JUVENTUS: DUE MESI DI RITARDO E IL RISCHIO DI UN’ALTRA STAGIONE DI TRANSIZIONE
Di Filippo Vagli
La Juventus si
trova oggi in una situazione di oggettivo ritardo rispetto ai principali
competitor, rischiando di vivere l’ennesima stagione di transizione. Mentre i
top club italiani ed europei hanno già definito assetti dirigenziali e tecnici
per il 2025/26, i bianconeri sono ancora alle prese con una programmazione che
sembra essere partita almeno due mesi dopo rispetto agli avversari.
Un ritardo
che pesa sulla programmazione
Le ultime
settimane hanno visto la Juventus impegnata in una profonda rivoluzione
dirigenziale: l’addio di Giuntoli, l’arrivo di Comolli come nuovo direttore
generale e il ruolo crescente di Chiellini. Questi cambiamenti, seppur
necessari per rilanciare il club, hanno inevitabilmente rallentato la
pianificazione sportiva e di mercato. Al momento, la squadra non ha ancora
definito in modo chiaro la strategia per il rafforzamento della rosa, né ha
ufficializzato il direttore sportivo che dovrà guidare le operazioni estive.
Tudor: la
scelta della continuità
In questo
contesto di incertezza, la conferma di Igor Tudor rappresenta un punto fermo.
Dopo settimane di voci su possibili sostituti – da Antonio Conte a Gasperini,
passando per Mancini – il tecnico croato pare abbia incassato la fiducia della
proprietà e della nuova dirigenza. Tudor, subentrato a stagione in corso,
conosce già l’ambiente, ha lavorato con la squadra da marzo e guiderà la
Juventus anche al Mondiale per Club negli Stati Uniti (dal 15 giugno al 13
luglio). Questa continuità tecnica è fondamentale: partire da una base già
rodata, senza dover ricominciare da zero con un nuovo allenatore, può evitare
ulteriori scossoni e garantire una preparazione più solida per la prossima
stagione.
Il rischio di
troppi cambiamenti
L’esperienza
dell’ultimo anno insegna che troppi cambiamenti simultanei – dirigenza,
allenatore, progetto tecnico – possono portare più confusione che benefici. Il
progetto “fantasioso” e fallimentare del duo Giuntoli-Motta, mai realmente
decollato, è ancora vivo nella memoria dei tifosi e della società. Ora la
priorità deve essere la stabilità: dare fiducia a Tudor, rinnovare il suo
contratto e costruire una squadra attorno alle sue idee, senza cedere alla
tentazione di rivoluzioni estive.
Mercato e
competizione: serve un’accelerazione
Il mercato sarà
determinante: la concorrenza per i grandi obiettivi (come Jonathan David,
conteso da Inter e Napoli) è agguerrita e la Juventus non è più la prima scelta
per molti giocatori. Serve un intervento deciso e mirato, perché la
qualificazione alla prossima Champions League sarà ancora più difficile con
Inter, Napoli, Milan, Atalanta e Lazio tutte pronte a battagliare per i primi
quattro posti.
Conclusione
La Juventus deve
recuperare il tempo perso e tornare a essere protagonista, evitando di ripetere
gli errori di una transizione infinita. La conferma di Tudor è il primo passo
verso una nuova stabilità: partire da una base certa, senza cambiare ancora una
volta tutto, è l’unica strada per tornare competitivi. La stagione 2025/26 non
può essere l’ennesimo anno di attesa: la Juventus deve tornare a dettare legge,
non a inseguire.
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