o 7 poco cambia. Se davvero é l’allenatore della svolta, da lui mi aspetto l’assalto finale, anche a rischio di prendere un contropiede fatale. E allora non si cambia una punta, oltretutto fondamentale, con un’altra punta, non così fisica. Si gioca a 2 punte e si cambia Yildiz ormai stravolto. Nico evapora come la rugiada del mattino e alla fine si corre il rischio di subire le ultime azioni in avanti di una squadra romana che alla mezzora del secondo tempo non riusciva a uscire dalla propria metà campo. Mi posso perplimere? Resta l’amaro di una vetta in solitudine che sfuma. Sosta con retrogusto acre da smaltire. Non è grave, sicuramente lavorando si correggono gli errori, la qualcosa riguarda anche o soprattutto Motta. Alla Juve mancano già 2 punti, mister, da noi si ragiona così.

Marco Edoardo Sanfelici

P.S.  Caro Thiago Motta, ci hai fatto venire la voglia di sognare, grazie a due partite come non se ne vedevano da anni. Ora però ti sei “fregato” con le tue stesse mani. Non serve a nulla un punto in casa, se la Juve è quella che ci hai abbozzato. Prendi appunti.


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