SE MILANO PIANGE, TORINO QUANTOMENO SORRIDE

 


Di Filippo Vagli


Non c’è peggior cosa per chi ama il calcio che apprendere la notizia dell'applicazione di misure cautelari per diciannove esponenti di cosche criminali infiltratisi nelle curve italiane. In questo caso si parla di Inter e Milan ma quando si ha a che fare con delinquenti non esiste differenza di colori, di tifo, di campanile. I criminali non hanno colore. Va però sottolineato come nel 2018 la Juventus denunciò strategie estorsive nei suoi confronti mentre ieri abbiamo appreso dal PM Paolo Storari, quello che ha coordinato l’indagine relativa alle curve di Inter e Milan, che nessun dirigente delle due squadre meneghine ha sporto denuncia. Ma torniamo a parlare di calcio giocato. Dopo quarantacinque giorni dall’inizio della stagione credo si possa affermare che questa Juventus stia andando al di là di ogni oltre più rosea aspettativa. Mi riferisco alle tempistiche sia dei risultati ottenuti sul campo che alla crescita esponenziale di giovai quali Yildiz, Savona, Mbangula, Rouhi. Talenti in erba che testimoniano come la seconda squadra bianconera, voluta fortemente dall’ex presidente Andrea Agnelli, rappresenti la miglior palestra possibile non solo per costruire in casa giovani campioncini ma anche per lanciare gli stessi nel calcio dei grandi facendoli allenare e giocare con calciatori affermati del calibro di Gleison Bremer, Pierre Kalulu, Douglas Luiz, Teun Koopmeiners, Nico Gonzalez, capaci di agevolarne la crescita. Certo, ci sono stati alcuni passaggi a vuoto, come lo scialbo pareggio ad Empoli così come ce ne saranno anni. La strada per arrivare ad essere una grande squadra è ancora lunga. Basti vedere l’innegabile difficoltà dei ragazzi di Thiago nello sbloccare le gare contro le squadre chiuse, così come una certa lentezza nel giro palla e la difficoltà a ricercare “piani B” quando si affrontano avversari di un certo tipo. Così come non abbiamo ancora visto come reagirà la squadra quando (prima o poi succederà) andrà in svantaggio. Ma al contempo c’è la sensazione che questa Juventus non solo stia iniziando a capire la filosofia “mottiana” e i meccanismi del calcio del tecnico italo brasiliano, ma che abbia enormi potenzialità ancora inespresse e grandi margini di miglioramento davanti a sé. Squadra chiusa con atteggiamento difensivo non sarà certamente il Lipsia che Madama affronterà domani sera. Gli uomini allenati da Marco Rose formano una squadra di ottimo livello, con un’idea di calcio offensiva ma nello stesso tempo solida a livello difensivo, e pertanto complicata da affrontare. Una partita dall’elevato fascino, così come lo sono le grandi sfide internazionali. Ed è bello dopo tre anni costellati più da amarezze (in campo e fuori) che da gioie vivere serate come quella che si prospetta domani sera. Ancora di più farlo con una Juventus giovane, in salute, seconda in classifica ad un punto dalla capolista Napoli. Sarà una lunga stagione, da poter godere fino in fondo, gustandoci le cose buone del presente ma assaporando nello stesso tempo un futuro che consenta alla Vecchia Signora di tornare a recitare quel ruolo che la storia le ha consegnato.

 

 

 


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