IL COMMENTO – JUVENTUS – LAZIO 1-0: TRE PUNTI PESANTI SUDANDO SETTE CAMICIE

 


 Di Stefano Dentice

Depauperata da tante defezioni importanti (Bremer, McKennie, Koopmeiners, Conceição, Nico González e Milik), la Juventus riesce comunque a venire a capo della Lazio, all’Allianz Stadium, superandola di misura per 1-0. Vittoria preziosa raggiunta con enorme fatica quella dei bianconeri. Nella prima frazione di gioco la squadra di Thiago Motta trova parecchie difficoltà nel superare il primo pressing dei biancocelesti, ricorrendo spesso a stucchevoli passaggi all’indietro e risultando farraginosa nella costruzione dal basso. Pochissime le sovrapposizioni nei primi quarantacinque minuti, troppo lenta la trasmissione del pallone anche a causa di scelte sbagliate nei tempi del passaggio, diversi duelli persi a centrocampo, ma praticamente zero rischi dalle parti di Di Gregorio. La formazione di Baroni non si rende mai pericolosa, ma in fase di non possesso chiude abilmente gli spazi cercando di ripartire con qualche buona transizione positiva. Poi, l’espulsione di Romagnoli che costringe Zaccagni e compagni ad abbassare il baricentro. Nella ripresa, anche grazie alla superiorità numerica, la Juve spinge sull’acceleratore creando un volume di gioco sostanzioso e producendo almeno cinque occasioni da rete, con Vlahović e Douglas Luiz, su tutti, che flirtano con il gol. La Lazio, schierata con un 4-4-1, si difende con nove uomini dietro la linea della palla provando a ribaltare l’azione senza troppo successo, ma il castello difensivo crolla a dieci minuti circa dal triplice fischio con l’autorete dello sfortunato Mario Gila. La Vecchia Signora vince senza convincere appieno, fornendo una prestazione tutt’altro che brillante quantomeno per ciò che concerne la fase offensiva. Però, al netto di una performance per nulla entusiasmante, Madama può godersi il secondo posto in solitaria in attesa che si concluda l’ottavo turno di Serie A. Ancora una volta l’ennesimo clean sheet dall’inizio del campionato ad oggi, segno di una squadra che fa della fase di non possesso la sua arma migliore. Questo alla faccia dei giochisti duri e puri, di «adaniana discendenza», pienamente convinti che la “nuova” Juventus targata Motta avrebbe praticato un calcio tutto caviale, champagne e bollicine con tanto di pallottoliere per contare i gol realizzati. Il tecnico italo-brasiliano, invece, fine e saggio «risulchista», sta dimostrando che vincere senza esprimere un gioco necessariamente spettacolare, «circense», è davvero l’unica cosa che conta.  


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