JUVENTUS: LA RINASCITA PARTE DALLA SOCIETÀ, NON SOLO DAL CAMPO

 


Di Filippo Vagli

Per tornare a essere una grande squadra, la Juventus deve ripartire innanzitutto dalla solidità della sua struttura societaria. Al momento, infatti, la sensazione è che la forza dirigenziale sia quasi pari a quella mostrata sul campo, una situazione che rischia di rendere il club vulnerabile alle pressioni esterne, come le richieste di Vlahovic, le trattative con i procuratori di Weah o i malumori di giovani come Mbangula. Nel calcio moderno, è vero, giocatori e agenti hanno un peso enorme nelle dinamiche societarie, ma proprio per questo servono dirigenti con carattere e determinazione, capaci di gestire ogni situazione senza tentennamenti. Il lavoro di Damien Comolli, arrivato da poco in bianconero per ricostruire dalle macerie lasciate dalla gestione precedente, è ancora da valutare nel tempo, ma un errore da evitare è quello di lasciare un uomo solo al comando o di delegare troppo, come accaduto con Giuntoli, la cui esperienza non ha portato i risultati sperati. Per questo motivo, è urgente completare la compagine dirigenziale, inserendo figure capaci di affiancare Comolli e Chiellini, che ha assunto un ruolo sempre più importante. La Juventus non può permettersi di restare bloccata dalle questioni legate allo stipendio di Vlahovic o dalle sue decisioni personali. La società deve anticipare le mosse del suo entourage, mettendo sul tavolo risorse fresche per costruire una squadra competitiva, indipendentemente dalle scelte del giocatore serbo. Metterlo spalle al muro, insomma: nessuno può impedirgli di restare o di andar via a parametro zero, ma la società deve dettare le condizioni, senza farsi condizionare. Lo stesso discorso vale per chi non si sente parte del progetto o si considera “usato”. Chi non accetta le regole e non condivide la visione deve cambiare idea, pena restare ai margini per un’intera stagione. Il principio fondamentale rimane quello di muoversi sempre in anticipo, senza aspettare gli altri, anche se questo comporta investimenti importanti. Va ricordato che la Juventus ha già sostenuto spese rilevanti lo scorso anno, oltre 200 milioni, senza però vedere i risultati sperati. Anzi, alcuni acquisti come Nico Gonzalez, Douglas Luiz e Koopmeiners si sono rivelati per ora un peso, più che una risorsa. Serve quindi una strategia più efficace e una gestione più decisa. Nel frattempo, mentre la proprietà ha appena iniettato altri 15 milioni di euro nelle casse societarie, la squadra si prepara ad affrontare il Real Madrid, una sfida che arriva dopo la deludente prestazione contro il Manchester City. È necessaria una svolta, soprattutto a livello di resistenza mentale e determinazione, per prevenire un’altra debacle che potrebbe generare malumori dannosi all'interno del gruppo squadra e conseguenze negative per il futuro prossimo del club. La Juventus deve ritrovare la sua forza, dentro e fuori dal campo, partendo da una società solida, coesa e pronta a combattere per tornare a dettare le regole, non a subirle.

 


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