L’ASSOLUZIONE DI MICHEL PLATINI: UN’INGIUSTIZIA LUNGA DIECI ANNI E LA SPERANZA DI UN RITORNO NEL MONDO DEL CALCIO
Di Filippo Vagli
Oggi, il mondo
del calcio celebra una vittoria di giustizia, eppure, per molti, si tratta di
una vittoria tardiva. L’assoluzione di Michel Platini dalle infamanti accuse
legate al “Fifa-gate” segna la fine di un incubo giudiziario durato
dieci anni, un periodo in cui un genio del calcio è stato costretto ai margini,
privato del suo legittimo posto nel mondo che ha contribuito a elevare. Platini,
ex pallone d’oro e presidente dell’Uefa, è stato vittima di un sistema che ha
visto nel suo successo una minaccia al potere precostituito. Le accuse di frode
e di ricezione di pagamenti “sospetti” sono state smontate da una Corte
che finalmente ha riconosciuto l’assenza di prove solide. Come ha affermato
Platini, “Mi è stato impedito di diventare presidente della FIFA”. Ma chi ha
realmente beneficiato dalla sua esclusione? La risposta è semplice: un sistema
in crisi che ha preferito sacrificare l’integrità di un uomo per mantenere il
controllo su un gioco che, nel profondo, appartiene a tutti noi. La verità è
che Platini ha sempre rappresentato un’idea di calcio diversa, un calcio più
puro, più giusto, lontano da scandali e corruzione. La sua visione ha dato
fastidio a troppi, e così è stato messo da parte, mentre i veri colpevoli
continuano a operare nell’ombra. La sua riabilitazione è un passo fondamentale,
non solo per lui, ma per tutto il movimento calcistico che necessita di figure
autorevoli, oneste e competenti. A 69 anni, Michel Platini ha ancora molto da
dare al calcio. La sua esperienza, la sua passione e la sua conoscenza del
gioco lo rendono un candidato ideale per un ritorno, magari proprio alla
Juventus, il club che ha contribuito a rendere grande. L’idea di vederlo
nuovamente attivo, magari come consigliere o in un ruolo dirigenziale, è un
sogno che non possiamo abbandonare. Il calcio ha bisogno di autentici leader,
di uomini che sappiano mettere al primo posto il bene del gioco, non i propri
interessi. Platini può ancora essere quel leader, e la sua storia, segnata da
ingiustizie e persecuzioni, può diventare un esempio di resilienza e
determinazione. Speriamo che, finalmente, il calcio possa riabbracciare uno dei
suoi figli più illustri, che ha pagato un prezzo troppo alto per il suo
desiderio di cambiamento. La sua storia è la nostra storia, e insieme possiamo
continuare a lottare per un calcio migliore.



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