LA JUVE E IL PROPRIO DESTINO
I pareggi con
Roma, Empoli, Napoli e Cagliari hanno fatto non solo storcere il naso ad una
parte di tifoseria bianconera ma anche l'andare alla ricerca dei capri espiatori a
cui addebitare tali “défaillance”, individuandoli principalmente in due giocatori
(Vlahovic e Douglas) e nel direttore Cristiano Giuntoli, reo quest’ultimo, di
aver condotto un calciomercato considerato deficitario riguardo alcune scelte. Sappiamo
che nel nostro calcio il passare dalle stelle alle stalle, da eroi a inetti è un
passo brevissimo. Avevamo già intravvisto qualcosa di simile dopo l'amichevole di
luglio con il Norimberga, quando iniziarono borbottii totalmente fuori luogo conditi da giudizi assolutamente
forvianti. Esattamente ciò che sta accadendo oggi, con una Juventus sicuramente
migliorabile ma comunque imbattuta in campionato e sempre vittoriosa in Champions
League. Siamo solo al 9 ottobre, e credo si debba guardare non solo al risultato,
ma osservando con attenzione le prestazioni, evitando di sparare fuochi d’artificio
dopo ogni vittoria così come gettarsi dal quinto piano dopo un pareggio. Nella
sfida contro il Cagliari la Juventus è stata più “piaciona” che cattiva, si è specchiata
più che andare alla ricerca della concretezza e il campo l’ha punita. Ottima prestazione
nei numeri ma incapace di mettere in faretra quei tre punti che ogni tifoso
sperava. Va bene la tecnica, la tattica, la strategia, ma nello sport l’atteggiamento,
così come l’essere affamati, è alla base di ogni successo. Così come è
altrettanto importante il “qui e ora”, con l’obbligo di mettersi dietro le
spalle il pareggio di domenica e pensare a come affrontare la Lazio, sabato 19
ottobre, senza Bremer, Conceicao e probabilmente sia Nico Gonzalez che Koopmeiners. Se per quanto riguarda la
sostituzione dell’argentino il ritorno di Weah e la poliedricità di Andrea Cambiaso
preoccupano il giusto, sono tre i giocatori che potrebbero sostituire il
tuttocampista olandese nel ruolo di sottopunta dietro Dusan Vlahovic: Kenan
Yildiz, Douglas Luiz e Weston McKennie. Mi fido di Thiago Motta, sia riguardo la
sfida con la Lazio che per il percorso della nuova Juventus. Perchè? Essenzialmente
perché in ogni partita si sono notati una serie di elementi di crescita, con la squadra che da
ogni passo falso ha appreso qualcosa a livello di aree di miglioramento. Non a caso il pareggio contro il Cagliari ha fatto
registrare una serie di numeri totalmente diversi rispetto alle gare con Roma,
Empoli e Napoli. Inoltre, mi pare di scorgere una Juventus che incomincia ad
avere un assetto tattico piuttosto chiaro ed è a ridosso della prima della classe
pur con uno spaventoso potenziale inespresso rappresentato da tre calciatorini
quali Khephrem Thuram, Douglas Luiz e Teun Koopmeiners ancora non perfettamente
inseriti nei meccanismi della squadra e lontanissimi da ciò che una volta al
100% potranno apportare alla squadra diventandone un valore aggiunto. A
differenza di Pierre Kalulu e Francisco Conceicao capaci di integrarsi subito
al meglio. Servirà tempo, un po’ di pazienza, ma quando la Juventus sarà capace
di riversare sul campo tutto il suo valore avrà compiuto quel passo decisivo tale
da considerarla una reale candidata allo scudetto. Lapalissiano che la “conditio
sine qua non” sia quella di rimanere attaccati alla vetta, evitando di perdere troppi
punti lungo il percorso in questo inizio di stagione così come ci sia da parte
del club l’obbligo di tornare sul mercato a gennaio per garantirsi quell’attaccante
capace di affiancare così come di rappresentare un’alternativa al nove serbo bianconero.
Spese folli non se ne porranno fare nel nome della competitività all’interno
della sostenibilità dettata dalla proprietà ma ciononostante si dovrà lavorare in
direzione di quel progetto sì desideroso di successi ma ancor più volto alla riapertura
di uno di quei cicli di vittorie che hanno sempre contraddistinto la storia
della Juventus. Il percorso è ancora lungo così come il lavoro da fare è ancora
tanto ma la strada imboccata è quella giusta per rimettere la Vecchia Signora
sulla via del proprio destino: quello chiamato vittoria.



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