LA LEZIONE DEL GOL: JUVENTUS TRA OPPORTUNITÀ E INTERROGATIVI
Di Filippo Vagli
La partita di
ieri tra Juventus ed Empoli ha messo in luce una verità fondamentale, una
lezione che risuona in ogni angolo del nostro amato sport: nel calcio, a
dispetto di ogni teoria e strategia, ciò che conta davvero è fare gol. Questo
semplice ma fondamentale aspetto diventa ancor più evidente quando si parla di
una squadra che aspira a raggiungere il vertice, come la Juventus, e si trova
di fronte avversari di media – bassa classifica, come l'Empoli. Ieri, abbiamo
assistito a una partita in cui la Juventus a differenza di tante altre partite
non ha sprecato l'occasione di portare a casa i tre punti. Quante occasioni ha gettato
al vento Madama, semplicemente per non essere riuscita a segnare un gol in più
rispetto agli avversari? Quanti punti ha lasciato per strada in questa
stagione? Almeno una dozzina, e soprattutto contro squadre di medio-basso
livello, mostrando difficoltà nel superare difese ben organizzate, come quella
dell’Empoli, che ieri è stata trafitta da Kolo e Vlahovic. Ogni partita è una
battaglia, ogni punto vale oro e uno dei fattori che ha pesato sulla classifica
della Vecchia Signora è stata la gestione del reparto offensivo. Una delle
cause principali è da ascrivere all’aver deciso di affrontare gran parte della
stagione con un solo centravanti, Dusan Vlahovic. Un talento indiscutibile il
serbo, ma la mancanza di concorrenza interna ha portato a una certa
stagnazione. Dusan si è trovato a occupare un "posto fisso" che,
sebbene prestigioso, ha limitato la sua capacità di esprimere il massimo del
suo potenziale. In assenza di una sfida interna, la sua prestazione è scesa
sotto le aspettative, e questo ha avuto ripercussioni dirette sui risultati
della squadra. Il calcio è un gioco di squadra, e ogni singolo giocatore ha un
ruolo ben preciso nel raggiungimento del successo collettivo. La competitività
all'interno del gruppo è fondamentale per stimolare le prestazioni e far
brillare i talenti. La Juventus ha bisogno di un attacco dinamico e
imprevedibile, in cui ogni giocatore si senta motivato e stimolato a dare il
massimo. Solo così potrà essere in grado di trasformare le occasioni in gol e,
di conseguenza, i punti in vittorie. Lavorare per creare un ambiente in cui
ogni giocatore si senta valorizzato e spinto a dare il massimo, dovrebbe essere
la mission di ogni grande allenatore. Non è un caso che con la presenza
di Kolo Muani anche Vlahovic abbia ritrovato la via del gol, dimostrando una
motivazione che non si vedeva da tempo. Non è possibile stimare con certezza quanti
punti in più avrebbe potuto accumulare la Juventus se avesse ingaggiato un
attaccante come il francese o un suo equivalente durante il mercato estivo, ma
è certo che sarebbero stati superiori a quelli attuali. Parlare col senno
del poi è estremamente facile ma credo si possa affermare senza il timore
di essere smentiti come l’aver contato sul recupero di Milik o sulla
conversione di Nico Gonzalez in centravanti sia stata una scelta quantomeno avventata.
Analizzare la Juventus di quest’anno, primo anno del "nuovo
progetto", non è affatto semplice. Emergono sia errori che aspetti
positivi, e come sempre non tutto è da condannare o da salvare. È necessaria
un'analisi dettagliata e approfondita, che non può trovare spazio in una critica
caratterizzata da posizioni estreme. La presenza di Kolo Muani contro l’Empoli
ha messo in evidenza le qualità tecniche di una squadra che non avrà campionissimi
tra le sue fila ma possiede talento e idee di gioco. Era dalla partita contro
il Lipsia che la Juventus non riusciva a reagire in modo efficacie ad un
momento difficile. Se continuerà su questa strada, e soprattutto se riuscirà a
trovare la continuità di prestazione, potrà aspirare a conquistare senza
eccessive difficoltà il quarto posto in campionato, a proseguire il cammino in
Europa e, perché no, a provare a regalarsi il sogno Coppa Italia, regalando al popolo
bianconero quelle soddisfazioni che erano attese in questa stagione. Tuttavia,
è evidente che quattro gol contro una squadra in difficoltà come quella di
mister D’Aversa non siano sufficienti a dissipare i dubbi legati all'assenza di
leader e alla confusione nella gestione tattica dell’attuale allenatore, il quale
anche contro l’Empoli ha nuovamente alterato ruoli e relative certezze. Una
squadra che ha la necessità di correggere più errori, in virtù del fatto che
sia questi giocatori che il loro allenatore hanno il potenziale per fare ben di
più di quanto dimostrato finora.



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