KENAN YILDIZ: UN TALENTO ANCORA GIOVANE SU CUI PESANO MAGLIA E RESPONSABILITA'
Nel calcio di un
tempo il “dieci" era il fantasista, quel giocatore da cui ci si aspettava il
colpo di genio, l’invenzione risolutrice. Una sorta di figura mitologica del
calcio, il “destabilizzatore” più vigoroso che potesse esistere in un terreno
verde. Nel calcio contemporaneo questo tipo di giocatore sta scomparendo. I “dieci”
di oggi sono molto più fisici, difendono, pressano, coprono gli spazi, macinano
chilometri e vanno a mille all’ora. Tutto
normale in un calcio che sta cambiando ma se commettiamo l’errore di imprigionare
nella camicia di forza della tattica chi dispone di certi colpi, smetteremo di
divertirci. I giocatori più talentuosi non possono venir limitati da schemi o da
ruoli prestabiliti. Tormentarli con il dover tornare a coprire fino al limite
della propria area di rigore è controproducente. Sono artisti che con il
pennello in mano devono sentirsi liberi di dipingere ciò che sentono dentro, liberi
di inventare. Il calcio senza numeri dieci è uno sport molto più noioso e uno
spettacolo privo di artisti difficilmente farà innamorare le nuove generazioni
ai nuovi campioni. La Juventus nel corso dell’ultima estate ha deciso che il
suo numero dieci è e sarà Kenan Yildiz, diciannovenne di grandi potenzialità
con un futuro radioso davanti a sé. Madama sul classe 2005 turco ha investito parecchio,
dandogli un ruolo di titolarissimo e assegnandogli la maglia numero dieci, quella
che fu di Sivori, di Platini, di Baggio, di Del Piero: un simbolo più che una
maglia. La casacca di chi risolve e determina le partite più complicate, quelle
che non riesci a sbloccare quando la squadra gioca male. Considerando che ci troviamo
al cospetto di un ragazzo di 19 anni, non solo alla sua prima stagione da
titolare nella Juve ma che con ogni probabilità difficilmente potrà diventare Le
Roi, il Divin Codino, piuttosto che Pinturicchio, non credo ci sia da stupirsi
se Yildiz deve ancora segnare il suo primo gol in campionato. Qualcuno nei mesi
scorsi lo aveva impropriamente paragonato a Yamal, l’extraterrestre del
Barcellona. Basta osservare i due per capire come tale paragone sia quanto meno
improprio, sia a livello tecnico ma ancor di più da un punto di vista fisico
essendo l’iberico dotato di una fisicità impressionante a differenza di Kenan, il
quale deve irrobustirsi e non poco dal punto di vista atletico. Il dieci bianconero
arriverà ad essere come i giocatori sopramenzionati? Impossibile dirlo oggi; nessuno
può sapere a che livello potrà arrivare. Il suo talento è ragguardevole, di
quelli da giocatore “risolutore” e questo lo obbligherà a calarsi meglio nel
ruolo che gli è stato assegnato. D’altra parte, la dieci (soprattutto quella
della Juve) comporta sì onori ma anche tanti oneri. Al contempo sarebbe irragionevole
e irrazionale pretendere che oggi possa essere lui il principale elemento capace
di risolvere da solo gli attuali problemi della Vecchia Signora.



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