COSA SAREBBE CAMBIATO: LA JUVENTUS DI TUDOR VS QUELLA DI MOTTA
Di Filippo Vagli
La domanda che buona
parte del popolo bianconero si pone oggi è la seguente: cosa sarebbe successo
se già nella scorsa estate, anziché di Thiago Motta fosse stato scelto Igor
Tudor come allenatore della Juventus? Se ci basiamo sugli unici elementi
oggettivi che abbiamo e quindi su un Tudor vincente nelle sfide contro le
squadre di medio-bassa classifica (Genoa e Lecce), possiamo immaginare una Juventus
che avrebbe conquistato potenzialmente cinque vittorie tra i pareggi casalinghi
contro Cagliari , Parma e Venezia, così come quelli in trasferta
contro Empoli (0-0) e Lecce (1-1). Lasciando inalterati i pareggi casalinghi
contro Bologna (2-2) e Fiorentina (2-2), ci sarebbero comunque dieci punti in
più di oggi in classifica, i quali posizionerebbero la Juventus non solo saldamente
in zona Champions ma in piena lotta scudetto con Inter e Napoli. Sulla base di
questa stessa logica, risulta difficile pensare ad una Juventus allenata da
Tudor fuori dalla Coppa Italia ad opera delle riserve del Empoli, e, chissà,
magari raggiungere gli ottavi di Champions League, anziché fermarsi ai quarti,
visto che la squadra che ha eliminato la Juve, il PSV Eindhoven, non era
affatto insuperabile. Insomma, con Tudor alla guida dei bianconeri fin dal
primo giorno del ritiro estivo si sarebbe con ogni probabilità parlato di una
stagione completamente diversa e con prospettive ben più rosee. Ora non rimane
che attendere le decisioni sul futuro della squadra e del club. A tal proposito,
la partita tra Parma e Juventus nel giorno di Pasquetta fornirà indicazioni più
chiare sull’esito di questa stagione altalenante (per usare un eufemismo).
Tuttavia Igor Tudor appare sempre più determinato nel raggiungere il suo
obiettivo: portare la Juventus in Champions League. Solo raggiungendo questo
traguardo sarà possibile avere una visione concreta del futuro, sia per il club
che per il percorso professionale per il tecnico di Spalato.



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