NESSUN ALIBI MA SOLO DATI OGGETTIVI
Chi mi conosce
sa perfettamente che non scrivo e non parlo mai di arbitri. Non mi piace chi lo
fa perché di norma l’arbitraggio avverso viene usato come alibi, e questi
ultimi rappresentano la panacea dei perdenti. Julio Velasco diceva: “Ho
conosciuto centinaia di atleti. Alcuni vincenti, altri perdenti. La differenza?
I vincenti trovano soluzioni. I perdenti cercano alibi”. Terminata questa
doverosa premessa oggi non posso esimermi dal portare alla luce una serie di
dati oggettivi riguardo la partita di ieri sera tra Lipsia e Juventus, un match tra i più
condizionati a cui abbia assistito da quando esiste la Champions League. Nel
primo tempo c’è un macroscopico rigore per un fallo netto su Vlahovic ma sia l’arbitro
Letexier che il VAR fanno orecchie (e occhi) da mercante. Nel secondo tempo Koopmeiners,
involatosi in contropiede verso l’area avversaria, viene fermato senza motivo alcuno
dal guardialinee che si trova a pochi centimetri dall’azione. Arriviamo all’espulsione
di Di Gregorio decretata su chiamata del VAR: la palla prima tocca il ginocchio
del portiere bianconero e poi carambola in maniera assolutamente casuale sfiorando
la mano del portiere stesso, il quale fa di tutto per evitare il tocco stesso.
Non è finita: sulla punizione che scaturisce da tale espulsione, Douglas Luiz per
proteggersi il volto si gira di spalle e la palla gli urta un gomito, ripeto a
viso ruotato dalla parte opposta rispetto alla direzione della sfera. Ma fra
tutte queste nefandezze la cosa più grottesca è stato il recupero di ben nove
minuti decretato dal direttore di gara. Fattispecie quest’ultima che dice tutto
riguardo la volontà di “correggere” da fuori quello che si stava profilando
essere il risultato sul campo. Non
voglio credere alla malafede. Non posso. Altrimenti dovrei smettere di guardare
il calcio. Ma pur con tutta la più buona volontà, come si fa ad avere fiducia
in un sistema come questo? E soprattutto, cosa deve ancora espiare la Juventus dopo
essere stata buttata impropriamente fuori dall’Europa nella scorsa stagione con
un procurato danno economico di oltre ottanta milioni di euro? Ai posteri l’ardua
sentenza.



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