L’EDITORIALE – JUVENTUS: LA QUALIFICAZIONE CHAMPIONS È SERVITA
Di Stefano Dentice
Missione compiuta. La Juventus
targata Igor Tudor, pur faticando e soffrendo non poco con il
buonissimo Venezia di Eusebio Di
Francesco, espugna il Pier Luigi Penzo battendo i lagunari 3-2 e, soprattutto, strappa il pass, da quarta in
classifica, per la Champions 2025-2026. Dunque, seppur da considerare come
il minimo sindacale, la Juve ottiene l’obiettivo stagionale più importante
prefissato fin dall’inizio della stagione. Un obiettivo che, francamente, sotto
la guida del «tatticologo» Thiago Motta, autore di
disastri inenarrabili, rischiava di diventare sempre più un miraggio.
Poi,
l’approdo dell’allenatore croato alla Continassa ha senza dubbio rivitalizzato
un ambiente totalmente annichilito dalla vergognosa gestione tecnica dell’ex mister
del Bologna, protagonista assoluto – ovviamente in negativo – di troppi risultati e
prestazioni imbarazzanti, come la precoce eliminazione dalla Coppa Italia (altro
obiettivo stagionale) per mano di un Empoli che si qualificò all’Allianz
Stadium di Torino schierando una squadra a dir
poco rabberciata; un’uscita anzitempo dalla coppa nazionale che grida ancora
vendetta.
Igor Tudor è
riuscito a ricomporre i cocci di uno spogliatoio completamente allo sbando,
svuotato di tutto, in particolare di quello spirito di appartenenza, di quei
cromosomi juventini che non si vedevano più neppure con il telescopio della
NASA a causa della fallimentare guida tecnica dell’allenatore italo-brasiliano.
A proposito di fallimento, senza il raggiungimento del quarto posto, la
stagione della Vecchia Signora sarebbe stata del tutto fallimentare.
Ma grazie a Tudor, alla sua capacità di rigenerare le cellule di Locatelli e
compagni con la sua autentica juventinità, a un pragmatismo doveroso dopo le
macerie prodotte dal suo “illustre” predecessore, i bianconeri hanno chiuso il
campionato con quel tanto agognato quanto salvifico piazzamento per l’Europa
che conta.
(Ri)tornando a Motta, oltre a
svalorizzare quasi tutto l’organico a disposizione, a inventarsi la fascia da
capitano «girevole», manco se la Juventus fosse una squadra parrocchiale, a
schierare puntualmente i calciatori fuori ruolo in preda ai suoi deliri tattici
di onnipotenza, il guru di São Bernardo do Campo non ha mai perso occasione per
gonfiare il petto e mostrare la sua «medaglia olimpica» da inguaribile
tracotante, per giunta senza poterselo minimamente permettere. Calciatori come Koopmeiners
e Douglas Luiz su tutti, al netto degli infortuni, sotto le sue
illuminate e illuminanti mani si sono magicamente trasformati in giocatori da Baracca
Lugo.
Ma le responsabilità, come sempre nel
calcio, sono da ridistribuire su tutti i livelli. Cristiano Giuntoli, in
questo senso, deve accollarsi il peso della scelta di Thiago Motta come
allenatore di Madama, tecnico che avrebbe dovuto bissare le mirabilie
mostrate in quel di Bologna nell’annata passata. Così, purtroppo, non è stato.
E l’arrivo di Tudor ha letteralmente tolto le castagne dal fuoco. A dire il
vero, non solo dal punto di vista della mentalità, dell’atteggiamento, ma anche
in fatto di «ideologia calcistica» quasi agli antipodi rispetto a quella
mottiana. Perché l’allenatore croato ha improntato una squadra su un calcio
molto più diretto, più verticale, decisamente meno incline a un possesso palla
ossessivo – talvolta stucchevole – che rappresentava una sorta di dogma del
pensiero tattico dell’ex calciatore di Barcellona, Atlético Madrid,
Genoa, Inter e Paris Saint-Germain.
Ora, focalizzando l’attenzione sulla
rosa, colui che ha maggiormente convinto per continuità di prestazioni è senza
ombra di dubbio Khéphren Thuram, l’acquisto più azzeccato che ha
realmente fatto la differenza per qualità e quantità specialmente nei momenti
più bui di questa travagliata stagione bianconera. Pertanto, sarebbe
fondamentale ripartire da lui e costruire un centrocampo attorno al francese
che possa esaltare ancor di più le sue doti.
Invece, volgendo lo sguardo
all’immediato futuro, mondiale per club a parte, la Juventus dovrà
necessariamente fare chiarezza pensando già da subito alla prossima annata: affrontare
di nuovo una stagione ponendosi come obiettivo minimo il quarto posto, oppure
immaginare di allestire una rosa ultracompetitiva, da scudetto, in modo tale
che possa essere una squadra inCONTEntabile.
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