TRA INFORTUNI, MERCATO E PANCHINA: LA JUVENTUS CERCA LA SVOLTA PER TORNARE IN CHAMPIONS

 


Di Filippo Vagli

Alla Juventus questo accade raramente, ma in questa stagione si è verificato un cambio in panchina: il 23 marzo il club ha salutato Thiago Motta e ha ingaggiato Igor Tudor, definendo fin da subito la durata dell’incarico e gli obiettivi da raggiungere in una stagione lunga, che prevedeva la qualificazione alla Champions League e un percorso il più lungo e qualitativo possibile nel Mondiale per Club negli Stati Uniti. Prima di optare per Tudor, si erano fatti diversi nomi nel toto-allenatore, tra cui spiccava Roberto Mancini, oltre a tecnici che avrebbero potuto o dovuto avviare un nuovo ciclo in estate, come Gasperini, Pioli e Conte. Ora la situazione si riapre, nonostante il campionato sia ancora in corso, proprio nel momento in cui si stanno definendo i verdetti che coinvolgono direttamente i protagonisti. Tudor era consapevole fin dall’inizio di avere una missione da completare prima di poter guardare oltre: non ama essere definito un “traghettatore”, e non è facile dargli torto, ma la sua conferma potrebbe non dipendere solo dal raggiungimento dell’obiettivo Champions. Con professionalità e impegno, il tecnico croato continua a lavorare, cercando di ottenere il massimo da una squadra provata da una stagione difficile, segnata da infortuni, errori, inesperienza e sfortuna. E ora, a differenza di marzo, i rumors si concentrano quasi esclusivamente su un solo nome: Conte. Le voci si rincorrono, ma non trovano conferme ufficiali né ufficiose: Conte è impegnato nella corsa allo scudetto con il Napoli, con cui ha un contratto fino al 2027. Ogni distrazione è impensabile, e l’allenatore procede come un treno, senza guardarsi indietro. Tuttavia, intorno a lui cominciano a muoversi le cose, con Torino come possibile destinazione. Questo non esclude che Tudor possa essere confermato o che la Juventus stia valutando altre opzioni. Tuttavia, l’aumento dei rumors è evidente e ha trovato nuovo slancio con la notizia – poi smentita dal Napoli – su Oriali, alimentando le aspettative dei tifosi: c’è chi vede in Conte l’uomo giusto per rilanciare i sogni di gloria bianconeri e chi invece non dimentica il passato e rimane scettico. Il possibile svincolo di Conte dal Napoli è un’altra questione, che si potrà affrontare solo a giugno, a stagione conclusa per gli azzurri – e il tipo di finale avrà un peso in questi discorsi – mentre la Juventus sarà ancora impegnata nel Mondiale per Club con Tudor in panchina. Conte resta probabilmente il candidato principale per la guida della Juventus, anche se si fa sempre più forte la convinzione che tornare alle vecchie idee possa non essere la soluzione migliore per avanzare. Oltre al ruolo di allenatore, in casa Juventus c'è un altro capitolo di fondamentale importanza: quello che riguarda il Managing Director Football, Cristiano Giuntoli. Riguardo alla campagna acquisti, Giuntoli non può più permettersi errori. L’ex DS di Capri e Napoli ha infatti investito ingenti somme su giocatori come Douglas Luiz e Teun Koopmeiners, i cui costi superano i 100 milioni complessivi, ma il rendimento è stato inferiore alle aspettative, con prestazioni altalenanti e difficoltà di inserimento nel contesto bianconero. Anche Nico Gonzalez, pagato molto, ha mostrato solo a tratti il suo potenziale, penalizzato da infortuni e discontinuità. Nel mercato invernale sono arrivati Lloyd Kelly e Alberto Costa con spese importanti (circa 20 e 15 milioni), ma entrambi non si sono dimostrati all’altezza del club, con Kelly considerato più un “tappabuchi” che un vero rinforzo. A differenza di altri club come Real Madrid e Barcellona, la Juventus ha venduto diversi giovani promettenti cresciuti nel settore giovanile, che poi sono diventati campioni altrove, mentre i sostituti acquistati non hanno ripagato le aspettative. Nonostante un abbassamento dell’età media della rosa e del monte ingaggi, Giuntoli viene accusato di aver fatto scelte di mercato sbagliate, con una rivoluzione della rosa troppo rapida e poco efficace, che ha portato a problemi di coesione e risultati deludenti. Una campagna acquisti quella orchestrata da Giuntoli che si è caratterizzata per investimenti elevati su giocatori che non hanno mantenuto le promesse, scelte discutibili nelle sessioni di mercato invernale e una gestione complessiva che non ha garantito la crescita e il consolidamento della squadra. Questi ultimi elementi sono necessari per raggiungere almeno il quarto posto, che apre le porte alla partecipazione alla Champions League nella stagione successiva. In questo senso, la sconfitta della Roma contro l'Atalanta è stata una vera benedizione, poiché consegna alla Juventus il controllo del proprio destino: la qualificazione o l'eliminazione. La squadra deve vincere le prossime due partite contro Udinese e Venezia per assicurarsi un posto nella prossima Champions League. Questo risultato non solo porterebbe un'importante iniezione di denaro per il mercato, ma aumenterebbe anche il prestigio del club, elemento fondamentale per attrarre nuovi campioni. Naturalmente, non si tratta di un compito semplice: contro l'Udinese la Juventus dovrà fare a meno di molti giocatori a causa di infortuni e squalifiche, mentre a Venezia la squadra affronterà un avversario che, pur essendo in lotta per la salvezza, ha già sottratto punti a molte squadre. Se la Juventus non riuscisse a superare questi due ostacoli, allora non meriterebbe la Champions League.

 


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