LA JUVE E IL PROPRIO DESTINO

 


Di Filippo Vagli

I pareggi con Roma, Empoli, Napoli e Cagliari hanno fatto non solo storcere il naso ad una parte di tifoseria bianconera ma anche l'andare alla ricerca dei capri espiatori a cui addebitare tali “défaillance”, individuandoli principalmente in due giocatori (Vlahovic e Douglas) e nel direttore Cristiano Giuntoli, reo quest’ultimo, di aver condotto un calciomercato considerato deficitario riguardo alcune scelte. Sappiamo che nel nostro calcio il passare dalle stelle alle stalle, da eroi a inetti è un passo brevissimo. Avevamo già intravvisto qualcosa di simile dopo l'amichevole di luglio con il Norimberga, quando iniziarono borbottii  totalmente fuori luogo conditi da giudizi assolutamente forvianti. Esattamente ciò che sta accadendo oggi, con una Juventus sicuramente migliorabile ma comunque imbattuta in campionato e sempre vittoriosa in Champions League. Siamo solo al 9 ottobre, e credo si debba guardare non solo al risultato, ma osservando con attenzione le prestazioni, evitando di sparare fuochi d’artificio dopo ogni vittoria così come gettarsi dal quinto piano dopo un pareggio. Nella sfida contro il Cagliari la Juventus è stata più “piaciona” che cattiva, si è specchiata più che andare alla ricerca della concretezza e il campo l’ha punita. Ottima prestazione nei numeri ma incapace di mettere in faretra quei tre punti che ogni tifoso sperava. Va bene la tecnica, la tattica, la strategia, ma nello sport l’atteggiamento, così come l’essere affamati, è alla base di ogni successo. Così come è altrettanto importante il “qui e ora”, con l’obbligo di mettersi dietro le spalle il pareggio di domenica e pensare a come affrontare la Lazio, sabato 19 ottobre, senza Bremer, Conceicao e probabilmente sia Nico Gonzalez  che Koopmeiners. Se per quanto riguarda la sostituzione dell’argentino il ritorno di Weah e la poliedricità di Andrea Cambiaso preoccupano il giusto, sono tre i giocatori che potrebbero sostituire il tuttocampista olandese nel ruolo di sottopunta dietro Dusan Vlahovic: Kenan Yildiz, Douglas Luiz e Weston McKennie. Mi fido di Thiago Motta, sia riguardo la sfida con la Lazio che per il percorso della nuova Juventus. Perchè? Essenzialmente perché in ogni partita si sono notati una serie di  elementi di crescita, con la squadra che da ogni passo falso ha appreso qualcosa a livello di aree di miglioramento. Non  a caso il pareggio contro il Cagliari ha fatto registrare una serie di numeri totalmente diversi rispetto alle gare con Roma, Empoli e Napoli. Inoltre, mi pare di scorgere una Juventus che incomincia ad avere un assetto tattico piuttosto chiaro ed è a ridosso della prima della classe pur con uno spaventoso potenziale inespresso rappresentato da tre calciatorini quali Khephrem Thuram, Douglas Luiz e Teun Koopmeiners ancora non perfettamente inseriti nei meccanismi della squadra e lontanissimi da ciò che una volta al 100% potranno apportare alla squadra diventandone un valore aggiunto. A differenza di Pierre Kalulu e Francisco Conceicao capaci di integrarsi subito al meglio. Servirà tempo, un po’ di pazienza, ma quando la Juventus sarà capace di riversare sul campo tutto il suo valore avrà compiuto quel passo decisivo tale da considerarla una reale candidata allo scudetto. Lapalissiano che la “conditio sine qua non” sia quella di rimanere attaccati alla vetta, evitando di perdere troppi punti lungo il percorso in questo inizio di stagione così come ci sia da parte del club l’obbligo di tornare sul mercato a gennaio per garantirsi quell’attaccante capace di affiancare così come di rappresentare un’alternativa al nove serbo bianconero. Spese folli non se ne porranno fare nel nome della competitività all’interno della sostenibilità dettata dalla proprietà ma ciononostante si dovrà lavorare in direzione di quel progetto sì desideroso di successi ma ancor più volto alla riapertura di uno di quei cicli di vittorie che hanno sempre contraddistinto la storia della Juventus. Il percorso è ancora lungo così come il lavoro da fare è ancora tanto ma la strada imboccata è quella giusta per rimettere la Vecchia Signora sulla via del proprio destino: quello chiamato vittoria.

 

 


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