JUVE: ZERO ALIBI, PUGNO DI FERRO E DIRIGENTI CON LE P…E
Di Filippo Vagli
Il ritorno con il capo cosparso di cenere di Douglas
Luiz alla Continassa non può essere un capitolo chiuso con un semplice “mea
culpa”. Serve ben altro per far capire che l’aria sta cambiando davvero sotto
la Mole. Una grande squadra nasce da una società capace di imporre regole
chiare e rispettate da tutti, dentro e fuori dal campo. Il caso del
centrocampista brasiliano deve diventare un esempio: non si può più tollerare
chi, nonostante ingaggi importanti e un contratto, si manifesta con
atteggiamenti poco professionali, specialmente dopo una pessima stagione,
passata tra panchina e tribuna. E non basta nemmeno limare le tensioni con
scuse di circostanza. Ogni parola, in questo momento, serve a poco o nulla. Il
messaggio deve essere forte e inequivocabile, da parte di una Juventus che deve
dimostrarsi ancora capace di farsi rispettare. A piovere sul bagnato sono
arrivate le recenti dichiarazioni dell’agente di Weah, che pretende di dettare
tempi e modi del mercato juventino, scavalcando la società. Un modus operandi
che non deve passare. Regola che deve valere per tutti, i maggior ragione per Weah,
che nei due anni in bianconero si è dimostrato tutt’altro che un fenomeno. Da
Weah a Vlahovic, fino a Luiz, la Juve deve tornare a dettare le regole dentro
il proprio spogliatoio. Non c’è spazio per capricci o malumori. Scenario nel
quale anche il ruolo di Tudor sarà decisivo: serve un allenatore autorevole,
capace di guidare la squadra senza favoritismi né debolezze. Dal fronte
societario, la Juve ha tutto il diritto di muoversi come meglio ritiene con i
suoi tesserati, senza cedere troppo potere a terzi. E lo deve fare con un
comando forte e unitario. In caso contrario rischierebbe di perdere di credibilità.
L’andamento della trattativa della scorsa estate relativa a Teun Koopmeiners è
un segnale inequivocabile di come la Vecchia Signora fatichi a far valere la
sua forza sul mercato. Certo, quando i denari sono pochi è più difficile farla
da padrone, ma quello che appare è che possano difettare lungimiranza, intelligenza
e decisione. Quello che la proprietà dovrebbe chiedere a Comolli e al suo staff
è di spezzare questo circolo vizioso: non è più accettabile pagare giocatori al
massimo quando si compra, e svendere quelli in uscita. La rosa si completerà, con
qualche prima e qualche seconda scelta, ma con un punto fermo: la credibilità
della dirigenza e la forza della società, elementi indispensabili per una vera
rinascita. Senza questi due ingredienti, la Juve rischia di restare
intrappolata in un limbo che sa solo di compromesso e mediocrità. È tempo di
scelte coraggiose e di pugno duro. La Vecchia Signora deve tornare a essere quel
club temuto e rispettato, dentro e fuori dal campo, che tutti abbiamo
conosciuto.
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