SE MILANO PIANGE, TORINO QUANTOMENO SORRIDE
Non c’è peggior cosa per chi ama il calcio che apprendere la notizia dell'applicazione di
misure cautelari per diciannove esponenti di cosche criminali infiltratisi nelle
curve italiane. In questo caso si parla di Inter e Milan ma quando si ha a che
fare con delinquenti non esiste differenza di colori, di tifo, di campanile. I criminali
non hanno colore. Va però sottolineato come nel 2018 la Juventus denunciò strategie
estorsive nei suoi confronti mentre ieri abbiamo appreso dal PM Paolo Storari,
quello che ha coordinato l’indagine relativa alle curve di Inter e Milan, che
nessun dirigente delle due squadre meneghine ha sporto denuncia. Ma torniamo a
parlare di calcio giocato. Dopo quarantacinque giorni dall’inizio della
stagione credo si possa affermare che questa Juventus stia andando al di là di ogni
oltre più rosea aspettativa. Mi riferisco alle tempistiche sia dei risultati ottenuti
sul campo che alla crescita esponenziale di giovai quali Yildiz, Savona,
Mbangula, Rouhi. Talenti in erba che testimoniano come la seconda squadra bianconera,
voluta fortemente dall’ex presidente Andrea Agnelli, rappresenti la miglior palestra
possibile non solo per costruire in casa giovani campioncini ma anche per
lanciare gli stessi nel calcio dei grandi facendoli allenare e giocare con calciatori
affermati del calibro di Gleison Bremer, Pierre Kalulu, Douglas Luiz, Teun Koopmeiners,
Nico Gonzalez, capaci di agevolarne la crescita. Certo, ci sono stati alcuni
passaggi a vuoto, come lo scialbo pareggio ad Empoli così come ce ne saranno
anni. La strada per arrivare ad essere una grande squadra è ancora lunga. Basti
vedere l’innegabile difficoltà dei ragazzi di Thiago nello sbloccare le gare contro
le squadre chiuse, così come una certa lentezza nel giro palla e la difficoltà
a ricercare “piani B” quando si affrontano avversari di un certo tipo. Così
come non abbiamo ancora visto come reagirà la squadra quando (prima o poi
succederà) andrà in svantaggio. Ma al contempo c’è la sensazione che questa
Juventus non solo stia iniziando a capire la filosofia “mottiana” e i meccanismi
del calcio del tecnico italo brasiliano, ma che abbia enormi potenzialità ancora
inespresse e grandi margini di miglioramento davanti a sé. Squadra chiusa con
atteggiamento difensivo non sarà certamente il Lipsia che Madama affronterà domani
sera. Gli uomini allenati da Marco Rose formano una squadra di ottimo livello, con
un’idea di calcio offensiva ma nello stesso tempo solida a livello difensivo, e
pertanto complicata da affrontare. Una partita dall’elevato fascino, così come
lo sono le grandi sfide internazionali. Ed è bello dopo tre anni costellati più
da amarezze (in campo e fuori) che da gioie vivere serate come quella che si
prospetta domani sera. Ancora di più farlo con una Juventus giovane, in salute,
seconda in classifica ad un punto dalla capolista Napoli. Sarà una lunga
stagione, da poter godere fino in fondo, gustandoci le cose buone del presente
ma assaporando nello stesso tempo un futuro che consenta alla Vecchia Signora di
tornare a recitare quel ruolo che la storia le ha consegnato.



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