LA RABBIA DI YILDIZ E IL DESTINO DELLA JUVENTUS: UN GESTO IMPULSIVO CHE PUÒ COSTARE CARO
Di Filippo Vagli
Un attimo di rabbia può ribaltare le sorti di una partita e di un’intera stagione. Un concetto che a vent’anni non sempre si comprende appieno, ma che Kenan Yildiz ha imparato sulla propria pelle. La sua gomitata al calciatore del Monza Bianco, inutile e autolesionista, non ha solo messo a rischio una vittoria già in cassaforte dopo il doppio vantaggio della Juventus nel primo tempo. Potrebbe costare caro: due turni di squalifica, con l’assenza negli scontri diretti contro Bologna e Lazio, decisive nella corsa al quarto posto e alla Champions League.
Le conseguenze a catena
Ogni gesto violento è inaccettabile, ma quelli compiuti in partite sotto controllo appaiono ancora più insensati. Segnati dall’inesperienza, certo, ma anche da una leggerezza che rischia di lasciare il segno. Quell’azione ha trasformato una domenica ordinaria per la Juventus e il nuovo allenatore Igor Tudor in un rompicapo. Il croato, alla terza vittoria in cinque partite, ha mostrato di saper reagire dopo il passo falso di Parma, ma ora deve affrontare l’emergenza Yildiz.
Fragilità antiche e nuove speranze
Il primo tempo contro il Monza aveva regalato segnali positivi: gol spettacolari di Nico Gonzalez, ispirato, e di Kolo Muani, tornato centrale dopo l’infortunio di Vlahovic. Poi, la follia di Yildiz e il ritorno delle paure. Quelle che non si cancellano in poche settimane, ma richiedono un cambiamento radicale. Tudor, con il suo mix di modernità e pragmatismo, sembra la scelta giusta per avviare una nuova era, ma la partita decisiva si gioca altrove.
Sfide e responsabilità
Gli impegni contro Bologna e Lazio, entrambi in trasferta, sono veri e propri spareggi per il futuro della Juventus. Ma la colpa di un eventuale fallimento non ricadrà su Tudor. Serve una rivoluzione: negli acquisti, nella gestione del gruppo, nelle scelte strategiche. Intanto, le telecamere hanno catturato un dettaglio simbolico: Giorgio Chiellini, concentrato a osservare la partita. Un’immagine che ai tifosi basta per sognare. Perché quando il capitano c’è, anche solo in tribuna, tutto sembra possibile.
L’eredità da costruire
La stagione ha accumulato errori su errori: dall’allenatore al mercato, dalla gestione del gruppo alle scelte tattiche. Ora serve discontinuità. E Yildiz, con la sua esuberanza, è solo l’ultimo tassello di un puzzle da ricomporre. Perché il calcio, come la vita, non perdona chi spreca occasioni. E la Champions, con i suoi 65 milioni a rischio, non aspetta nessuno.
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