RISCOPRIRE LE RADICI: LA NECESSITA’ DI VALORI E TRADIZIONI NELLA JUVENTUS DI OGGI

 


Di Filippo Vagli 

Non perdere la propria natura e le proprie origini è fondamentale dal momento che formano la base della nostra identità, influenzano scelte, valori e comportamenti. Rimanere ancorati alle proprie radici ci permette di conoscere meglio noi stessi, di avere una visione chiara del nostro posto nel mondo, ci arricchiscono e ci offrono un senso di appartenenza. Mantenere vive queste tradizioni permette di trasmettere conoscenze e valori alle future generazioni, preservando un patrimonio culturale unico. Comprendere e accettare le proprie origini può conferire una maggiore resilienza nei momenti difficili dal momento che le esperienze e le sfide affrontate dalle generazioni precedenti possono fornire insegnamenti preziosi e ispirazione. In sintesi, mantenere un legame con la propria natura e le proprie origini è essenziale per vivere una vita autentica, ricca di significato e connessa agli altri. Nella Juventus chi si sta facendo carico di trasmettere tutto questo patrimonio ai nuovi arrivati? Quali sono quelle figure che possono tramandare a chi arriva  i valori e le tradizioni del club? Oggi come oggi non mi viene in mente nessuno che sotto la Mole possa sobbarcarsi il compito di guida capace di condividere un'esperienza sufficiente per educare i neofiti, qualcuno da cui possano apprendere anche solo osservando. La grandezza di un club di alto livello si fonda anche su una serie di elementi impalpabili, invisibili, non materiali, ma fondamentali per costruire una continuità. Questi aspetti sono ciò che unisce una squadra, che stimola chi va in campo a dare il massimo, chi li aiuta a gestire la pressione,  rendendo tutti consapevoli della rilevanza di un club come la Juventus. Alla Juventus è in atto un nuovo progetto, con un nuovo gruppo dirigente, un nuovo allenatore e nuovi giocatori. Che siano le scelte giuste o meno, sarà solo la storia a decretarlo ma quel che è certo è che attualmente manca un elemento capace di unire il tutto nei momenti di difficoltà. Solo Perin ha respirato quell'atmosfera che in passato intimidiva gli avversari, i quali ora non sembrano per nulla intimoriti nel venire a fare la partita nel nostro fortino. E’ molto più semplice trovare sul mercato un buon centravanti o un arcigno difensore piuttosto che qualcuno in grado di insegnare i valori juventini. Ancora più complesso se la rosa è composta principalmente da giovani, esattamente come in questa Juventus, dopo il Parma la squadra con l’età media più bassa dell’intera Serie A. Non si tratta di rinnegare il nuovo che avanza, quanto piuttosto a riflettere su quanto si sia sacrificato dell’esistente nel tentativo di costruire qualcosa di nuovo, sottovalutando l'importanza dell'esperienza e del senso di appartenenza. Ogni grande club ha i custodi del proprio patrimonio culturale. Figure che hanno il compito di difendere e tramandare la cultura del club stesso, indispensabili in ogni ruolo, dal campo ai cosiddetti “piani alti”, per mantenere viva l’anima del club. A distanza di due giorni dalla chiusura del mercato alla Juventus servono almeno un paio di giocatori per poter consegnare a Motta una rosa che possa consentirgli scelte e qualità. Tuttavia, resterà viva è più che mai la sfida di far comprendere ai giovani bianconeri cosa significhi essere parte della Juventus e quali siano le aspettative a carico di chi indossa questa maglia. La Juventus è un ecosistema alquanto complesso e la ricostruzione di un sogno deve ripartire dal significato stesso della Juventus. Ecco perché nei meandri della Continassa, sia sul campo che negli uffici, sarà fondamentale recuperare i valori perduti, tornare alle radici valoriali, riappropriarsi dei valori storici, delle fondamenta etiche di un tempo per risvegliare i valori ancestrali che hanno reso unico questo club. 

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