JUVENTUS IN TRANSIZIONE: STRATEGIE E SFIDE PER RICONQUISTARE IL PRESTIGIO PERSO
Di Filippo Vagli
La Juventus sta vivendo una fase di transizione, con un cambio di rotta deciso a metà stagione, un supporto forte dalla proprietà e una riorganizzazione dirigenziale in vista. Dopo aver interrotto prematuramente il progetto tecnico con Thiago Motta, Madama si trova ora a gestire la stagione con un approccio più pragmatico, pur mantenendo una certa programmazione di base. Fondamentale in questo contesto è il sostegno della proprietà, che ha già effettuato un aumento di capitale per coprire le spese legate all’esonero dell’allenatore italo-brasiliano, ha confermato il ritorno dello sponsor storico Jeep sulla maglia e si è detta pronta a intervenire in caso di mancata qualificazione alla Champions League. Dal punto di vista sportivo, con l’arrivo di Igor Tudor i risultati sono migliorati sensibilmente: la squadra ha raccolto sette punti in tre partite (due vittorie e un pareggio), riconquistando il quarto posto in classifica con un vantaggio di due punti sulla quinta posizione. Tuttavia, la stagione è ancora aperta e la sfida contro il Parma al Tardini rappresenta un test importantissimo per confermare la ripresa. L’obiettivo principale è invertire rapidamente la rotta per restituire serenità all’ambiente in vista della prossima stagione. L’attuale anno per Cristiano Giuntoli si concluderà senza trofei, e potrebbe pertanto portare a qualche modifica nell’area sportiva con l’ex dirigente di Carpi e Napoli il cui potere potrebbe ridimensionato in seguito a questa riorganizzazione. Così come la conferma di Tudor è tutt’altro che certa. Il tecnico croato ha dimostrato di aver riportato identità e grinta alla squadra, rilanciando giocatori chiave e migliorando le prestazioni in campo. Il suo contratto scade il 30 giugno, con un rinnovo automatico in caso di qualificazione alla Champions League, ma la società ha anche la possibilità di rescindere pagando una penale entro il 30 luglio. Tudor è visto come un allenatore capace di ricompattare l’ambiente e di proporre un gioco più aggressivo e verticale, caratteristiche che si sono viste anche nelle sue precedenti esperienze, tra cui quella alla Lazio e al Verona. Ciononostante, da settimane circolano voci insistenti su possibili alternative, con Antonio Conte in cima alla lista dei candidati. Tale scelta così come alcune decisioni importanti sulla rosa non sembrano più destinate a essere prese in totale autonomia dal direttore sportivo, come accaduto in passato. La scelta del nuovo allenatore sarà con ogni probabilità influenzata anche dalla composizione del Consiglio di amministrazione, il cui mandato scade il 30 giugno. È atteso il rinnovo del presidente Ferrero e dell’amministratore delegato Scanavino, ma potrebbe essere introdotta una nuova figura; quella di direttore generale per fare da collegamento tra dirigenza e squadra. Un ruolo che servirebbe a evitare situazioni come quella di quest’anno, in cui l’allenatore ha avuto troppa autonomia nello spogliatoio, assumendo decisioni che normalmente dovrebbero essere condivise con la società. La proprietà da una parte spinge per un ritorno a un nucleo di giocatori italiani, e dall’altra per rivedere alcuni investimenti recenti e limitare i prestiti secchi, non allineati con la tradizione e la visione di un club di prima fascia mondiale come la Juventus. Le linee guida per il futuro prossimo sono dunque delineate, con la sensazione che le decisioni più importanti verranno prese durante il Mondiale per Club, che si giocherà in piena sessione di mercato, subito dopo la fine della stagione e poco prima del ritiro estivo. La priorità immediata resta il mantenimento del quarto posto in Serie A, dopodiché si potrà pianificare con più calma la prossima stagione. Il futuro tecnico e sportivo della squadra dipenderà molto dalle prossime settimane, con Tudor che ha l’opportunità di dimostrare il suo valore e la società pronta a intervenire per riportare la squadra ai livelli che più le competono.



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