LA JUVENTUS DECIDE. ABBANDONA L’INDECISIONE E METTE TUDOR IN PANCA

 


Di Filippo Vagli

Habemus Papam”. Con un gesto che segna una svolta decisiva, la Juventus ha finalmente preso una decisione forte, e se il destino lo vorrà, potremmo assistere a una nuova era per il club bianconero. Nel mondo del calcio, l'indecisione è spesso sinonimo di debolezza, e come ci ricorda Dante Alighieri, coloro che scelgono di non scegliere, gli ignavi, sono i più disprezzati. Oggi, fortunatamente, la Vecchia Signora ha dimostrato di non voler seguire le orme di queste figure ambigue e statiche. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire. Con una scelta finalmente compiuta, la Juventus si prepara a scrivere un nuovo capitolo nella sua storia, con la speranza di ritrovare la grandezza che le spetta di diritto. Sia in caso di vittoria che di sconfitta, non avrebbe avuto senso collegare il futuro dell'ex tecnico Thiago Motta ai 90 minuti della partita contro il Genoa, poiché è fondamentale non farsi mai condizionare da un unico risultato. L'errore più significativo sarebbe stato, dopo mesi di impegni e analisi interne, lasciarsi influenzare da un'unica partita. I risultati, che si tratti di una vittoria fortunata o di una sconfitta ingiusta, non possono condizionare il futuro di un allenatore. E così è stato. Nella giornata di oggi, è stato comunicato a Thiago Motta il suo licenziamento. Contestualmente, il club ha annunciato che la panchina è stata affidata a Igor Tudor, con il croato che sarà sulla panchina bianconera fino al termine della stagione con opzione fino al 2026 in caso di qualificazione alla prossima Champions League. Se i dirigenti avessero interpretato le recenti debacle come semplici episodi sfortunati, non ci sarebbero state motivazioni per adottare misure drastiche. Tuttavia, la situazione era ben più complessa ed è compito del management di un club non limitarsi a osservare, ma prendersi le proprie responsabilità per anticipare gli sviluppi futuri. Era chiaramente indispensabile un cambiamento nella guida tecnica per riaccendere l'orgoglio della squadra, che negli ultimi tempi sembra essersi affievolito. D'altra parte, quando la maggior parte dei giocatori fatica a comprendere le idee del tecnico, la squadra corre il rischio di smarrire il proprio percorso. Se i dirigenti hanno colto questa difficoltà, l'unica soluzione è stata prendere delle decisioni, anche a costo di rinnegare scelte fatte in precedenza. La corsa alla Champions si deciderà punto per punto, e la Juventus non può più permettersi errori, né in campo, né fuori. Le prossime nove partite saranno nove finali da vincere per per puntare all’obiettivo più importante della stagione: la qualificazione alla prossima Champions League. Sarà solo il tempo a dirci se la decisione di cambiare la guida tecnica della squadra sarà stata vincente. Quel che è certo è che arrivati al 23 marzo non c’era più tempo da perdere. Quando gli eventi precipitano le decisioni devono essere tempestive.


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