LE VOCI SU CONTE E IL SUO LEGAME INDISSOLUBILE CON LA JUVENTUS
Di Filippo Vagli
Negli ultimi giorni, le voci di un possibile ritorno di Antonio Conte alla guida della Juventus hanno iniziato a circolare con insistenza, accendendo il dibattito tra le varie anime del popolo bianconero. Inoltre, tra i lettori di Tuttosport che hanno preso parte al sondaggio del quotidiano piemontese sulle preferenze per un possibile sostituto di Motta, si è registrato un plebiscito a favore del tecnico leccese, indicato come il favorito per la panchina della Juventus. Ma perché, a distanza di anni, le "vedove di Conte" continuano a essere così numerose? La risposta è semplice: Conte è un vincente. La sua storia con la Juventus è segnata da successi straordinari e da un carisma che ha saputo conquistare il cuore di molti. Il suo approccio passionale e la sua mentalità vincente hanno lasciato un segno indelebile nel club bianconero. Anche coloro che lo considerano antipatico non possono negare l'efficacia del suo lavoro e il suo impatto sul campo. Nel mondo del calcio, pochi allenatori riescono a lasciare un segno così profondo come Antonio Conte. Il suo palmares, che include non solo i campionati vinti in Serie B con Bari e Siena, ma anche cinque titoli di campione con la Juventus (tre), il Chelsea e l'Inter, testimonia una mentalità vincente che lo colloca tra i tecnici più rispettati nel panorama calcistico. All’epoca del suo primo scudetto sulla panchina della Juventus Conte riuscì a rimettere in sesto una squadra che l’anno precedente si era classificata al settimo posto. La guidò verso il titolo di Campione d’Italia a fronte di una campagna acquisti scevra da fuochi d’artificio. Pirlo, svincolato dal Milan e classificato come “bollito”. Mirko Vucinic dalla Roma, un buon talento ma molto incostante. Un giovane semisconosciuto come Artuto Vidal dal Bayer Leverkusen. Due difensori dal nome non particolarmente altisonante come Stephan Lichtsteiner e Martin Caceres. La squadra vinse lo scudetto con quattro con quattro punti di vantaggio su un Milan di grande qualità che poteva contare su campioni quali Gattuso, Inzaghi, Van Bommel, Mexes, Seedorf, Zlatan Ibrahimović, Pato, Nesta, Flamini, Zambrotta, Ambrosini, Boateng, Thiago Silva, Robinho, Cassano e Massimiliano Allegri in panchina. Quella Juve, oltreché laurearsi Campione d’Italia fu anche la miglior difesa del campionato e il secondo attacco, con Matri a segno 10 volte, Vucinic e Marchisio 9, e Vidal 7. Tuttavia, il vero capolavoro fu la capacità di risvegliare giocatori come Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini e Del Piero, che erano stati fischiati più volte nelle stagioni precedenti. Dopo altri due scudetti sotto la Mole, il tecnico salentino conquistò la Premier League col Chelsea alla sua prima esperienza oltre Manica per poi portare l’Inter nella stagione 2020/2021 alla conquista dello scudetto con ben 12 punti di vantaggio sul Milan. Straordinaria la sua capacità di trasformare una squadra in una macchina da guerra capace di competere ai massimi livelli. Con Conte in panchina, l'obiettivo è sempre raggiungibile. La sua abilità di essere un leader indiscusso si evidenzia sia nello spogliatoio che sul campo, oltre alla sua capacità comunicativa nel motivare la squadra anche di fronte ad avversari che sembrano superiori. Esattamente come ciò che sta facendo quest'anno a Napoli, dopo il fallimento della stagione scorsa, grazie a un lavoro eccezionale che riflette il suo spirito vincente. Alla suo primo anno sulla panchina dei partenopei Conte sta andando oltre le aspettative, perché il suo unico obiettivo è vincere. La sua dedizione instancabile, caratterizzata da un approccio meticoloso e da una vasta esperienza, ha dato vita a un team determinato sotto il Vesuvio, capace di affrontare e superare sfide e condizioni difficili. La squadra lo supporta in ogni suo aspetto, compresi gli allenamenti così intensi da risultare al limite della sopportazione umana. Ha iniziato con il rafforzare la difesa, il suo primo obiettivo e fondamento per mirare in alto, creando la migliore retroguardia del campionato, nonostante l'assenza di difensori di grande fama. Nonostante la cessione di un campione come il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, è riuscito a trovare soluzioni variando il modulo di gioco, dimostrandosi tutt'altro che integralista, sapendo estrapolare il meglio dai calciatori a sua disposizione. La sua convinzione che il lavoro ripaga è diventata la convinzione della squadra. Non era affatto scontato prevedere un Napoli così protagonista, ma ingaggiare Antonio Conte non implica solo partecipare, bensì avere l'ambizione di vincere. In un calcio dove la passione e la strategia si intrecciano, Antonio Conte non è solo un allenatore vincente, ma un architetto di sogni che, con ogni vittoria, scrive pagine indelebili nella storia del calcio. Tornerà a scriverne in bianconero? Cosa spinge i tifosi a sognare un suo ritorno? È solo nostalgia per i trofei vinti o c'è qualcosa di più profondo che lega Conte alla Juventus? Nel labirinto del calcio, solo il tempo potrà rivelare se il percorso di Conte avrà la capacità di riscrivere la storia del club torinese, unendo passato e futuro in un'unica, memorabile narrazione.



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