IL CORSIVO - GRAVINA ALLA CONTINASSA: UN APPLAUSO AL PARADOSSO
Di Filippo Vagli
Il calcio
italiano appare ogni giorno sempre più come un palcoscenico dove l'ipocrisia e
l'assurdo si intrecciano in una danza grottesca. La visita di Gabriele Gravina
alla Continassa per esaltare la Juventus come modello di strutture realizzate è
senza dubbio un momento da incorniciare. Già, perché l'architetto di questi
meravigliosi edifici è un certo Andrea Agnelli, figura tanto invisa al
presidente della FIGC. Ironia delle sorte, si potrebbe dire. Mentre il
presidente Gravina si compiace di strutture come lo Stadium e il JHotel, è bene
ricordare che la Juventus è stata privata di introiti Champions attraverso un
procedimento che, per usare un eufemismo, ha più il sapore di un processo di
caccia alle streghe che di un rigoroso esame di giustizia. Le accuse di
plusvalenze si basano su faldoni e intercettazioni provenienti da una Procura
che, come sancito dalla Cassazione, non aveva nemmeno le competenze per farlo. Gravina,
accolto con tappeto rosso, sembra più un sovrano in visita che un arbitro
imparziale. E che dire della cena milanese, dove si è seduto con i dirigenti di
un'Inter che, facciamo attenzione, hanno un passato un po'… nebuloso?
Inopportuno, per non dire scandaloso, che la Figc si trovi a tavola con chi
dovrebbe giudicare, mentre l’attenzione mediatica si fa misteriosamente
assente. Eppure, Gravina non ha perso l’occasione di alzare la voce contro la
Lazio per i suoi rapporti con gli ultrà, dimenticando di trovarsi seduto con
chi, secondo intercettazioni e testimonianze, ha legami ben più compromettenti.
Ma si sa, nel calcio, la coerenza è un lusso che pochi possono permettersi. Dunque,
godiamoci questo spettacolo, dove il paradosso regna sovrano e le
contraddizioni sono la norma. Chissà, magari alla prossima visita di Gravina,
ci porterà un souvenir: un bel “non mi ricordo” da appendere al muro della
vergogna calcistica.



Commenti
Posta un commento