UNA ROSA DA QUARTO O QUINTO POSTO: LA JUVENTUS A TRE GIORNATE DALLA FINE TRA SPERANZE E RIFLESSIONI
Di Filippo Vagli
La Juventus non
riesce a trovare la svolta: il pareggio contro il Bologna non è solo un
risultato, ma riflette valori di squadra simili tra le due formazioni. La
situazione per la Juve si complica. Il raggiungimento del quarto posto non è
impossibile, ma certamente difficile. Il mancato successo contro il Bologna ha
messo la squadra nella condizione di dover necessariamente battere la Lazio, un
compito tutt’altro che semplice per una squadra che, nelle ultime dieci partite
di campionato, ha vinto solo cinque volte, tutte con grande fatica. La
sofferenza sembra essere diventata il tratto distintivo di questa Juventus. L’allenatore
Tudor aveva preparato con attenzione la partita contro il Bologna e la Juventus
è partita bene, ma ancora una volta ha esaurito troppo presto lo slancio
iniziale. In questa stagione, la squadra ha perso ben 21 punti dopo essere
passata in vantaggio, un dato che indica problemi strutturali evidenti. Sebbene
la qualificazione alla prossima Champions League possa migliorare i bilanci e
le prospettive future, non cambia il giudizio critico sulle qualità tecniche e
caratteriali della rosa. Il fatto che il quarto posto sia ora oggetto di una
lotta serrata è la prova delle molte carenze presenti. È giunto il momento di
riflettere seriamente sulla rosa, perché da troppo tempo il dibattito si
concentra solo sugli allenatori, mentre i problemi della squadra rimangono
invariati. Ieri la Juventus ha dimostrato di non essere superiore al Bologna,
una squadra con un valore economico e salariale molto inferiore. Mancano
qualità, spessore agonistico e carattere: non è una rosa da buttare via, ma se a
tre giornate dalla fine si rischia di scivolare dal quarto al quinto posto,
vuol dire che questa squadra è da quarto o quinto posto. La sfortuna ha avuto
un ruolo importante in questa stagione: l’infortunio di Bremer ha compromesso
un progetto tecnico basato sulla solidità difensiva. Solo per brevi periodi la
Juventus ha potuto contare su una rosa quasi completa, mentre spesso ha dovuto
affrontare emergenze in diversi ruoli. La differenza tra una grande squadra e
una normale sta proprio qui: togli un giocatore come Bremer a una grande, la
indebolisci; togli lo stesso giocatore a una squadra normale, la mandi in crisi
profonda. E la Juventus attuale è più una squadra normale che una grande. Serve
un lavoro importante per ricostruire una vera Juventus, mentre cresce la
sensazione che questa stagione sia stata sprecata



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