LA JUVE TRA CHAMPIONS, CURVE CRIMINALI E STEMMI MESSI IN MOSTRA
Clamoroso ciò
che sta travolgendo Inter e Milan. L'inchiesta sulle curve ha portato a mettere
le manette ai polsi a 18 persone decapitando i vertici del mondo ultras
meneghino. Non meno surreali le modalità con cui buona parte dei mezzi di
informazioni sta trattando la questione. Ma d’altro canto siamo in Italia, il
paese dei due pesi e delle due misure. Ciò che oggi la maggior parte dei media
chiama “Inchiesta ultras” qualche stagione fa portava a titoli cubitali del
tipo “Juventus e ‘ndrangheta”. Andrea Agnelli, il primo presidente di una club
italiano ad aver denunciato il malaffare alle autorità competente, venne
dipinto come un pericoloso ndranghetista a differenza di quanto accade oggi,
con la “corte dei miracoli” prontissima a specificare come si debba parlare di
parte lesa in riferimento a club che non solo non hanno denunciato alcunché ma da
ciò che sta emergendo dalle prime intercettazioni rese pubbliche intrattenevano
attraverso propri tesserati colloqui di “buon vicinato” (per usare un
eufemismo) con i soggetti incriminati, accompagnati da scambi di favori. Ai
tempi dell’inchiesta “Last Banner”, l’allora Procuratore Federale, Giuseppe Pecoraro,
chiese trenta mesi di inibizione nei confronti di Andrea Agnelli mentre in
queste ore il pensiero dominante è quello volto a sminuire la responsabilità
dei club gettandola per intero sulle spalle di chi intratteneva rapporti con i
capi ultras. Oggi, in qualità di Procuratore Federale al posto di Pecoraro c’è un
altro Giuseppe, che di cognome fa Chiné, al quale pare corretto chiedere quantomeno
lo stesso trattamento che venne riservato a Madama. Vedremo… nel frattempo i
prodromi non paiono essere dei migliori dal momento che il procuratore di
Milano, Marcello Viola, dichiaratamente interista, si è presentato nella
conferenza stampa post blitz con una cover dell’Inter a far bella vista sul
proprio smartphone. Ciò non significa nulla, intendiamoci, ma
"imparzialità" e "terzietà consiglierebbero maggior cautela
anche a livello di forma da parte di chi occupa ruoli così importanti. Non oso
pensare al caos che si sarebbe scatenato se un episodio analogo avrebbe
riguardato un Procuratore con la cover bianconera. Nel frattempo, il calcio
giocato va avanti e la Juve è chiamata questa sera a Lipsia a confermare quanto
di buono messo in mostra nella gara di esordio in Champions contro il PSV. Una
bella prova di maturità per Vlahovic e compagni dal momento che i tedeschi sono
una squadra molto competitiva, che gioca bene a calcio, produce una pressione
aggressiva ma non scriteriata, concede sì spazi ma sa far ben più male rispetto
a Como, Verona e Genoa se le viene consentito. Una Juventus che secondo la
filosofia “mottiana” non si metterà indietro, non subirà il gioco
dell’avversario, ma cercherà di difendersi attaccando, pressando gli avversari,
tenendo il più a lungo possibile il pallone tra i piedi per avere sempre il
controllo della partita. Una squadra che di gara in gara sta migliorando,
avvicinandosi sempre più alla quadratura del cerchio.



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