JUVENTUS A ROMA: ORGOGLIO E IMPEGNO NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ
Di Filippo Vagli
La Juventus di ieri a Roma merita orgoglio: ha dato tutto ciò che poteva offrire. Non si possono attribuire colpe né a mister Tudor, né tanto meno ai giocatori in campo. Nonostante due pareggi nelle ultime due partite (Bologna e Lazio) e una classifica precaria, la squadra ha lottato con determinazione per oltre mezz'ora, mostrando impegno nel mantenere il possesso e nel cercare di avanzare, anche se con qualche ingenuità tipica di chi ancora non è completamente padrone del campo. Come quella di Pierre Kalulu; un errore ingenuo, simile a quello commesso da Yildiz, entrambi causati da lievi contatti e del tutto evitabili. Una squadra da sostenere con il cuore, fino alla fine, seguendo il motto bianconero, perché non esiste altra opzione. In un contesto dove prevalgono le delusioni, la scelta più coraggiosa è guardare la situazione con ottimismo. Il futuro dipenderà molto dal risultato della Roma contro l’Atalanta, che influenzerà la percezione generale della stagione. La Juventus vista all’Olimpico ha funzionato come un meccanismo collettivo, con i suoi ingranaggi che hanno cercato di ingranare grazie alla forza mentale. Il sistema si è inceppato solo nel finale, nonostante alcuni segnali di allarme come il palo colpito da Dia e le parate di Di Gregorio, oltre a un fuorigioco di pochi centimetri che ha mascherato una clamorosa ingenuità di Savona e qualche incertezza di Di Gregorio nel tempo dell’uscita. E’ chiaro a tutti che questa sia una squadra fosse fragile, insicura e priva di controllo sulle proprie potenzialità. È stata costruita male, gestita peggio dal precedente allenatore, e si è presentata al momento decisivo della stagione senza alternative in panchina. Igor Tudor sta mettendo tutto il suo impegno, almeno sul piano caratteriale e la reazione della squadra, indipendentemente dal risultato, è stata positiva e offre conforto, mostrando un atteggiamento totale che attenua la delusione e indica una possibile direzione futura. Se la dirigenza cercava segnali più forti per prendere o confermare decisioni, la partita contro la Lazio rappresenta un ulteriore motivo per il cambiamento. Questa stagione è stata segnata da episodi che hanno influenzato pesantemente il cammino, con alti e bassi continui, grandi aspettative e delusioni cocenti, promesse forti che si sono infrante una dopo l’altra. La Juventus deve migliorare: non è solo un auspicio o un’ambizione, ma una certezza derivante da una delusione così profonda da non poter essere ignorata. Da un colpo così duro non si può che reagire. Il bicchiere è mezzo pieno, e riempirlo non sarà semplice.
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