JUVENTUS: ALLA RICERCA DI UN FUTURO TRA SFIDE E RESPONSABILITÀ CONDIVISE

 


Di Filippo Vagli

Nel mondo del calcio, così come in molti altri ambiti della vita, la ricerca di un capro espiatorio è un riflesso della nostra necessità di dare un senso a situazioni complesse e spesso disordinate. La Juventus, si trova attualmente ad affrontare una serie di sfide che mettono in discussione non solo le sue ambizioni sportive, ma anche la sua integrità e il suo futuro. L'analisi dei problemi che affliggono il club bianconero non può però limitarsi all’individuazione di un’unica causa o a un singolo colpevole. L’insuccesso e le difficoltà, infatti, sono spesso il risultato di una rete intricata di fattori interconnessi, che spaziano dalla gestione societaria alle scelte tecniche, fino ad arrivare all’impatto delle pressioni esterne. In un contesto così complesso, è fondamentale capire che addebitare le responsabilità a un singolo individuo o a un evento isolato non solo è riduttivo, ma può anche essere fuorviante. Solo così sarà possibile affrontare in modo costruttivo le problematiche attuali e progettare un futuro che possa riportare la Juventus ai vertici del calcio italiano ed europeo. La Juventus, in questo momento, si trova al centro di un dibattito acceso che va oltre il semplice rendimento sul campo: le sue recenti difficoltà sollevano interrogativi sulla sostenibilità del modello societario, sulla qualità del progetto tecnico e sull'efficacia della comunicazione con i tifosi. Il 4-0 subito in casa contro l’Atalanta rappresenta un colpo di dimensioni epiche per la Juventus, un risultato negativo che non si registrava da quasi 58 anni. Una debacle caratterizzata dal silenzio assordante della dirigenza: un ritornello che sembra ripetersi invariato, a prescindere dagli eventi. Una società completamente assente, caratterizzata da una freddezza che si presta a molteplici interpretazioni, soprattutto considerando che sulla panchina della Juventus siede un allenatore che necessiterebbe di un sostegno da parte della dirigenza per affrontare alcune problematiche comunicative che in un contesto come quello juventino non possono essere ignorate. È indubbio che il governo tecnico guidato dal presidente Ferrero e dall'ad Scanavino si sia focalizzato principalmente su aspetti riguardanti l'equilibrio economico-finanziario. Tuttavia, in periodi di grave difficoltà come quello attuale, così come in situazioni di episodi arbitrali “discutibili” (per usare un eufemismo), si avverte la necessità di percepire una presenza da parte della società. La quale ha invece sempre optato per il silenzio, suscitando tra i tifosi bianconeri la percezione di un indebolimento dell'immagine e dell'influenza politica del club. Ecco perché potenziare il senso di appartenenza alla Juventus, rappresenterebbe un passo fondamentale per ricostruire un legame profondo con il tessuto bianconero, formato da tifosi appassionati che, investendo tempo e risorse nella squadra, meritano sicuramente di più. In questa prospettiva, è evidente che la presenza di figure carismatiche e autentici simboli della storia juventina diventa una richiesta sempre più urgente. C'è poi un secondo livello che riguarda l'allenatore. Non c'è più spazio per esperimenti o scommesse in panchina. Far parte della Juve significa saper gestire la pressione, per evitare umiliazioni come quelle vissute domenica sera. Piuttosto che limitarsi a un semplice gioco di nomi, sarebbe cruciale scegliere un allenatore che comprenda appieno cosa significhi guidare la Juve, non solo in termini di trionfi, ma anche per il rispetto di una storia e di un onore da tutelare. La Juventus non conquista il titolo di campione d'Italia dal 2020 ed è esclusa dalle prime otto squadre europee dal 2018. Risultati più che deludenti per un club del calibro di Madama. Ecco perché, una volta raggiunto il terzo livello e quindi la rosa dei giocatori, sarà fondamentale creare una squadra robusta sotto ogni aspetto: tecnico, tattico, atletico e mentale. Dopo i sostanziali investimenti delle ultime sessioni di mercato, risulta complicato prevedere una Juventus "generosa" nella prossima estate. Questo è dovuto sia alle necessità di bilancio, sia al fatto che nell'attuale rosa bianconera ci sono un elevato numero di giocatori da valorizzare rispetto a quanto realizzato finora. Pochi innesti, magari uno per ogni reparto, ma con caratteristiche ben definite: giocatori esperti, maturi e dotati di capacità di leadership. In questa stagione, è venuta a mancare la presenza di atleti capaci di condurre la squadra nei momenti critici e di affrontare le partite decisive come solo i campioni sanno fare.


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