NEL CALCIO, SOLO LA VITTORIA CONTA. L'INELUTTABILE VERITÀ DELLO SPORT COMPETITIVO
Di Filippo Vagli
Nel mondo dello
sport, e in particolare nel calcio, spesso si sente dire che l'unica cosa che
conta è vincere. Questa affermazione riflette una realtà profonda e, a volte,
cruda di questo ambiente così competitivo. I risultati, quelli scritti sugli
almanacchi e registrati nella storia, sono ciò che rimane nel tempo. Le
vittorie, i trofei e i record sono ciò che definisce una carriera e un club. Il
calcio, come molti sport, è intrinsecamente legato alla competizione. Le
squadre, i dirigenti, gli allenatori, i giocatori sono valutati in base ai loro
successi, e queste valutazioni influenzano la reputazione, le opportunità di
carriera e le sponsorizzazioni. Chi ha vinto un campionato o una coppa avrà
sempre un posto privilegiato nella memoria collettiva, mentre chi ha
partecipato senza ottenere risultati significativi tende a essere dimenticato. Il tempo, infatti, ha il potere di offuscare le
emozioni e le esperienze vissute durante le partite. Le belle giocate, le
emozioni di una partita memorabile e i momenti di grande sportività possono
svanire, ma i risultati rimangono. Gli almanacchi registrano solo le vittorie e
le sconfitte, non le storie personali o gli sforzi compiuti. In conclusione,
nella società competitiva in cui ci troviamo, è il successo a essere celebrato
e ricordato. Questa è la prima regola dello sport a livello agonistico, in cui
il campo rappresenta l'unico arbitro indiscutibile. Se hai successo, hai sempre
ragione, anche quando le tue riflessioni e affermazioni sembrano completamente
fuori luogo. Se perdi potresti riflettere con una profondità che eguaglia
quella di Umberto Eco, ma alla fine rimarrai solo uno “bravo ma sfortunato”.
Questo è il calcio. Ecco perché se Motta vincerà gli verrà perdonato tutto.
Anche quando si descriverà come l’allenatore ideale per i suoi figli. Quando,
per spiegare le tante panchine di Thuram si irriterà e si arroccherà su una
difesa delle proprie competenze e delle proprie decisioni. Quando per rispondere
a chi sono i leader della Juventus parlerà di cuochi, magazzinieri e
giardinieri. Alla Juve serve un tecnico che vinca le partite, non quello che desiderano
i propri figli. Come sempre, l'unico giudice capace di dare significato o
toglierlo alle parole di Motta, così come a quelle di qualsiasi altro allenatore,
sarà esclusivamente il campo da gioco.



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