JUVENTUS IN EVOLUZIONE. L’IMPATTO DI SCANAVINO SULLA DIRIGENZA E LE NUOVE STRATEGIE DI MERCATO

 


Di Filippo Vagli

 Le recenti evoluzioni nella dirigenza, in particolare l'annuncio di ieri riguardante Scanavino che assumerà un ruolo a tempo pieno nella Juventus lasciando il gruppo GEDI, potrebbero avere un impatto notevole sulla gestione tecnica e sugli obiettivi futuri del club in vari aspetti. Innanzitutto, l'ingresso di Scanavino con un ruolo più centrale potrebbe limitare l'autonomia operativa di Cristiano Giuntoli, il direttore tecnico. Una mossa che potrebbe essere letta come una risposta della proprietà, che sembra non aver gradito la campagna acquisti di gennaio condotta da Giuntoli, in particolare per quanto riguarda i prestiti secchi. La decisione della proprietà di non ricorrere più ai prestiti, se non in casi di estrema necessità, indica un cambio di strategia che potrebbe vincolare le future operazioni di mercato di Giuntoli con una maggiore supervisione da parte della dirigenza sulle scelte tecniche relative all'acquisizione dei giocatori. Inoltre, la possibilità che i poteri di Giuntoli siano più circoscritti potrebbe riflettere una dinamica simile a quella che aveva a Napoli, dove ogni decisione passava attraverso l'approvazione del presidente Aurelio De Laurentiis. Ecco perché l'innesto a tempo pieno di Scanavino viene interpretato come un modo per affermare la presenza della proprietà e per assicurare che ogni decisione sia vagliata da un amministratore delegato. Un altro aspetto da tenere in grande considerazione è la potenziale ristrutturazione dell'organigramma societario con l'affiancamento a Giuntoli di una figura come un direttore generale. Una mossa, mirata a creare una struttura piramidale simile a quella del passato, con ruoli ben definiti e coordinati, atta a creare una divisione più chiara delle responsabilità e a un processo decisionale più strutturato anche per quanto riguarda la gestione tecnica. A tal proposito non è da escludere che questo ruolo di direttore generale possa essere affidato a una soluzione interna come Giorgio Chiellini, figura competente e con un profilo adatto. Per quanto riguarda la gestione tecnica vera e propria, la posizione dell'allenatore Igor Tudor sembra essere legata ai risultati. Del tecnico croato, oltreché la spiccata “juventinità”, la dirigenza bianconera apprezza l’idea di un calcio pratico, senza fronzoli, basato su verticalizzazione, pressing e velocità. Questa preferenza per un approccio concreto potrebbe influenzare le scelte future della dirigenza riguardo al profilo dell'allenatore, soprattutto se Tudor dovesse lasciare. Anche se in passato si sono attesi fino a tre anni per osservare i risultati con Allegri, la storia della Juventus è indissolubilmente legata alla vittoria. Ecco perché l'attuale dirigenza potrebbe essere meno propensa ad aspettare a lungo per tornare a svolgere un ruolo da protagonista, sia in Italia che in Europa. Ciò potrebbe tradursi in una maggiore pressione sull'allenatore per ottenere risultati immediati e, di conseguenza, influenzare le scelte tattiche e la gestione della squadra nel breve termine. Una Juventus alla ricerca di un controllo più stretto da parte della proprietà sulle decisioni tecniche e di mercato, una possibile ristrutturazione societaria per una maggiore chiarezza organizzativa e una valutazione continua della gestione tecnica in base ai risultati con l'adesione a una filosofia di gioco ritenuta più adatta alla storia di questo glorioso club.  


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