TUDOR E L’ULTIMO TASSELLO: LA SFIDA DI VENEZIA VALE LA CHAMPIONS E LA SUA DIGNITÀ
Di Filippo Vagli
Per Igor Tudor la
sfida contro il Venezia sarà molto più che una semplice ultima giornata di
Serie A. Per lui, questa partita rappresenta l’“ultimo pezzo” di un mosaico
complesso, assemblato in fretta e con una squadra ereditata a stagione in
corso, in un contesto ricco di incertezze. In queste settimane, Tudor ha
investito tutto sé stesso: idee, energia e passione, mettendo anche un pezzo
del suo futuro, non tanto come allenatore della Juventus, quanto come
protagonista di una storia calcistica importante. Dopo il successo per 2-0
sull’Udinese, il tecnico croato si è mostrato soddisfatto ma consapevole che il
lavoro non è concluso. Ha sottolineato come la Juventus abbia finalmente
mostrato un’identità più definita, fatta di pressing, spirito e qualità, ma è
chiaro che questa crescita rischia di svanire se non sarà confermata con una
vittoria decisiva a Venezia, che vale l’accesso alla Champions League. La
qualificazione alla Champions per Tudor non è solo un obiettivo sportivo, ma un
passaggio fondamentale. Pur sapendo che la sua permanenza sulla panchina
bianconera è incerta, legata a strategie societarie e nomi già in vista, Tudor
vuole lasciare un segnale forte: chiudere questa esperienza con un risultato
importante e un’identità ritrovata per la squadra. Il tecnico ha espresso
grande affetto e fiducia nei confronti di giovani come Conceição, Kelly, Yildiz
e Alberto Costa, inseriti con coraggio e che hanno dimostrato di meritare
spazio e fiducia. Questo è il lascito più significativo di Tudor: aver tentato
di costruire qualcosa di duraturo, anche in poche settimane, andando oltre il
semplice risultato. Un altro aspetto chiave del lavoro di Tudor è la
preparazione mentale della squadra. Il tecnico ha insistito sull’importanza di
mantenere calma e concentrazione, lavorando sulle cose da fare e scaricando la
pressione, elementi che hanno contribuito a dare equilibrio e ordine emotivo a
una squadra che spesso in passato aveva vacillato nei momenti decisivi. Alla
partita di Venezia, dunque, Tudor affiderà la sua dignità professionale e la
fierezza di aver lasciato un segno. Pur consapevole di non essere il futuro
della Juventus, si gioca tutto in questi ultimi 90 minuti, con la speranza che
la sua squadra conquisti l’Europa che conta. Se ciò accadrà, sarà giusto
riconoscere che l’ultimo, decisivo tassello del puzzle lo avrà messo proprio
lui.
.png)


Commenti
Posta un commento